I politici chiamati a sciogliere i nodi dei negoziati Svizzera/Ue
Ignazio Cassis incontra Maros Sefcovic mercoledì a Berna
I negoziati tra la Svizzera e l’Ue potrebbero avviarsi alla conclusione: mercoledì prossimo il ministro degli esteri Ignazio Cassis incontrerà a Berna il vicepresidente della Commissione europea, Maros Sefcovic, “per fare il punto della situazione”. Lo ha annunciato venerdì il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) su X, precisando che i colloqui sul pacchetto di negoziati “proseguono a ritmo serrato”. Secondo l’intesa comune, le trattative dovrebbero concludersi entro la fine dell’anno.
Negli ultimi giorni, diversi media avevano avanzato l’ipotesi di un prossimo incontro tra Cassis e Sefcovic. Il colloquio tra i due è molto atteso perché preannuncia la fase finale dei negoziati. L’incontro avrebbe dovuto svolgersi in estate. Era stato annullato con poco preavviso perché le posizioni negoziali sembravano ancora troppo distanti.
I colloqui tra Cassis e Sefcovic si concentreranno probabilmente sull’ammontare del contributo di coesione. Secondo una fonte vicina al dossier, questa discussione deve essere condotta a livello politico. La Svizzera paga questo contributo all’Ue per il suo accesso parziale al mercato unico europeo.
Progressi su Horizon Europe
Dall’estate sono stati compiuti progressi concreti nell’ambito dei programmi di ricerca dell’Ue, in particolare Horizon Europe. La Commissione Ue ha permesso ai ricercatori svizzeri di richiedere alcune sovvenzioni nell’ambito del programma. Bruxelles ha sempre sottolineato che questi passi avanti si basano sulla sua “buona volontà”.
La questione della libera circolazione delle persone ha suscitato discussioni più difficili. Il Consiglio federale ha chiesto di definire con maggiore precisione la clausola di salvaguardia già presente in un accordo. L’attuale formulazione è considerata un “Gummiparaph”, ovvero un articolo di legge suscettibile di interpretazioni diverse. In ottobre, l’Ue ha respinto con fermezza una clausola di salvaguardia unilaterale che avrebbe permesso alla Svizzera di regolamentare la migrazione dagli Stati dell’Unione europea.
La questione potrebbe intrecciarsi con una richiesta dell’ultima ora da parte di Bruxelles. Stando alla Srf, l’Ue avrebbe chiesto di parificare le rette degli studenti europei che frequentano le università svizzere a quelle dei loro compagni elvetici. Gli atenei ci perderebbero 46 milioni di franchi. Fra le università più colpite vi è l’Usi, alla quale verrebbero a mancare circa 7,5 milioni di franchi. La Supsi vedrebbe le sue entrate diminuire di poco meno di due milioni.
Ex pomo della discordia
I precedenti negoziati su un accordo quadro istituzionale erano falliti. Diversi elementi sono stati ora rinegoziati. Due aspetti sono stati presi in considerazione: l’adozione dinamica del diritto dell’Ue e una procedura di risoluzione delle controversie. I progressi sono stati rapidi su entrambi i fronti. Le posizioni convergono anche nel settore del reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (Mra). Secondo due fonti indipendenti a Bruxelles, la scorsa settimana è stato quasi raggiunto un accordo. Con l’Mra è possibile eliminare le barriere commerciali. Ciò è particolarmente importante per l’industria orientata all’esportazione.
Intense trattative
La presidente della Confederazione Viola Amherd e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno dato il via ai negoziati a marzo a Bruxelles. Entrambi i partner avevano precedentemente concordato un’intesa comune che ne definiva il quadro. Su questa base, le parti hanno adottato il proprio mandato. In linea di principio, gli accordi esistenti devono essere aggiornati e ampliati. In particolare, si tratta di intese nei settori dei trasporti terrestri, dell’elettricità, della sanità, degli aiuti di Stato e della libera circolazione delle persone. Sefcovic ha dichiarato di recente che i negoziati sono tra i “più intensi della sua carriera”. Secondo diversi media, entro la fine dell’anno è pure previsto un nuovo incontro tra Amherd e von der Leyen.
Accompagnamento interno
Oltre ai negoziati tra Berna e Bruxelles, sono in corso discussioni di politica interna per regolare l’attuazione dei possibili nuovi accordi. Ad esempio, le parti sociali discutono le misure di accompagnamento per garantire la protezione dei salari. La Commissione della politica estera del Consiglio degli Stati (Cpe-S) ne ha discusso venerdì con Cassis, hanno annunciato i Servizi del Parlamento. A larga maggioranza, la Cpe-S ha fatto presente al Consiglio federale che i nuovi accordi nei settori dell’elettricità, della sanità e della sicurezza alimentare dovranno essere discussi separatamente in Parlamento. Non appena i negoziati saranno stati parafati, il Consiglio federale trasmetterà l’accordo al Parlamento. Se le Camere federali l’approveranno, il dossier sarà sottoposto al popolo. Il referendum è previsto non prima dell’autunno 2026.
ESTERO / SVIZZERA
it-ch
2024-11-23T08:00:00.0000000Z
2024-11-23T08:00:00.0000000Z
https://epaper.laregione.ch/article/281526526603691
Regiopress SA