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Botta e risposta sull’iniziativa per la responsabilità ambientale

Consiglio federale e Giovani Verdi lanciano la campagna

Ats/red

Il nostro sistema economico attuale sta accelerando enormemente il riscaldamento globale. E ciò avrà gravi ripercussioni sulle generazioni future. Per questo i Giovani Verdi invocano un cambiamento fondamentale del sistema economico. Una necessità “evidente alla luce degli attuali disastri naturali, come le inondazioni e lo scioglimento dei ghiacciai”, ha affermato in una conferenza stampa a Berna la copresidente del partito Magdalena Erni. Lanciando la campagna in vista della votazione sull’iniziativa per la responsabilità ambientale (si vota il 9 febbraio), l’ecologista ha anche parlato dell’angoscia che attanaglia i giovani di fronte alla crisi climatica che stiamo vivendo. Pronta la replica del Consiglio federale, per bocca del ministro dell’Ambiente Albert Rösti: la proposta – che il Governo raccomanda di respingere – va troppo lontano, ha dichiarato. L’iniziativa dei Giovani Verdi chiede che l’economia svizzera operi entro i limiti posti dalla natura, ovvero che le attività economiche della Confederazione possano consumare risorse ed emettere sostanze nocive soltanto nella misura in cui le basi naturali della vita siano conservate. Stabilisce inoltre che questo obiettivo debba essere raggiunto mediante l’adozione di misure socialmente sostenibili, in Svizzera e all’estero, entro un periodo transitorio di dieci anni. Trascorso questo termine, l’impatto ambientale dei consumi interni non dovrà superare i limiti del pianeta tenendo conto del rapporto tra la popolazione svizzera e quella mondiale. La proposta di modifica costituzionale è sostenuta dalla Gioventù socialista, da deputati del Ps, dai Verdi e dall’organizzazione ambientalista Greenpeace.

Il Consiglio federale e il Parlamento riconoscono la necessità di preservare le risorse, ha affermato davanti ai media Albert Rösti. Ma la Svizzera, ha puntualizzato, è molto di più. “La nostra economia è fiorente, mentre la sostenibilità del nostro Paese poggia su ecologia, economia e socialità”. A suo avviso, dire sì all’iniziativa significherebbe mettere a repentaglio questo modello di successo. Per rispettarne i dettami, “i consumi dovrebbero diminuire di tre volte”. La drastica riduzione dell’impatto ambientale della Svizzera propugnato dall’iniziativa richiederebbe inoltre una messe di regolamenti e divieti che sfocerebbe in cambiamenti radicali nello stile di vita delle persone. I consumi verrebbero limitati nei settori dell’alimentazione, della casa, dell’abbigliamento e della mobilità, ha spiegato a nome del governo. Le restrizioni imposte avrebbero un impatto anche sui viaggi, sulle attività del tempo libero e sulle vacanze. “Dovremmo insomma rinunciare al tenore di vita cui siamo abituati”, stando a Rösti.

I prodotti e i servizi destinati al mercato svizzero sarebbero inoltre soggetti a requisiti più severi di quelli in vigore all’estero, ha poi aggiunto il capo del Dipartimento federale dell’ambiente, avvertendo che l’economia ne risulterebbe indebolita. Oltre alla perdita di impieghi, ha sostenuto Rösti, molti beni di consumo quotidiano diventerebbero più cari, a discapito soprattutto delle persone con redditi modesti. Infine, sarebbe impossibile mitigare gli effetti dell’iniziativa senza gravare sul bilancio dello Stato: 10 anni sono troppo pochi per attuare le misure necessarie.

‘Proteggere le generazioni future’

I promotori la pensano in maniera diametralmente opposta. Per l’altra copresidente del partito, Margot

Chauderna, al fine di garantire un “futuro dignitoso” alle prossime generazioni dobbiamo adottare “misure coerenti per garantire che la nostra economia smetta di distruggere l’ambiente”. Per Yves Batardon di Uniterre, associazione che rappresenta i piccoli contadini, va considerata anche la qualità della vita, e non solo il profitto. Dello stesso parere il consigliere nazionale Christophe Clivaz (Verdi/Vs), secondo cui la salute è un elemento importante per sentirsi sicuri. “Se non agiamo subito, i costi associati al clima, all’ambiente, alla biodiversità e alla salute raggiungeranno il 15-20% del Prodotto interno lordo entro il 2050”, ha messo in guardia Hasan Candan

(Ps/Lu), pure lui consigliere nazionale.

SVIZZERA / ESTERO

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2025-01-10T08:00:00.0000000Z

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