S’avvicina l’intesa sul valore locativo
Abolizione anche per le seconde case: soluzione in vista a Berna
Di Stefano Guerra
Si delinea un compromesso sul valore locativo: seguendo il Consiglio nazionale, la Commissione dell’economia e dei tributi degli Stati (Cet-S) intende ora abolire tale imposta per tutte le residenze, ossia anche quelle secondarie. Inoltre, alla stregua di quanto deciso in settembre dalla Camera del popolo, è prevista l’introduzione di un’imposta ad hoc per non penalizzare eccessivamente i cantoni turistici e di montagna (Ticino, Vallese e Grigioni in particolare) con un’elevata quota di ‘seconde case’.
Il valore locativo è un reddito fittizio che va ad aggiungersi al reddito ‘ordinario’. Viene calcolato (in maniera diversa da cantone a cantone) considerando criteri come la superficie abitativa, la posizione e l’anno di costruzione. Corrisponde di norma al 6070% del reddito che il proprietario ricaverebbe affittando la sua casa o il suo appartamento. L’onere fiscale accresciuto derivante dall’imposizione del valore locativo può essere compensato deducendo gli interessi ipotecari e i costi di manutenzione. L’imposta esiste in Svizzera dal 1915. I tentativi di abolirla sono ripetutamente falliti alle urne e in Parlamento. Le Camere federali sono tornate alla carica nel 2017, con la revisione in materia che è già stata approvata sul fondo da ambo i rami del legislativo.
Il Nazionale è per un cambio totale di sistema: il valore locativo va abolito sia per le abitazioni primarie che per quelle secondarie. In cambio, i costi di manutenzione non potranno più essere deducibili. Gli interessi passivi potranno esserlo solo parzialmente. Inizialmente, il Consiglio degli Stati non voleva abolire il valore locativo sulle seconde case, temendo che ciò avrebbe comportato eccessive perdite finanziarie per i cantoni turistici. Adesso però la sua commissione preparatoria (con 9 voti a 4) cambia rotta, allineandosi alla posizione della Camera ‘sorella’. Parallelamente, indica una nota diramata martedì dai Servizi del Parlamento, la Cet-S inserisce una clausola (approvata per 8 voti a 4) in base alla quale la legge federale concernente il cambio di sistema potrà entrare in vigore soltanto assieme all’introduzione di un’imposta immobiliare speciale sulle abitazioni secondarie. In questo modo, si “intende garantire che i cantoni di montagna e quelli a vocazione turistica [oltre che i loro comuni, ndr], scettici nei confronti di un cambio totale di sistema in ragione delle minori entrate che rischiano di subire, ottengano effettivamente una possibilità di compensazione”.
Imposta speciale ‘ultima ratio’
La prevista imposta trae origine da un’iniziativa parlamentare della commissione economia e tributi del Nazionale. In consultazione, 19 cantoni su 26 si erano detti contrari a una nuova disposizione costituzionale in tal senso. Persino i tre cantoni di montagna (Ticino, Vallese e Grigioni) maggiormente interessati dalla soppressione del valore locativo delle abitazioni secondarie si erano mostrati riluttanti. La loro opzione prioritaria era il mantenimento del sistema attuale. Affermavano però che, se il valore locativo per le seconde case fosse stato abolito, avrebbero sostenuto l’imposta immobiliare speciale come ultima ratio per garantire il substrato fiscale.
Altro punto sin qui controverso: le deduzioni fiscali. Circa la deduzione degli interessi passivi, la Cet-S (6 voti a 4 e 2 astensioni) si è espressa a favore del nuovo progetto accolto dal Nazionale nella sessione autunnale. La Camera bassa vuole che l’importo di tale deduzione sia calcolato sulla parte del patrimonio totale corrispondente ai beni immobili, esclusa l’abitazione destinata a uso proprio. Così facendo, secondo il Nazionale si dovrebbero ridurre al minimo le perdite di entrate. Finora il Consiglio degli Stati si è detto a favore di una deduzione degli interessi passivi fino al 70% dei redditi da sostanza imponibili.
La strada non è spianata, comunque. Sono infatti state presentate proposte di minoranza volte a mantenere lo status quo sia sulle abitazioni secondarie sia sulla deduzione degli interessi passivi; un’altra minoranza proporrà in aula di non entrare in materia sul decreto federale. Entrambi gli oggetti saranno sottoposti ai voti finali nella sessione invernale.
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