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Prestito di 35 miliardi finanziato dai beni russi

Li porta in dote von der Leyen nella visita a Zelensky

Ursula von der Leyen, dopo aver passato la boa della presentazione della nuova squadra, si è concessa l’ottava visita a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky e coordinare le prossime mosse, data la centralità dell’Ucraina per le sorti dell’Ue. In dono, questa volta, von der Leyen ha portato un prestito da 35 miliardi di euro potenziali e un piano d’emergenza per sostenere l’infrastruttura energetica del Paese, martellata incessantemente dai russi.

Il nodo Usa

La cornice in cui si iscrive il prestito è quella dell’accordo raggiunto al G7 pugliese, in cui i leader si erano impegnati a fornire all’Ucraina 50 miliardi di dollari con, a garanzia, i profitti degli asset della Banca Centrale russa immobilizzati in Europa. Peccato che gli Usa, poi, abbiano sollevato obiezioni al metodo usato dagli europei per applicare le sanzioni ai circa 200 miliardi presenti nei conti della belga Euroclear: la conferma ogni sei mesi. Servirebbe, sostiene Washington, un orizzonte più lungo. L’alto rappresentante Josep Borrell dunque presenterà a breve un regolamento per far sì che, solo e unicamente su questo aspetto, le sanzioni durino 36 mesi. Ma c’è un problema. Budapest (sempre lei) si dice in disaccordo. Sarebbe bene aspettare le elezioni presidenziali, sai mai che poi vince Donald Trump e tutto cambia. E siccome per questo passaggio serve l’unanimità, regna l’incertezza. La Commissione però ha trovato una soluzione. Innanzitutto propone d’istituire “un meccanismo di cooperazione per i prestiti all’Ucraina”, che sosterrà l’Ue e i partner del G7 nell’erogazione di prestiti fino a 45 miliardi di euro (ovvero i famosi 50 miliardi di dollari) garantiti dagli asset russi. Una scatola, insomma. Dopo, per riempirla, sempre l’esecutivo Ue chiede agli Stati membri di approvare un altro prestito ancorato al bilancio europeo (come fatto in passato), in modo da schivare il veto ungherese, dato che in questo caso serve solo la maggioranza qualificata. “Noi facciamo la nostra parte e sono certa che altri faranno la loro”, ha detto von der Leyen a Kiev, riferendosi chiaramente agli Usa e ai partner restanti del G7 (Canada, Regno Unito e Giappone, in teoria responsabili di 10 miliardi). Non è poco. L’Ue, di fatto, davanti alle incertezze degli Usa anticipa i quattrini. Cosa che potrebbe fare anche Washington, garantendo con un pagherò del Tesoro nel caso in cui l’articolato schema vada a rotoli. “Tanto più che sono stati proprio gli americani a spingere per dare a Kiev questi 50 miliardi”, nota un alto funzionario europeo. Per carità, il razionale non fa una grinza: l’Ucraina ha bisogno subito di molti fondi, non tanti pagamenti diluiti nel tempo. Von der Leyen ha infatti chiarito che Kiev potrà spendere i soldi come vuole, anche inarmi.

ESTERO / SVIZZERA

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2024-09-21T07:00:00.0000000Z

2024-09-21T07:00:00.0000000Z

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