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Israele minaccia Hamas e attacca Macron

La tregua a Gaza resta ancora appesa alle “valutazioni” di Hamas alla proposta americana di accordo (un cessate il fuoco di 60 giorni in cambio di 10 ostaggi in vita e 18 corpi), che avrebbe sottoposto anche alle altre fazioni palestinesi nel tentativo di prendere ancora tempo, mentre l’ala oltranzista del governo israeliano vuole accelerare la sua capitolazione: “È ora di entrare nella Striscia con tutta la forza necessaria. Non ci sono più scuse”, ha tuonato il ministro di estrema destra Ben-Gvir. Mentre il titolare della Difesa, Katz, ha ammonito Hamas: “Accettate i termini dell’accordo Witkoff sugli ostaggi, oppure sarete annientati”.

Il governo israeliano ha sferrato un duro attacco contro Emmanuel Macron, tacciato dal Ministero degli esteri di condurre “una crociata contro lo Stato ebraico” e addirittura di celebrare “la sua festa nazionale il 7 ottobre”, per aver sostenuto “il dovere morale” di creare uno Stato palestinese. In visita a Singapore, il presidente francese ha definito “un dovere morale” e “un’esigenza politica” il riconoscimento di uno Stato palestinese, e ha invitato i Paesi europei a “rafforzare la loro posizione collettiva” nei confronti di Israele, fino a “imporre sanzioni”, se il governo non adotterà “nelle prossime ore e nei prossimi giorni” una “risposta adeguata” alla crisi umanitaria nella Striscia.

‘Un messaggio chiaro’

Da un avamposto ebraico in Cisgiordania, all’indomani del via libera a 22 nuove colonie nel territorio palestinese, ritenute illegali dalla comunità internazionale, Israel Katz ha annunciato: “Costruiremo qui lo Stato ebraico”. Questo, ha spiegato, è “un messaggio chiaro a Macron e ai suoi amici: loro riconosceranno uno Stato palestinese sulla carta, noi costruiremo qui lo Stato ebraico israeliano sul campo. La carta sarà buttata nella pattumiera della storia e lo Stato di Israele prospererà e fiorirà”. La pressione su Israele per la situazione a Gaza – che secondo l’allarme dell’Onu “è il posto più affamato al mondo” con “il 100% della popolazione a rischio fame” – sta crescendo in tutta Europa: dopo averlo escluso per settimane, il nuovo governo tedesco di Friedrich Merz sta ora valutando se autorizzare o meno il prossimo invio di armi allo Stato ebraico. “Israele deve potersi difendere anche con sistemi d’arma tedeschi – ha spiegato alla ‘Sueddeutsche Zeitung’ il ministro degli Esteri Johann Wadephul –. Ma stiamo esaminando se quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza sia compatibile con il diritto internazionale”.

SVIZZERA / ESTERO

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2025-05-31T07:00:00.0000000Z

2025-05-31T07:00:00.0000000Z

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