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Valore locativo, meta più vicina

Intesa in Parlamento a Berna, ma resta lo scoglio delle votazioni finali

di Stefano Guerra da Palazzo federale

Chi ci capisce qualcosa è bravo. Non solo la materia (il valore locativo e la sua abolizione) è complessa. Anche la costellazione politica è difficilmente leggibile. Al punto che nei corridoi di Palazzo federale, mercoledì pochi osavano azzardare pronostici su quanto avverrà venerdì mattina alle votazioni finali (e tantomeno in un’eventuale votazione popolare). Ma partiamo da quel che sappiamo. Dopo un lungo tira e molla, le due Camere si sono finalmente messe d’accordo: il Consiglio degli Stati (22 voti contro 15 e 6 astenuti) e il Nazionale (114 sì, 57 no e 19 astensioni) hanno approvato la proposta adottata all’unanimità dalla Conferenza di conciliazione. Questa prevede che l’imposta sul valore locativo venga abolita per tutte le residenze, secondarie e primarie.

La legge è così pronta per le votazioni finali. A una condizione, però: che oggi il Consiglio degli Stati approvi l’imposta immobiliare cantonale sulle abitazioni secondarie, balzello ‘compensativo’ che il Nazionale ha voluto per addolcire la pillola (leggi: le minori entrate fiscali) che i Cantoni (in particolare quelli a vocazione turistica, Ticino compreso, scettici nei confronti di un cambio totale di sistema) dovranno ingoiare. La riforma precisa nero su bianco che il progetto non potrà entrare in vigore senza quest’imposta immobiliare speciale (che dovrà essere in seguito approvata da popolo e cantoni alle urne, dato che implica una modifica della Costituzione).

Se il sì della Camera del popolo a quello che era il ‘suo’ modello era scontato, la giravolta della Camera dei Cantoni può apparire sorprendente. I ‘senatori’ avevano sempre difeso il loro concetto: abolizione del valore locativo solo per l’abitazione primaria. Per ben tre volte avevano respinto quello del Nazionale, convinti della bontà di un cambio totale del sistema. Ancora mercoledì, nel breve dibattito dedicato al dossier, non sono mancate le espressioni di disappunto in merito all’esito della Conferenza di conciliazione. Per Pascal Broulis (Plr/Vd) si trattava nientemeno che di “scegliere tra la peste e il colera”. Nemmeno Fabio Regazzi è convinto. Il voto della Camera dei Cantoni (che ha ceduto anche sulla deduzione degli interessi sui debiti) “non va sopravvalutato”: “Semplicemente, tra i partiti borghesi nessuno vuole passare per il ‘becchino’ di una riforma che in Parlamento si trascina da sette anni”, dichiara a ‘laRegione’ il ‘senatore’ di Gordola. Politicamente, la situazione resta “delicata”. “Molti colleghi non sono contenti di come stanno andando le cose. Per cui è difficile capire cosa succederà venerdì alle votazioni finali. Non mi aspetto comunque un sostegno unanime e convinto” da parte dei consiglieri agli Stati. Il consigliere nazionale Paolo Pamini (Udc) resta fiducioso: “Vedremo. Sicuramente questa è la proposta più coerente e pure la soluzione più facile da spiegare alla popolazione: abolizione di qualsiasi valore locativo, delle deduzioni fiscali, e nuova imposta sulle residenze secondarie a discrezione dei Cantoni, soprattutto quelli turistici. Molti inquilini diventano con gli anni proprietari di casa. Si facilita il primo acquisto di casa, si aiutano gli anziani che vivono nella propria casa pagata con anni di sacrifici”.

I Cantoni – nonostante lo zuccherino dell’imposta speciale – non staranno facendo salti di gioia. Il Consiglio degli Stati ne ha “sempre difeso gli interessi”, fa notare Regazzi. “Abbiamo tenuto duro fino all’ultimo giro, poi però in ‘conciliazione’ abbiamo capito di non avere i numeri. E così ha prevalso la linea del Nazionale”. Fino a quando, è tutto da vedere. L’imposta sul valore locativo – reddito fittizio da cui il proprietario può dedurre interessi passivi e costi di manutenzione – esiste dal 1915. I tentativi di abolirla sono più volte falliti alle urne e in Parlamento. Le Camere federali sono tornate alla carica nel 2017. Se questa sarà la volta buona, lo sapremo in una futura votazione popolare. Parlamento permettendo.

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2024-12-19T08:00:00.0000000Z

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