Peccati carnali inchiodano il capo spirituale anglicano
Si è dimesso l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby
La figura religiosa più importante del Regno Unito è stata travolta da uno scandalo di abusi sessuali riemerso dal passato. L’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, primate della chiesa d’Inghilterra, ha annunciato le sue dimissioni dopo la grave accusa contenuta in un rapporto indipendente di aver coperto le molestie e le violenze sistematiche nei confronti di minorenni imputate a un potente avvocato, John Smyth, scomparso a 75 anni nel 2018. Un terremoto nell’istituzione di cui è nominalmente capo re Carlo III, guidata dal 2013 da un leader anglicano che ha pronunciato sermoni e officiato nei momenti liturgici più importanti del Paese: dai battesimi dei principini Windsor al matrimonio di Harry e Meghan, fino al funerale della regina Elisabetta II nel 2022 e all’incoronazione dell’attuale sovrano (2023). “Spero che questa decisione renda chiaro quanto la chiesa d’Inghilterra comprenda la necessità di cambiamento e il nostro profondo impegno per creare una chiesa più sicura”, si legge nella lettera di dimissioni di Welby che non ha resistito alle ripetute pressioni e agli appelli per farsi da parte arrivati dal clero anglicano, inclusi alcuni vescovi, da una petizione con oltre 14mila firme e anche da alcuni ‘superstiti’ degli abusi. Da ultimo pure il premier laburista Keir Starmer aveva fatto mancare il suo sostegno al leader religioso. L’arcivescovo di Canterbury ha affermato di “doversi assumere la responsabilità personale e istituzionale” per quanto successo sottolineando di provare dolore “nei confronti di tutte le vittime e i sopravvissuti”.
Dal rapporto era emersa un’azione di insabbiamento condotta dai vertici della chiesa inglese rispetto agli “orribili” abusi compiuti dal legale al centro dello scandalo, amico dello stesso Welby. Smyth in veste di predicatore laico aveva preso di mira almeno 130 tra bambini e ragazzi nel corso di campi estivi cristiani per giovani tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 nel Regno Unito e successivamente in Zimbabwe e Sudafrica, dove si era trasferito. Il dossier sul suo conto era finito sulla scrivania del leader anglicano sin dal 2013, che però non si era rivolto alla polizia.
“Gli ultimi giorni hanno rinnovato il mio profondo senso di vergogna per gli storici fallimenti della chiesa d’Inghilterra nella salvaguardia” delle vittime di molestie, ha ammesso il 68enne Welby. Eppure nella sua attività, inclusa quella come membro della Camera dei Lord, non solo si era impegnato a contrastare gli abusi commessi negli ambienti religiosi ma aveva anche mostrato un certo atteggiamento liberal sul matrimonio omosessuale e progressista sui temi sociali, a partire dall’immigrazione, entrando più volte in contrasto coi precedenti governi a guida conservatrice.
SVIZZERA / ESTERO
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2024-11-13T08:00:00.0000000Z
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