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Inaugurato il centro Tir: primi controlli e multe

Inaugurato il Ccvp: costato 250 milioni, verifica le possibili anomalie dei camion diretti verso il Gottardo. Grazie allo svincolo opportunità per l’area industriale.

Marino Molinaro

Costato 250 milioni, è entrato in funzione ieri. Vi passeranno obbligatoriamente tutti i camion con transito internazionale diretti a nord via Gottardo. Subito distribuite le prime sanzioni.

Che sia entrato ieri in funzione il nuovo Centro di controllo dei veicoli pesanti di Giornico – inaugurato dopo quattro anni di lavori costati 250 milioni – lo si vede già arrivando in autostrada da sud. È infatti sparita la corsia riservata ai Tir che per lungo tempo ha ristretto la carreggiata dell’A2 da Biasca verso nord per quattro chilometri con velocità ridotta a 100 all’ora e sparizione della corsia d’emergenza. Da alcuni giorni invece la doppia corsia ha ritrovato il suo calibro originale e vi si transita a 120 km/h. Quindi, una volta iniziata l’area industriale di Bodio e Giornico, ecco arrivare il nuovo svincolo che obbliga i Tir con transito internazionale diretti a nord – esclusi i camion S con destinazioni nei confini elvetici – a uscire verso il Ccvp e a sottoporsi alla trafila di controllo gestita da 50 assistenti di polizia formati. All’occorrenza l’area diventa un ampio posteggio, anche per i veicoli diretti a sud, in caso di nevicate, grandi incidenti o problemi in dogana che compromettono la fluidità dell’A2. Lo svincolo è peraltro utile all’area industriale e formativa della Bassa Leventina e al traffico leggero in generale, sebbene il collegamento con i villaggi non sia dei più diretti. Zone abitate che vengono comunque sgravate dal traffico pesante da e per le ditte.

In origine pensato a Sigirino

Sorto sull’area ex Monteforno occupando 170mila metri quadrati, il nuovo centro diretto da Franco D’Andrea affianca quello urano di Ripshausen in funzione sin dal 2009 e fa parte delle tredici analoghe strutture volute dalla Confederazione sulla rete autostradale nazionale per gestire in modo efficace il traffico pesante attraverso le Alpi e incrementare il grado di sicurezza per tutti gli utenti. Dopo le prime indicazioni cantonali che nel 1999 volevano il Ccvp a Sigirino, l’iter pianificatorio ha conosciuto una svolta nel 2003 quando il Dipartimento del territorio ha elaborato le basi progettuali definendo dimensioni e funzionamento. Nel 2008 il progetto è poi stato ripreso, adattato e pubblicato dall’Ufficio federale delle Strade (Ustra). Ci sono voluti altri cinque anni per giungere, nel 2013, all’approvazione definitiva da parte del Dipartimento federale ambiente, trasporti, energia e comunicazioni (Datec). E ancora cinque anni, terminata l’onerosa bonifica dei terreni inquinati che ospitavano il deposito rottami dell’ex acciaieria, per avviare nel 2018 la costruzione.

‘Quel böcc daré la Monteforno’

Ma perché proprio Giornico? Durante la cerimonia svoltasi alla presenza di 200 persone, lo ha chiarito il capitano della Polizia cantonale, Marco

Guscio, che in qualità di capo della Gendarmeria stradale responsabile della gestione del Ccvp ha seguito passo a passo il laborioso iter: «Nel 1999 il Cantone si era attivato per cercare un’area situata sull’asse autostradale del Gottardo che fosse il più vicino possibile alla frontiera sud. Ma nessuno allora, e lo vediamo ancora oggi con le discussioni nel Mendrisiotto, vuole i Tir sull’A2 né su corsie dedicate. Sigirino poteva rappresentare qualcosa di fattibile, pur con meno spazio a disposizione rispetto a qui. Infatti, discutendone con i miei colleghi di allora Silvano Stern e Decio Cavallini, a un certo punto saltò fuori “quel böcc daré la Monteforno”, dove ci troviamo oggi a distanza di oltre vent’anni. Fu poi il tragico incidente verificatosi nel Gottardo il 21 ottobre 2001 a fissare l’urgenza d’incrementare la sicurezza lungo l’A2. E un anno dopo si decise con le autorità federali e urane che due centri di controllo per Tir andavano realizzati ai piedi delle rampe sud e nord di ascesa al Gottardo. Arriviamo oggi tredici anni dopo il centro di Ripshausen, ma meglio tardi che mai».

