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Suoni & rumori The Heads Under Sided (2002/2022)

DI GIANCARLO FORNASIER

Per la gioia e le orecchie di coloro per i quali il temine ‘Heads’ non è solo l’abbreviazione dei Talking Heads di David Byrne (gran bel gruppo, si sa), lo scorso 9 settembre è stato ripubblicato uno dei dischi più importanti di questi ragazzotti di Bristol (ma qui siamo in Inghilterra). Un box set – tiratura di sole mille copie – che contiene il doppio album apparso in origine nel 2002 (rimasterizzato), altri due vinili con Peel Session, versioni demo e tracce sparse (oltre a un bel librettone) di un gruppo che, sin dal suo esordio, ha sempre amato pubblicare 7, 10 e 12 pollici a tirature limitate, originali nell’approccio e dalla grafica provocatoria al punto giusto. Come la presenza nel 45 giri Quad (1994, 500 copie; quello con SuperLorna in copertina...) di una confezione di cartine; o il seme di marijuana in una versione speciale di Coogan’s Bluff (7”; 1995). Terzo lavoro esteso della band, alla sua apparizione Under Sided fece storcere il naso ad alcuni fan, ma nel tempo si rivelerà un gemma ipnotica, acida e sfaccettata. Come suonano i The Heads? Siamo nella prima metà degli Ottanta e in Gran Bretagna esplodono almeno un paio di sottoculture legate alla psichedelia e al garage rock degli anni ’60/’70 (dai Greatful Dead, passando per Stooges, Steppenwolf, Doors e MC5). In questa prima ondata ritroviamo i seminali Spacemen 3 e i Loop, oltre ai “padri” di tutti gli adepti del wall of sound post Velvet, i primi The Jesus & Mary Chain. I gruppo più pop daranno vita al movimento shoegazer (molti poi confluiti nella Creation Records di Alan McGhee; Primal Scream, My Bloody Valentine, Ride ecc.). Quelli devoti alle chitarre pesanti si cimenteranno in una lettura ‘hard’, sia del blues americano sia bevendo alla fonte dei Pink Floyd di Syd Barrett e dei tedeschi Can. I The Heads, attivi sin dal 1990, troveranno posto in questo secondo filone, il meno commerciale: il primo lavoro esteso, Relaxing With... (1996) e il seguente Everybody Knows We Got Nowhere (2000) prepareranno il terreno a un percorso artistico costruito su chitarre infuocate, wah wah senza un domani, lunghe sessioni e ritmiche telluriche. Roba per menti ‘aperte’, cultori delle distorsioni e timpani rodati.

MUSICA

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2022-12-03T08:00:00.0000000Z

2022-12-03T08:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/282471417885083

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