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Ue in visita esplorativa

Una transizione pacifica per uno Stato sovrano e stabile ma non islamista. L’Europa è sbarcata a Damasco per la prima volta dalla fine del regime di Assad e attraverso i ministri degli Esteri di Francia e Germania si è seduta al tavolo col nuovo leader Ahmed al-Sharaa, conosciuto come al-Jolani. A rappresentare i 27 e le istituzioni comunitarie sono state la tedesca Annalena Baerbock (alla quale al-Jolani non ha stretto la mano poiché donna) e il suo omologo francese Jean-Noël Barrot, esponenti dei due Paesi europei forse con i maggiori legami, per tradizione storica e presenza di rifugiati siriani, con la Siria. L’Ue ha voluto assicurare una sponda politica e soprattutto finanziaria, ma ad alcune condizioni. “L’Europa sosterrà” la Siria nella sua transizione “ma non finanzierà nuove strutture islamiste. Questo non è solo nel nostro interesse di sicurezza, ma anche quello che ho sentito ripetere da molti siriani in Germania, e qui nella regione”, ha spiegato Baerbock. I dubbi sul fatto che la Siria possa trasformarsi in un regime simil-talebano in Europa non sono ancora diradati. Barrot ha aggiunto la necessità di arrivare a una “soluzione pacifica con i curdi, alleati della Francia, affinché siano pienamente integrati in questo processo politico”. Dall’altra parte, per al-Jolani il primo obiettivo è la fine delle sanzioni europee e occidentali ancora in vigore contro Damasco.

ESTERO / SVIZZERA

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2025-01-04T08:00:00.0000000Z

2025-01-04T08:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281530821653804

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