Donald Trump non si è ancora insediato e già avverte Panama e Groenlandia che non esclude l’uso della forza militare nei loro confronti, minacciando il Canada di dazi, annunciando di voler cambiare nome al golfo del Messico e mettendo in guardia gli alleati della Nato che la sua amministrazione potrebbe chiedere un aumento delle spese per la difesa fino al 5% del Pil. Mentre il presidente eletto parlava ai giornalisti, il figlio Don jr sbarcava in Groenlandia per sondare gli umori dei circa 45’000 abitanti e dei rappresentanti politici dell’isola che fa parte della Danimarca. “L’accoglienza è stata ottima. Loro e il mondo libero hanno bisogno di sicurezza, protezione, forza e pace! Questo è un accordo che deve realizzarsi. Rendere la Groenlandia di nuovo grande!”, ha scritto il tycoon su Truth riecheggiando il suo slogan elettorale Make America Great Again. Trump non è entrato nel dettaglio dei piani per un’eventuale annessione dell’immenso territorio ma, a domanda diretta, non ha escluso l’uso della forza militare.

La Danimarca non ha nascosto la sua irritazione. “La Groenlandia non è in vendita”, ha avvertito la premier Mette Frederiksen, mentre re Frederik ha cambiato appositamente lo stemma reale per inserirvi i simboli di Groenlandia e isole Faroe. Trump ha parlato anche della riconquista del Canale di Panama. “Ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica. È stato costruito per i nostri militari”, ha dichiarato, minacciando l’imposizione di tariffe e lasciando intendere anche in questo caso di non escludere l’uso dell’esercito. Dazi potrebbero piombare pure sul Canada: “Non abbiamo bisogno dei loro prodotti e abbiamo un deficit commerciale enorme con loro, così come con l’Europa”, ha sottolineato, rilanciando l’idea che il Canada diventi il 51esimo Stato Usa.

Il tycoon ha poi lanciato un avvertimento al Messico, questa volta non sul fronte dell’immigrazione. “Cambierò il nome al Golfo, lo chiamerò Golfo d’America. Come suona bene!”.