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Putin risponde a Biden: negoziati (forse) sì, ritiro no

Mosca vuole il riconoscimento delle annessioni

Ansa/red

Washington – Il conflitto ucraino può trovare una soluzione diplomatica, ma la Russia si deve ritirare, dicono Kiev e gli occidentali. Siamo aperti a colloqui, ma non lasceremo i territori in Ucraina, risponde il Cremlino. I negoziati per mettere fine al conflitto assomigliano sempre più all’Araba Fenice: tutti si dichiarano favorevoli, ma come arrivarci non si sa.

Lo schema si ripropone con Joe Biden che dice di essere “pronto a parlare con Putin se mostra segnali di volere cessare la guerra”. Poi la marcia indietro: “Il presidente non ha intenzione di parlare con Vladimir Putin ora” perché spetta all’Ucraina decidere se e quando può essere negoziato un accordo, fa sapere la Casa Bianca. “Il presidente russo era e rimane aperto a colloqui”, ma non accetterà le condizioni di Washington, ha risposto il suo portavoce Dmitry Peskov. Mosca vuole infatti che gli Usa riconoscano “i nuovi territori russi”, cioè le regioni ucraine annesse alla Federazione.

Difficile, se non impossibile, capire quanto le dichiarazioni di tutte le parti siano i segnali di una diplomazia davvero in movimento o piuttosto manifestazioni di buone intenzioni destinate alle rispettive opinioni pubbliche.

Pacchi con sangue e occhi nelle ambasciate ucraine

Pacchi insanguinati, occhi di animali. Come veri messaggi intimidatori, spediti alle sedi diplomatiche ucraine in almeno cinque Paesi europei. Gesti che fanno reagire con fermezza il ministro ucraino degli Esteri, Dmytro Kuleba, che parla di una “campagna pianificata di terrore e intimidazione”, e subito incalza: si tratta di “tentativi futili” e “continueremo a lavorare per la vittoria dell’Ucraina”.

La novità assoluta della strategia e la concomitanza degli episodi comunque allarma e induce le autorità ucraine a elevare il livello di sicurezza presso ambasciate e consolati. Le minacce sono giunte alle ambasciate ucraine in Ungheria, Paesi Bassi, Polonia, Croazia, Italia, ai consolati generali di Napoli, Cracovia e al consolato di Brno (Repubblica Ceca). Ignoti hanno anche danneggiato l’ingresso della residenza dell’ambasciatore dell’Ucraina in Vaticano. Un pacco insanguinato è arrivato anche all’ambasciata ucraina a Madrid, dove nei giorni scorsi erano già arrivati sei pacchi incendiari, uno dei quali aveva provocato il ferimento di un uomo. Sempre in Spagna è già stata avviata un’inchiesta per terrorismo: uno dei pacchi era stato indirizzato anche al premier Pedro Sanchez.

SVIZZERA / ESTERO

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2022-12-03T08:00:00.0000000Z

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