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Amarcord per un alieno (e un edificio che non c’è più)

DI GIANCARLO FORNASIER

Mi pare fosse la fine dell’82. Nostra madre ci portò al cinema, a Biasca, immagino sull’onda del successo mediatico e di pubblico che E.T aveva raggiunto. Una storia di alieni che sbarcano sulla Terra, ma questa volta buoni, mica quelli malvagi di Welles o della fantascienza (quasi) horror de La Cosa di Carpenter... e, guarda il caso, siamo sempre nel 1982. A quale pubblico fosse diretto e se fosse necessario avere un’età minima non ricordo, di certo sono almeno un paio le cose che non ho dimenticato: i ragazzini sulle bellissime e futuristiche Bmx – vedi in basso; molti di noi pedalavano con bici tipo ‘Graziella’, ma opportunamente modificate e spogliate, senza parafanghi e fari per farle “un po’ da cross” – e quei terribili uomini in camice bianco che, saputo dell’arrivo di quel testone alieno, le autorità spediscono a casa di Elliott. Insomma, quegli scienziati mi fecero una gran paura e piansi pure; mia sorella, la più piccola, aveva già iniziato a versare lacrime con la prima comparsa dell’alieno, con ’sto collo che si allungava e quegli occhi, forse pure buoni e ispirati al gatto di Rambaldi, ma che di certo erano strani forte. Il mio inconscio terrore degli uomini mascherati di bianco credo venisse dalla visione (sconsiderata) che a casa avevamo fatto della serie per la tv I sopravvissuti (roba del 1975-1977; la vedeva solo chi in valle aveva “i canali”; agli altri toccava giusto l’allora TSI e poco altro), e soprattutto di quella sigla iniziale con tanto di musichetta sospesa, nella quale uno scienziato (appunto) occhialuto e con la mascherina chirurgica fa cadere una provetta con un virus maledetto. Ancora oggi quella roba mi inquieta assai, tanto per capirci, figurati quando di anni ne hai appena sei o sette. E di E.T. che mi ricordo ancora…? Quel pomeriggio a Biasca c’erano un sacco di ragazzini, la sala era bella piena e forse i pop corn non c’erano ancora, boh… Anni dopo, era il luglio del 2004, il Teatro Politeama, ormai, fatiscente fu demolito per fare posto a un grande magazzino ( vedi foto in alto; il regista Victor J. Tognola lo racconta bene in uno dei suoi documentari). Sorto nel 1928, nei decenni ci fecero di tutto, lì dentro, dai veglioni di Capodanno alle disco-feste. Ma i ricordi mi riportano sempre quell’Extra Terrestre col dito che fa luce e il cuore in bella vista. Immortale.

CINEMA & COSTUME

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2022-12-03T08:00:00.0000000Z

2022-12-03T08:00:00.0000000Z

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