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Il referendum farsa voluto da Putin

Dopo il plebiscito scontato nei referendum “farsa”, come li ha definiti l’intera comunità internazionale, i leader filorussi chiedono a Vladimir Putin di approvare ufficialmente l’annessione delle quattro regioni ucraine di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia. Intanto il Cremlino, tornato a difendere il voto, definito come un esercizio del “diritto legale all’autodeterminazione”, e la Duma hanno già cambiato l’agenda dei lavori parlamentari, in modo da tenere lunedì una sessione plenaria straordinaria. Per l’annessione, insomma, sembra essere questione di giorni. Kiev contesta l’alta affluenza dichiarata, visto che ad esempio a Zaporizhzhia avrebbe votato appena lo 0,5% dei residenti prima dell’invasione. Oltre alle condanne delle cancellerie occidentali, la Cina ha ribadito “che l’integrità sovrana e territoriale di tutti i Paesi dovrebbe essere rispettata” e la Serbia del presidente Aleksandar Vucic, sin dall’inizio contraria alle sanzioni, ha escluso di riconoscere il voto. Anche sul campo di battaglia la mossa sembra destinata a innescare una nuova escalation.

ESTERO / SVIZZERA

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2022-09-29T07:00:00.0000000Z

2022-09-29T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281565179637662

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