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Gli americani hanno votato La partita è sul filo di lana

Election Day ad alta tensione, si guarda agli swing states

Gli americani hanno scelto il loro presidente in una delle elezioni più imprevedibili e velenose della storia, affrontando lunghe code dopo che oltre 82 milioni di loro avevano già espresso la preferenza con il voto anticipato, di persona o per posta. E sfidando il maltempo (in alcuni Stati), i timori di violenze, il clima blindato. Con la Casa Bianca e il Capitol barricati ma anche cecchini, droni, barriere, metal detector, giubbotti e vetri antiproiettile in molti seggi. Sullo sfondo anche l’allarme dell’intelligence americana sul rischio di escalation di interferenze straniere, per la diffusione di disinformazione negli swing states da parte di attori russi sotto copertura.

Nelle urne c’è già il vincitore, il nome di chi guiderà la Casa Bianca per i prossimi quattro anni dopo che Joe Biden, costretto a passare il testimone alla sua vice Kamala Harris per la débâcle nel dibattito con Donald Trump, diventerà uno dei pochi presidenti con un solo mandato. La lunga notte elettorale di Trump e Harris, però, è la più incerta di sempre: la gara è sul filo di lana, appesa a qualche decina di migliaia di voti in 13 contee di sette Stati in bilico.

Il giorno più importante

L’Election Day si è aperto con qualche lieve speranza in più per la candidata dem, che nell’ultima settimana sembra aver recuperato un po’ di terreno. Alcuni dei sondaggisti più autorevoli hanno cambiato previsione, dando per favorita di un soffio Harris: 50% a 49,6% per Nate Silver, 50% a 49% per il sito FiveThirtyEight, mentre Allan Lichtman, che ha previsto correttamente nove delle ultime 10 elezioni, ha confermato la sua previsione a favore di Kamala. Nelle ore del voto, con i seggi che hanno aperto prima sulla costa orientale e poi via via in tutti gli altri Stati fino alla costa occidentale e alla punta estrema dell’Alaska, i due candidati hanno lanciato gli ultimi appelli. Giacca blu e camicia bianca senza cravatta, cappellino rosso Maga, Trump si è presentato al seggio di Palm Beach accompagnato da Melania, che aveva già votato per posta. «Sono fiducioso, sento che stiamo andando bene, questa è la mia migliore campagna», ha detto rilassato, augurandosi che non si debba attendere per l’esito del voto e assicurando di non aver già preparato un discorso perché «se vinco so già cosa dire».

Quindi, alle domande dei reporter che gli chiedevano se dirà ai suoi fan di non essere violenti, ha risposto così: «Non devo dire loro che non ci sarà violenza. Ovviamente non ci sarà violenza. I miei supporter non sono violenti... sono persone che non credono nella violenza» (l’assalto al Capitol? Dimenticato). Trump ha anche promesso che «se perderò, se è stata un’elezione corretta, sarò il primo a riconoscerlo. Finora penso che sia stata corretta». “Questo è il giorno più importante nella storia americana... Insieme incasseremo una grande vittoria e renderemo l’America di nuovo grande”, ha scritto su X, attendendo poi i primi risultati nel suo fortino di Mar-a-Lago.

Kamala fino all’ultimo in Pennsylvania

Harris, che aveva già votato per posta, ha trascorso invece la giornata tra elettori della Pennsylvania, interviste radiofoniche e una cena in famiglia nella sua residenza ufficiale nel Naval Observatory di Washington, prima di andare nella ‘sua’ Howard University per l’election night. “Uscite e andate a votare per un futuro migliore”, il suo messaggio sui social. Un futuro che aveva delineato nel suo comizio finale a Filadelfia, la culla della democrazia Usa. Parlando dopo star come Lady Gaga e Oprah davanti alla scalinata del Museum of Art resa famosa dal film Rocky: «Un tributo a coloro che partono da sfavoriti e salgono verso la vittoria», ha detto, quasi in risposta a Trump, che nel suo rally conclusivo in Michigan si augurava sinistramente di vederla sul ring con Tyson.

ESTERO / SVIZZERA

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2024-11-06T08:00:00.0000000Z

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