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Steffen sui titoli di coda Il Lugano va in Europa League

I bianconeri vincono anche a Zurigo, nonostante il turnover, per il loro decimo risultato utile consecutivo (sei vittorie). E adesso occhio alla Coppa Svizzera.

dall’inviato Sebastiano Storelli

E fanno dieci. Dieci risultati utili consecutivi – sei vittorie e quattro pareggi – che fanno del Lugano la squadra più in forma di questo finale di Super League. Alla conclusione della stagione manca ancora un appuntamento, quello di domenica alWankdorf per la finale di Coppa Svizzera. Le ciliegina su una torta che ha regalato ai bianconeri una nuova qualificazione in Europa, la quarta in pochi anni. Sarà Europa League e non Champions, alla luce della vittoria del Servette a Lucerna, ma è quasi meglio così, visto che il Lugano entrerà in lizza nei playoff della seconda competizione continentale (24 e 31 agosto) con la certezza, in caso di sconfitta, di accasarsi nei gironi di Conference League, competizione che, come ha dimostrato il Basilea in questa stagione, è sicuramente alla portata delle migliori formazioni elvetiche.

Se la sfida tra Zurigo e Lugano – vinta dai bianconeri sui titoli di coda grazie a Renato Steffen – aveva un valore simbolico per i ticinesi e importante, soltanto in presenza di una concomitanza di risultati, per gli zurighesi, l’ultima giornata di Super League ha deciso che la quinta squadra qualificata in Europa è il Basilea (e, tutto sommato, è un bene per il calcio svizzero), mentre allo spareggio con lo Stade Losanna, terzo di Challenge League, ci andrà un sempre più disastrato Sion, sommerso da quattro pappine a San Gallo.

In cinque a riposo

Il Lugano, invece, chiude come detto al terzo posto con il record personale di punti in Super League e con un impressionate ruolino di marcia in questo finale di stagione. Al Letzigrund, Mattia Croci-Torti ha optato per un ampio turnover, con cinque titolari (Aliseda, Steffen, Doumbia, Valenzuela e Arigoni) inizialmente in panchina. Una sconfitta non avrebbe pregiudicato il futuro europeo dei bianconeri e a soli sei giorni dalla finale di Coppa era cosa buona e giusta dare qualche minuto di pausa a chi più di altri è stato chiamato a tirare il carro (tutti e cinque hanno comunque fatto il loro ingresso in corso d’opera). L’ultima sfida di campionato ha ribadito come questo Lugano sia diventato una perfetta addizione di singoli valori: può cambiare l’ordine degli addendi, ma non muta la somma. In altre parole, cambiano i protagonisti, ma il risultato rimane il medesimo. Come inalterato rimane lo stile di gioco di una squadra sempre più a suo agio nel possesso palla e nella costruzione del gioco. Non è più il Lugano di qualche anno fa, dedito in primo luogo a difendersi e bravo nel colpire in ripartenza: la squadra di Croci-Torti il gioco lo costruisce con il pallone tra i piedi, con trame veloci e ben architettate. Certo, ieri il ritmo non ha mai superato la soglia di guardia, complice il caldo e un Lugano che ha cercato di centellinare lo spreco di energie, ciò nonostante uno Zurigo teoricamente ancora in corsa per l’ultima poltrona europea non ha saputo imporre il suo gioco. Soltanto nei minuti conclusivi i padroni di casa, complice un chiaro calo di tensione degli ospiti, hanno saputo rifar superficie dal doppio svantaggio del primo tempo (primo gol stagionale di Hajrizi e 16° di Celar) con due reti messe a segno nello spazio di tre minuti (tra l’86’ e l’89’) a firma Simic e Tosin.

Il gol... rischioso di Steffen

Fosse finita così sarebbe stato un risultato ben poco consono a quanto visto in campo, alla luce del chiaro predominio bianconero e delle molte occasioni sprecate (almeno tre colossali da parte del solo Amoura). A rimettere a posto le cose ci ha pensato Steffen al 94’ con un’azione personale. Con il rischio, tuttavia, che un gol in chiusura del Lucerna contro il Servette proiettasse il Lugano in Champions, competizione assai meno intrigante (i bianconeri sarebbero entrati in lizza già il 25-26 luglio). Infatti, allo stato attuale delle cose, garantirebbe nella migliore delle ipotesi sei partite (due preliminari di Champions, di Europa e di Conference League), contro le otto sicure del terzo posto (playoff di Europa e gironi di Conference). Oltretutto, con la possibilità di non dover affrettare i tempi nell’allestimento della rosa. «Noi ci abbiamo provato fino alla fine – ha affermato capitan Sabbatini –, volevamo il secondo posto. Tuttavia, il calcio è fatto così e un leggero calo di tensione nel finale ha rischiato di rovinare tutto. Per fortuna ci ha pensato Renato con un’azione personale».

La Super League del Lugano va dunque agli archivi con 57 punti, vale a dire una media di 1,58 punti a partita. Domenica contro lo Young Boys avrà l’onore di poter difendere la Coppa Svizzera conquistata un anno fa. L’obiettivo è ovviamente di tenere il trofeo in Ticino, ma comunque vada sarà stata una nuova esaltante stagione. Il futuro bianconero appare sempre più roseo...

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2023-05-30T07:00:00.0000000Z

2023-05-30T07:00:00.0000000Z

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