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Le peggiori 24 ore di Hezbollah, regna il terrore tra i miliziani

Dopo i cercapersone sono esplosi a catena i walkie-talkie

Confusione e sgomento dominano la comunità di Hezbollah in Libano dopo quelle che già in molti definiscono le “peggiori 24 ore” del partito armato libanese alleato dell’Iran e di Hamas. Colpito prima con i cercapersone e poi con i walkie-talkie e altri dispositivi elettronici, il movimento sciita anti-israeliano non ha fatto in tempo a celebrare i suoi “martiri” e a fare la conta esatta delle migliaia di combattenti feriti che altre esplosioni hanno seminato il terrore tra le sue file a Beirut, nella Bekaa, nel sud del Paese.

In attesa che il leader Hassan Nasrallah appaia nelle prossime ore, incolume e risoluto sugli schermi tv per pronunciare un discorso già molto atteso, in molti si chiedono quale possa essere il prossimo dispositivo pronto a esplodere nelle abitazioni, nelle auto, nelle vie cittadine. Una vera e propria “apocalisse in diretta” e“senza fine” è stata vissuta da decine di migliaia di persone in Libano durante le due catene di esplosioni, da più parti definite “atti terroristici”. Il terrore sembra infatti dominare negli ambienti di Hezbollah: oltre alle migliaia di feriti, le comunicazioni interne sono compromesse, così come è minata la fiducia tra i ranghi, divisi ormai dal sospetto non più strisciante circa la presenza di talpe, spie, informatori al soldo di Israele.

Si stima che almeno cento combattenti – ma c’è chi parla di 500 – abbiano perso definitivamente l’uso della vista nel duplice attacco attribuito a Israele. Moltissimi hanno perso l’uso degli arti superiori. Molti altri ancora rimarranno con invalidità permanenti. A Tiro, nell’estremo sud del Paese, il personale medico locale racconta di aver dovuto soccorrere persone ferite allo stomaco, all’intestino e ai genitali. Mentre a Baalbeck, durante i funerali di un “martire” di Hezbollah, un membro del servizio d’ordine del partito è stato investito dall’esplosione della radiolina tenuta vicino al volto. Caduto a terra, la folla prima si è allontanata, poi è corsa sul corpo che si agitava. “Nessuno è più al sicuro”, mormorava la gente.

Il giallo dei dispositivi manomessi

I dispositivi esplosi in possesso dei membri di Hezbollah sarebbero stati acquistati insieme, cinque mesi fa. Manomessi prima di arrivare nelle mani dei miliziani con piccole quantità di esplosivo in grado di detonare a distanza, i cercapersone, modello AR-924, riportavano il marchio della taiwanese Gold Apollo, che però nega di averli prodotti, mentre le radio Vhf avevano il logo della giapponese Icom, tipo V82 (ormai fuori produzione). Chi li abbia fabbricati e venduti a Hezbollah, e attraverso quale intermediario, resta al momento un giallo. Così come dove e quando il Mossad sia riuscito a entrarne in possesso per renderli una trappola mortale.

SVIZZERA / ESTERO

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2024-09-19T07:00:00.0000000Z

2024-09-19T07:00:00.0000000Z

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