Il direttore dell’Eoc scettico sul bisogno di dezonare
Il direttore dell’Eoc crede nella realizzazione del nosocomio, malgrado il parere del Dt indichi che bisognerebbe dezonare 100mila metri quadrati
Di Fabio Barenco
Glauco Martinetti è fiducioso sulla realizzazione del nuovo nosocomio a Bellinzona. Attendendo sviluppi dopo i dubbi edificatori indicati dal Dt, ‘quel che è certo è che ci saranno ritardi’.
«Credo che riusciremo nell’intento di realizzare il nuovo ospedale alla Saleggina, anche se, ovviamente, sarà costruito solo se le leggi lo permetteranno. Quel che è certo è che ci saranno ritardi sulla tabella di marcia». A dirlo è stato il direttore generale dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) Glauco Martinetti, durante una serata pubblica organizzata giovedì sera dall’Associazione per la difesa del servizio pubblico a Bellinzona, incentrata sulle sfide attuali e future dell’Eoc e della sanità ticinese. Martinetti è parso anche scettico sul parere giuridico elaborato dal Dipartimento del territorio (Dt) che indica – come aveva anticipato ‘laRegione’ lo scorso 2 novembre – come si possa costruire solamente trasformando in non edificabili quasi 100mila metri quadrati di superfici edificabili nel Bellinzonese e rendendo il nuovo nosocomio di portata cantonale e non regionale come è definito attualmente. In ogni caso ora si attende la decisione del Municipio di Bellinzona che sta valutando se chiedere una controperizia.
‘Volevamo essere sicuri di poter costruire’ e poi...
A dialogare con il direttore dell’Eoc vi era Franco Cavalli, presidente dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior) e fondatore dell’Istituto oncologico della Svizzera italiana (Iosi). Cavalli ha inizialmente sottolineato il «momento difficile per gli ospedali pubblici in Svizzera», anche a causa «un’apertura sempre maggiore ai privati». Per quanto riguarda poi il Ticino, «uno dei problemi è la difficoltà a programmare il futuro, ad esempio a causa di lotte regionalistiche». E in questo contesto «cosa è successo con l’ospedale alla Saleggina?», ha chiesto a Martinetti. «Dopo aver definito il vincitore del concorso internazionale [il progetto da 380 milioni è stato affidato agli architetti Arnaboldi & Gaggini, ndr], volevamo essere sicuri di poter effettivamente costruire», ha spiegato. Abbiamo quindi chiesto al Cantone, assieme al Municipio di Bellinzona, quale fosse lo strumento pianificatorio migliore da adottare per iniziare l’edificazione». Una richiesta che ha però, come sappiamo, fatto emergere un problema non di poco conto: costruendo nel contesto della pianificazione attuale si rischia d’impattare contro l’approccio restrittivo della Confederazione in materia di zone edificabili e loro dimensionamento. E questo a meno che non si dezonino 100mila metri quadrati e non si promuova una struttura di portata cantonale. «Ora stiamo cercando di capire come siamo arrivati a questo punto». In ogni caso il direttore dell’Eoc si è mostrato fiducioso sul fatto che il terreno possa effettivamente essere ritenuto edificabile, visto in particolare che sia il Programma di agglomerato di terza generazione (Pab3), sia il Pab5 indicano invece che per realizzare l’ospedale non è necessario alcun azzonamento, ritenuto che l’area è a Piano regolatore destinata ad attrezzature e servizi pubblici Ap/Ep. Ma proprio in merito a queste superfici Ap/Ep, l’Ufficio giuridico del Dt ha ritenuto che (ai sensi della Legge federale sulla pianificazione del territorio) siano attualmente escluse dalla zona edificabile, anche perché il comparto della Saleggina si trova ai margini dell’agglomerato ed è finora stato usato in gran parte per scopi militari e di svago. Criticità che, lo ricordiamo, finora non erano mai emerse in modo chiaro: solo alcuni granconsiglieri durante il dibattito in parlamento del 2021 sull’acquisto del terreno della Saleggina dall’Esercito per 16 milioni, avevano sollevato dubbi sull’effettiva possibilità di costruire la struttura.
Possibile alternativa al Civico quando nel 2050-55 sarà vetusto?
Durante la serata Cavalli ha poi sottolineato come ora ci si debba anche chinare sulla questione di un ospedale di valenza cantonale in cui concentrare tutta la casistica complessa, un tema che finora è sempre stato considerato un po’ tabù. «Questo è positivo», ha affermato Martinetti. «La strategia politico-sanitaria deve considerare tutto il Cantone». Il direttore dell’Eoc ha così fatto l’esempio del Civico di Lugano: se da un lato nel 2025 partiranno i lavori di ristrutturazione (che dovrebbero terminare nel 2030-32), dall’altro «nel 2050-55 la struttura sarà forse già vetusta. Bisogna quindi individuare già ora delle alternative pianificatorie, e la Saleggina offre questa possibilità.
A livello politico bisognerà quindi prendere delle decisioni».
Centro di riferimento per la riabilitazione?
Ricordiamo che il parere dell’Ufficio giuridico del Dt ha portato a riflettere sulla pianificazione ospedaliera cantonale 2024-2032, il cui messaggio governativo sarà discusso in Gran consiglio in dicembre. E più precisamente sulla possibilità di avere un ospedale di valenza cantonale per la medicina complessa piuttosto che uno multisito (concetto al momento ancorato nella Legge sull’Eoc). Una strategia che permetterebbe, sulla carta, anche di mantenere elevata, e finanziariamente sostenibile, la qualità dell’offerta in un contesto di spesa sanitaria totale sempre più onerosa. E infatti a Bellinzona sarebbe prevista – nella prima fase 2030/2035 – la concentrazione della pediatria cantonale, la conferma dello Iosi per la lotta ai tumori e l’unità di cura psichiatrica per minorenni. «Potrebbe diventare anche un centro di riferimento per la riabilitazione», ha aggiunto Martinetti. Dalla seconda tappa 2050 si potrebbe poi invece pensare di concentrare proprio alla Saleggina l’offerta complessiva della casistica complessa.
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