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‘La scuola continui a insegnare a riflettere’

I ruoli in più rapida crescita sono spinti da tecnologia e digitalizzazione. Big data, Intelligenza artificiale e sicurezza informatica sono al primo posto tra le tecnologie destinate a creare posti di lavoro. C’è molta hi-tech nelle nuove figure professionali. Quale tipo di società stiamo costruendo lo abbiamo chiesto a chi osserva i cambiamenti sociologici del mercato. Un esperto in materia è il professor Patrik Aspers, saggista e professore di sociologia all’Università di San Gallo: «È sempre opportuno leggere i fenomeni in chiave storica: un tempo si lavorava da casa, poi l’industrializzazione ha favorito l’attività organizzata in fabbrica. Ora il trend moderno, favorito anche dall’evoluzione tecnologica, è quello di tornare, in parte, a forme più individualizzate di ‘homework’». Per l’esperto nulla di davvero nuovo dunque. «C’è una certa tendenza a drammatizzare i cambiamenti (tra chi sostiene ‘Tutto cambierà’ e chi sostiene ‘Nulla cambierà’) ma in realtà non sono mai transizioni nette, veloci e radicali. I cambiamenti sociali sono lenti, forme diverse di lavoro convivono parallelamente. Ora anche con tipologie moderne di lavoro delegate all’Intelligenza artificiale». Il timore diffuso è comunque quello di doversi aggiornare, formare, riqualificare in un mercato dove le macchine stanno sostituendo diverse professioni. «L’Intelligenza artificiale può rimpiazzare lavoratori quando ci sono grandi numeri da processare e attività semplici e di routine da automatizzare. Ad esempio il settore bancario ha ridotto tanti impiegati. Quando invece si tratta di decisioni strategiche, la macchina potrà essere di appoggio, uno tra tanti strumenti, ma non sostituisce l’essere umano. Sul mercato ci sono fluttuazioni: occupazioni che tramontano e altre che rimangono stabili. Ad esempio il panettiere, è poco probabile che venga completamente sostituito da un robot». La formazione dei lavoratori all’uso dell’Ia sarà la priorità di numerose aziende, dopo il pensiero analitico e creativo. La formazione è al passo con le nuove sfide? «Le aziende vogliono lavoratori sempre pronti e aggiornati. Di fatto chi termina una formazione superiore o accademica continua a imparare sul lavoro. È sempre stato così». Ma ora c’è una nuova variabile: l’Intelligenza artificiale. «Non direi un cambiamento fondamentale, piuttosto una transizione. I miei allievi possono utilizzare ad esempio ChatGPT. Il punto è come e per quale motivo usarlo. Vent’anni fa, si tematizzava Wikipedia».

Quindi il ruolo della scuola è insegnare a riflettere: «Esatto, riflettere su come usare strumenti a disposizione che siano libri, la rete, l’Intelligenza artificiale. La scuola, dall’asilo all’università, aiuta a strutturare pedagogicamente il processo di apprendimento. Qui l’Intelligenza artificiale non è di aiuto», conclude il sociologo.

L’APPROFONDIMENTO

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2023-05-30T07:00:00.0000000Z

2023-05-30T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281595244910365

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