La svolta nei 5 milioni cantonali

Vi sono state titubanze durante la bonifica del terreno, fin quando il Consiglio di Stato si è convinto di voler cofinanziare l’opera che sembrava non beneficiare in quel momento di un’adeguata spinta cantonale. È stato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento istituzioni, a ricordarlo ringraziando il collega Claudio Zali (Territorio) per l’azione intrapresa: nel messaggio col quale il governo nel 2016 chiese al Gran Consiglio di stanziare 5 milioni veniva sottolineata “l’assoluta priorità di dare avvio ai lavori, considerati gli interessi pubblici di carattere economico, ambientale e di gestione del traffico”. Inoltre il CdS, assicurando massima collaborazione nelle varie fasi successive, portava alla luce “l’assicurazione di Ustra che un contributo cantonale unico e onnicomprensivo di 5 milioni avrebbe permesso di sbloccare l’avvio della realizzazione”, assumendosi Ustra medesima l’incognita dei costi e delle procedure necessarie. Tutto ciò ha insomma permesso di dare avvio nel 2018 ai lavori. «Abbiamo voluto fortemente il Ccvp – ha sottolineato Gobbi – perché capivamo l’importanza strategica non solo per il Ticino e per la sicurezza di tutti gli automobilisti, ma perché avrebbe dato un sostegno importante anche per l’economia di valle, con l’indotto prodotto dall’investimento e con l’indotto che si creerà durante la gestione dell’impianto: posti di lavoro, collegamenti privilegiati grazie allo svincolo e possibilità di nuovi sviluppi regionali».

Portali termografici e doppia canna Jürg Röthlisberger

Il direttore di Ustra ha sottolineato che la sicurezza del transito attraverso il tunnel del Gottardo è già stata incrementata dall’introduzione dei portali termografici a sud e a nord: «E lo sarà ulteriormente con la realizzazione, in corso, della seconda canna». Tra i vantaggi che il Ccvp porta vi è anche quello di «assicurare ai camionisti un posteggio per le soste notturne e domenicali in condizioni più confortevoli. Non dovranno insomma più incolonnarsi lungo l’A2 tenendo il motore acceso durante le fredde notti invernali». Parimenti, «vediamo dei vantaggi anche per l’intera zona produttiva».

Ditte, zona verde e area camper Rosolino Bellotti:

Concorda il sindaco di Giornico, «Ci sono in effetti ditte intenzionate a insediarsi qui da noi. Questo rafforza la speranza che il Ccvp aiuti a incrementare la dinamicità del territorio, facendolo uscire dall’isolamento e dando nuova energia per lo sviluppo economico dell’intera regione». A sua volta il Municipio «sta valutando col Patriziato l’inserimento di una zona verde e di un’area camper». Bellotti ha pure ricordato che nel 2008, valutando il Comune positivamente l’insediamento di un centro Tir, «chiese anche la realizzazione di uno svincolo completo utile alla popolazione, ottenendolo». Svincolo a ridosso del quale dovrebbe peraltro sorgere una moderna stazione di servizio su iniziativa dei Comuni di Personico, Bodio e Giornico, come abbiamo ricordato ieri.

In memoria di Luca Ceresetti

Prima della benedizione impartita dal parroco

Antony Masciantonio e dal cappellano della polizia don Davide Bergamasco, che hanno evidenziato quanto le vie di comunicazione favoriscano l’incontro fra popoli, il comandante della Polizia cantonale, Matteo Cocchi, ha voluto ricordare la figura di Luca Ceresetti, ingegnere in forza alla PolTi cui era stata affidata la direzione del centro, ma che è purtroppo improvvisamente deceduto lo scorso gennaio: «Ricevuto l’incarico della conduzione, si era subito calato nel ruolo trasmettendo le proprie competenze maturate sul campo. Alla sua memoria viene dedicata la sala principale».

Come funziona

L’edificio 1 è quello principale: ospita uffici, sale conferenze, locali tecnici, depositi, la cassa e i servizi per i camionisti. Si tratta di un grande portale sotto il quale transitano tutti i veicoli pesanti e dove viene svolta una prima attività di ‘filtro’ dei Tir mediante dei caselli. Qui sono verificati peso e altezza: in base ai risultati l’operatore decide se il conducente può riprendere subito il viaggio in autostrada o se sono necessari altri controlli. L’edificio 2 è costituito da un’officina per il controllo di freni, gas di scarico, fari ecc. In caso di anomalie accertate scatta la multa e l’obbligo di provvedere a una soluzione, pena l’impossibilità a proseguire il viaggio. L’edificio 3 ospita i veicoli che devono essere fermati per periodi prolungati o per i quali si rende necessario un sequestro del carico o dell’intero veicolo. Tutti e tre gli edifici hanno ottenuto il certificato Minergie. In attesa che l’area multiservizi diventi realtà, il Ccvp offre anche moderne possibilità di rifornimento per veicoli di servizio leggeri e pesanti, grazie alle diverse stazioni di ricarica elettriche, gas naturale liquido e idrogeno. Non da ultimo il nuovo centro permette di gestire il traffico pesante in direzione nord mediante il sistema di dosaggio. Oltre a nuovi ponti e strade, pure realizzata una pista ciclabile e un impianto per il trattamento delle acque provenienti dall’autostrada.

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