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Fresu e Holland, per gradire

Svelata – con preziosa parentesi live – la XXIV edizione del Festival di cultura e musica jazz di Chiasso, dal 9 all’11 marzo con ‘inserto’ femminile

B.D.

Sul palco ci sono Armando Calvia, in nome e per conto del locale Cinema Teatro, e Lorenzo De Finti, pianista, compositore e produttore, al suo fianco. Gli strumenti alla loro sinistra non sono per loro. C’è stata musica dal vivo ad accompagnare la presentazione della XXIV edizione del Festival di cultura e musica jazz di Chiasso, con la struttura della pura sala teatrale che, per l’occasione, verrà adibita a jazz club grazie all’Accademia di Mendrisio.

Quella di ieri è stata una conferenza stampa aperta al pubblico, e nel pubblico c’era Paolo Keller, fresco di cessione a De Finti del coté radiofonico della rassegna, in diretta su Rsi Rete Due. «Il lavoro che ha fatto Paolo passerà alla storia», dice il pianista. «Oltre a gestire la stagione jazz della radio, ha dato un valore incredibile alla scena locale, dal coordinamento con Jazz in Bess a quello con il Jazz Cat Club, realtà piccole che oggi camminano sulle proprie gambe. Paolo ha contribuito a portare in Ticino i musicisti più importanti al mondo. Sarà difficile fare meglio di te, spero di limitare i danni». Keller resta nel comitato del festival, ci tiene a ricordarlo dalle prime file della platea.

Se alle donne piace il jazz

Calvia fa un cenno ai tre anni passati, per concentrarsi subito sul programma. Le date sono quelle del 9, 10 e 11 marzo, con una novità intitolata ‘Il Jazz è donna!’, che apre alle protagoniste della scena jazz internazionale. «Così capiremo quanto il pubblico femminile sia attratto da questa musica», dice il direttore. Partiamo da qui – da un ideale 8 marzo che si svolge invece il 10, venerdì – per dire di Lucia Cadotsch e Aki, formazione con in testa la cantante e cantautrice svizzera e il pianista Kit Downes; Matthias Pichler al contrabbasso e Fabian Rösch alla batteria sono il prolungamento della lunga collaborazione tra i primi due. Il jazz è donna anche con il quartetto di Yazz Ahmed, trombettista/flicornista britannico-bahrenita, che il jazz lo spinge sino in ambiti di elettronica per formare quello che qualcuno ha definito “jazz arabo psichedelico, inebriante e avvincente”. Con lei, a Chiasso, Ralph Wyld (vibrafono), David Manington (basso) e Sophie Alloway (batteria). Yazz vanta una nomination a ‘Trumpet Artist of The Year’, che assegna Downbeat Magazine, punto di riferimento scritto del mondo del jazz, e una nella categoria ‘Rising Star Trumpet’, per i critici di Downbeat 2020. Nello stesso anno, ha vinto il Jazz FM Award per UK Jazz Act of the Year, il Jazz FM Album of The Year e il prestigioso Ivor Novello Award for Innovation.

Di giovedì

Un passo indietro a giovedì 9 marzo alle 20.30, quando gli Ikarus – Anna Hirsch e Andreas Lareida (voce), Lucca Fries (tastiere), Mo Meyers (basso) e Ramon Olivares (batteria) apriranno la rassegna. Il quintetto svizzero di groove-jazz contemporaneo, nato dalla fusione di due voci e una ritmica potente, ha all’attivo quattro album, tutti per l’etichetta Ronin Rhythm Records. Un’ora e mezza più tardi, spazio a Paolo Fresu e Omar Sosa per il progetto ‘Food’. La stella del jazz italiano e l’ambasciatore del pianismo cubano portano a Chiasso il completamento della trilogia aperta da ‘Alma’ (2012) e proseguita con ‘Eros’ (2016). In ‘Food’, i due musicisti indagano il tema del cibo e lo raccontano, dosando dal vivo gli ingredienti da accompagnare ai propri strumenti, ovvero frammenti di registrazioni di suoni di cantine e ristoranti, le voci di chi vi lavora, e ogni suono riconducibile al tema, da un olio che frigge al vino versato nel bicchiere, e voci di ogni provenienza.

Di sabato

E siamo a sabato 11 marzo alle 20.30, notte di lunatici per il Lunatics 4T di Francesco D’Auria (batteria), Tino Tracanna (sassofono soprano e tenore), Roberto Cecchetto (chitarra) e Umberto Petrin (pianoforte), una manciata di jazzisti che a partire dagli anni 80 ha dato credibilità alla scena italiana. Erano per D’Auria e Tracanna gli strumenti sul palco di cui si diceva all’inizio. D’Auria: «È un onore suonare qui. Lunatic’s Quartet è un progetto nato in Conservatorio a Milano. “Perché non facciamo qualcosa di diverso?”, mi sono detto, “facciamo qualcosa di lunatico”. Umberto Petrin, il nostro poeta, ci ha assecondati». Tracanna: «Tutto questo – specifica – è successo al bar del Conservatorio». Ancora D’Auria: «Ho ripreso in mano cose del recente passato, altre della contemporaneità, e altre cose ancora che avrei voluto fare in futuro. Tra noi regna l’interplay, nessuna struttura, è musica che non vuole creare barriere o cancelli alla creatività». E la scelta di suonare senza un basso s’inserisce qui.

Alle 22.30, Dave Holland, leggenda del contrabbasso. Con lui, Kevin Eubanks alla chitarra ed Eric Harland alla batteria. Più di un Grammy, il NEA Jazz Master nel 2017 e cinquant’anni di carriera fanno di Holland uno dei band-leader più innovativi di sempre, dalla band di Miles Davis al quartetto d’avanguardia Circle fino al trio che porta il suo nome, completato da Eubanks – già con Art Blakey, McCoy Tyner, Roy Haynes, e direttore musicale della band del Tonight Show dal 1992 al 2012 – e Harland, più volte vicino al Grammy, già con Michael Brecker, Branford e Wynton Marsalis, Wayne Shorter e molti altri.

A chiudere, verso la mezzanotte, TUN – Torino Unlimited Noise, i jazzisti italiani Gianni Denitto (sassofono), Fabio Giachino (synth) e Mattia Barbieri (batteria/drum pads), che fondono ritmi techno con il jazz. Singolarmente, vantano collaborazioni con Richard Galliano, Fabrizio Bosso, Randy Brecker e molti altri; insieme, nel 2020, hanno collaborato con Tensal, tra i massimi esponenti della techno europea.

Collateralmente

In coda a tutto, ma prima di tutto, il primo di due eventi collaterali: al Teatro Sociale AsLiCo di Como, ‘La lunga notte del jazz’ di sabato 4 marzo con il Fabrizio Bosso Quartet a suonare Stevie Wonder; il secondo evento – da venerdì 10 a sabato 11 marzo a Chiasso – è firmato Associazione Grande Velocità: di venerdì, l’installazione audio/video ‘Loocked Grooves’ e la live performance, da Spazio Lampo in via Livio 16; di sabato, le ‘Hidden Tracks’, passeggiate sonore in giro per la città. Protagonista, in tutti e tre i casi, il batterista Julian Sartorius (tutte le informazioni scrivendo a cultura@chiasso.che su www.centroculturalechiasso.ch).

CULTURE E SOCIETÀ

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2023-02-02T08:00:00.0000000Z

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