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Esercito, 4 miliardi in più Per altri quattro in meno

Anche il Nazionale approva l’aumento del limite di spesa per il periodo 2025-2028. Alla cassa aiuto allo sviluppo, Cantoni e personale dell’Amministrazione

di Stefano Guerra da Palazzo federale

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Con maggiori entrate ottenute riducendo la quota cantonale sull’imposta federale diretta; attraverso un “aumento dell’efficienza” dell’Aggruppamento Difesa e di Armasuisse; tagliando sul budget della cooperazione internazionale; e risparmiando sul personale in tutti i dipartimenti, tranne che nell’Aggruppamento Difesa e Armasuisse. È con queste quattro misure, ovvero all’interno del budget ordinario della Confederazione (e non con un fondo ad hoc che sfugga al freno all’indebitamento), che il Consiglio nazionale vuole finanziare l’innalzamento a 29,8 miliardi di franchi del limite di spesa dell’esercito per il periodo 2025-2028. Sull’importo in sé la Camera del popolo (con 119 voti favorevoli, 64 contrari e 9 astensioni) si è allineata ieri, al termine di un acceso dibattito, al Consiglio degli Stati. Vani sono stati i tentativi della sinistra e dei Verdi liberali di seguire il Consiglio federale, o di prevedere importi più bassi. Il Consiglio degli Stati dovrà in ogni caso tornare a occuparsi del più controverso dei cinque decreti contenuti nel Messaggio sull’esercito 2024. Le due Camere, infatti, non sono ancora del tutto d’accordo sui dettagli della compensazione (o ‘controfinanziamento’).

Il Consiglio federale aveva proposto un limite di spesa di 25,8 miliardi. In giugno i ‘senatori’ ne hanno voluti aggiungere quattro. In questo modo, la spesa militare arriverebbe all’1% del Prodotto interno lordo (Pil) già nel 2030, anziché nel 2035. Per la maggioranza della Camera dei Cantoni, l’incremento va compensato per metà (due miliardi) nella cooperazione internazionale; per il resto, occorre risparmiare all’interno dello stesso Dipartimento della difesa (15%) e in altri settori dell’Amministrazione federale (35%).

Camere d’accordo sul principio

Sul principio, la maggioranza del Nazionale è d’accordo: il ‘controfinanziamento’ va realizzato risparmiando in altri settori. Il modello prescelto (elaborato dalla Commissione delle finanze-Cdf) non coincide del tutto con quello approvato dagli Stati; e contrariamente ai ‘senatori’, la proporzione dei vari risparmi non viene precisata. «Non sono indicati obiettivi quantitativi annuali, si lascia al Consiglio federale e ai dipartimenti la libertà di stabilire le corrispondenti priorità», ha spiegato Heinz Theiler (Plr/Sz). Una proposta di minoranza di Mauro Tuena (Udc/Zh) per evitare di chiamare alla cassa i Cantoni è stata respinta con 101 voti a 91.

In ballottaggio c’erano varie opzioni. Il modello Cdf l’ha spuntata in particolare (110 voti a 78 e 3 astensioni) sull’idea – portata in commissione da Martin Candinas (Centro/Gr) – di istituire un fondo temporaneo per l’esercito da 10 miliardi, alimentato fino al 2035 tramite mutui di tesoreria da ripagare entro 10 anni dal budget ordinario delle forze armate. Già alla vigilia il Ps si era detto pronto a ingoiare il rospo dei 4 miliardi supplementari solo a condizione che fosse questa la soluzione adottata. Alla fine però nemmeno il Centro l’ha sostenuta in modo compatto: e così il fondo, gravato dai voti contrari di Udc e Plr e di una parte dei deputati ‘centristi’, è andato… a fondo. Trascinando con sé anche la proposta di Fabien Fivaz (Verdi/Ne) di sottoporre il decreto sul limite di spesa 2025-2028 al referendum facoltativo.

660 milioni supplementari

Seguendo il Consiglio degli Stati, il Nazionale ieri ha anche deciso di voler spendere 660 milioni di franchi in più per il programma d’armamento 2025 rispetto al Consiglio federale (che proponeva 490 milioni). L’incremento dovrebbe rendere possibile l’acquisto di missili di difesa aerea a medio raggio prima di quanto inizialmente previsto. Si tratta di una spesa «necessaria, urgente e possibile», ha sottolineato Jean-Luc Addor (Udc/Vs) a nome della commissione preparatoria. Nella votazione sul complesso, il corrispondente decreto è stato accolto con 161 voti favorevoli, 22 contrari e un’astensione. Una mozione firmata Ps e Verdi proponeva di attenersi al progetto governativo. Non ha però ottenuto la maggioranza. Il Consiglio nazionale ha poi seguito la proposta del Consiglio federale su altri due decreti contenuti nel Messaggio sull’esercito 2024: quello sull’acquisto di materiale per l’esercito nei prossimi quattro anni (3,52 miliardi di franchi) e quello sul programma immobiliare del Dipartimento della Difesa (886 milioni). Una minoranza di sinistra chiedeva di ridurre del 10% i crediti d’impegno per l’acquisto di armamenti. La maggioranza del plenum non ne ha voluto sapere.

La vigilia, la Camera del Popolo aveva approvato con 131 voti a 58 il decreto che fissa i parametri di riferimento per l’orientamento delle forze armate a livello strategico con un orizzonte temporale di 12 anni (fino al 2035). La maggioranza ha seguito la versione proposta dal Consiglio federale, secondo cui l’esercito va orientato in modo tale che la capacità di difesa tenga conto “di un contesto conflittuale ibrido”.

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2024-09-20T07:00:00.0000000Z

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