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Joe Biden blocca la vendita di Us Steel ai giapponesi

Il presidente uscente Biden blocca la vendita di Us Steel ai giapponesi, un affare da 15 miliardi di dollari. Il settore è la ‘spina dorsale della nostra nazione’

Veto del presidente uscente sull’operazione da 15 miliardi di dollari. La produzione di acciaio ‘priorità essenziale per la sicurezza nazionale’. Nippon Steel preannuncia un ricorso.

Oramai non è che un pallido riflesso di una delle aziende simbolo del potere industriale statunitense nella prima metà del secolo scorso. Ma benché da parecchi decenni in declino (i suoi dipendenti sono scesi dai 340mila che contava nel 1943, in piena Seconda guerra mondiale, agli attuali 14mila; e non parliamo più nemmeno del maggior produttore di acciaio del Paese), la storica Us Steel continua ad avere un’importanza strategica per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Quantomeno lo pensa Joe Biden, che venerdì – come peraltro era atteso – ha annunciato il blocco della vendita alla giapponese Nippon Steel. Il presidente uscente ha battuto sul tempo quello eletto: Donald Trump aveva già espresso l’intenzione di voler mettere il veto sull’acquisizione una volta insediatosi alla Casa Bianca il 20 gennaio.

“Come ho detto molte volte – spiega Biden in una nota – la produzione di acciaio – e i lavoratori dell’acciaio che lo producono – sono la spina dorsale della nostra nazione. Una forte industria siderurgica di proprietà e gestione nazionale rappresenta una priorità essenziale per la sicurezza nazionale ed è fondamentale per catene di approvvigionamento resilienti. Questo perché l’acciaio alimenta il nostro Paese: la nostra infrastruttura, la nostra industria automobilistica e la base industriale della difesa. Senza la produzione nazionale di acciaio e i lavoratori dell’acciaio nazionali, la nostra nazione è meno forte e meno sicura”.

Battaglia legale in vista

La decisione è stata presa nonostante Tokyo sia un fidato alleato nell’Indo-Pacifico contro le ambizioni cinesi e anche ora la società americana rischi di licenziare migliaia di dipendenti in assenza di nuovi investimenti. A Wall Street sono crollati (-7% in apertura) i titoli del gigante giapponese, che ha denunciato la “violazione del giusto processo” e che adesso – stando al quotidiano economico ‘Nikkei’ – intende fare causa contro il governo degli Stati Uniti per contestare la correttezza delle procedure con cui Biden ha stoppato le nozze. Una reazione che crea tensione tra i due alleati. Ma la mossa ha riscosso un plauso bipartisan dal Congresso Usa e anche dalla United Steelworkers, il sindacato di settore. L’accordo era stato annunciato a dicembre 2023 e quasi immediatamente aveva trovato un’opposizione politica unanime, alla vigilia dell’anno delle presidenziali. Sia Biden sia Trump avevano promesso già allora di bloccare l’acquisto della famosa azienda americana. Eppure Nippon Steel aveva fatto un’offerta più che generosa e diverse concessioni, tra cui quella di spostare il suo quartier generale americano a Pittsburgh – sede della Us Steel – e di dare il potere di veto al governo degli Stati Uniti su qualsiasi taglio alle capacità produttive.

Dalla Casa Bianca chiariscono che lo stop su Us Steel non mina i rapporti con Tokyo perché la decisione “non riguarda il Giappone, ma si tratta di mantenere la produzione dell’acciaio negli Stati Uniti”, ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby. Us Steel ha avvisato che sono a rischio migliaia di posti di lavoro, ma potrebbe emergere un nuovo acquirente, tra cui la Cleveland-Cliffs con sede in Ohio. La mossa di Biden per contro potrebbe scoraggiare altri investitori stranieri da incursioni in aziende americane politicamente sensibili con una forza lavoro sindacalizzata.

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