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Trudeau si dimette, Paese nel caos

Tramonta la stella di Justin Trudeau, 53enne ex icona della sinistra nordamericana. Cedendo alle pressioni di critici e alleati, il premier canadese ha annunciato le dimissioni come capo del partito liberal (che ha guidato dal 2013) e come primo ministro quando sarà stato scelto un nuovo leader. La mossa segna la fine di un’epoca e lascia il Paese nel caos mentre dal 1° gennaio 2025 ha preso la presidenza del G7. Le dimissioni arrivano sullo sfondo di una crisi del suo governo di minoranza, con l’uscita del partito Ndp che lo sosteneva esternamente e le dimissioni della vicepremier e ministra delle Finanze Chrystia Freeland, in dissenso sulla risposta alla minaccia di dazi di Donald Trump. Proprio il presidente eletto degli Stati Uniti ha assestato il colpo di grazia a Trudeau, con la promessa di firmare già nel primo giorno in carica, il 20 gennaio, un ordine esecutivo che impone una tariffa del 25% su tutti i prodotti che arrivano negli Usa dal Canada. Inoltre, il tycoon lo ha ripetutamente preso in giro sui social, chiamandolo “governatore” e alludendo alla possibilità che il suo Paese diventi il 51° Stato americano; rilanciata ieri su Truth.

“Se devo combattere battaglie interne al partito non posso essere la migliore opzione per le prossime elezioni”, ha spiegato il tre volte premier, sempre più impopolare in patria. Elezioni che devono tenersi entro il 20 ottobre, ma potrebbero essere anticipate, sebbene Trudeau abbia annunciato che i lavori del Parlamento sono sospesi sino al 24 marzo, per evitare il voto generale mentre i liberal scelgono un nuovo leader. “Sono un combattente (...) perché tengo molto ai canadesi e a questo Paese”, ha detto all’esterno della sua residenza ufficiale. Tra i favoriti alla successione ci sono due donne: l’attuale ministra degli Esteri Melanie July, e l’ex vicepremier e ministra delle Finanze Freeland; come pure l’ex banchiere centrale Mark Carney, che lo stesso Trudeau ha ammesso di aver cercato a lungo di reclutare nel suo team. Intanto il partito è in caduta libera nei sondaggi, sotto di circa 20 punti rispetto ai conservatori dell’opposizione di Pierre Poilievre.

Considerato l’enfant prodige della politica, giovane, bello e figlio d’arte (il padre Pierre fu premier da 1968 al 1979 e dal 1980 all’84), era diventato il nuovo faro della sinistra nordamericana. Negli ultimi anni la sua stella si è appannata con una discesa nel gradimento dei canadesi. Nel 2023, a sorpresa, si separò dalla moglie Sophie Grégoire con cui era sposato dal 2005 e ha avuto tre figli.

SVIZZERA / ESTERO

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2025-01-07T08:00:00.0000000Z

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