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Imposta Ocse, primo sì

Berna – La modifica costituzionale proposta dal governo per adempiere agli impegni fiscali presi nei confronti dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) e del G20 in Svizzera è nell’interesse del Paese. Ne è convinto il Consiglio degli Stati che mercoledì l’ha adottata con 44 voti favorevoli e un astenuto. Il dossier passa ora al Nazionale. La votazione popolare dovrebbe aver luogo nel giugno 2023. Si tratta di introdurre un’imposta integrativa per i grandi gruppi di imprese con fatturato annuo globale di almeno 750 milioni di euro (743 milioni di franchi) e il cui livello d’imposizione minima è inferiore al 15%. Il 25% delle entrate generate da questa nuova imposta spetterebbe alla Confederazione, il rimanente 75% ai Cantoni. La maggioranza si è allineata al parere del governo: è opportuno lasciare la maggior parte di queste entrate supplementari ai Cantoni interessati, affinché possano adottare misure per mantenere l’attrattiva della propria piazza economica, è stato rilevato. La sinistra teme un aumento della disparità fiscale tra Cantoni. Ha proposto, invano, una distribuzione delle maggiori entrate secondo la chiave di ripartizione dell’imposta federale diretta (cioè 78,8% alla Confederazione).

ESTERO / SVIZZERA

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2022-09-29T07:00:00.0000000Z

2022-09-29T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281552294735774

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