Continuare a lavorare fino ai 65 anni e oltre
Il Consiglio federale ha presentato le linee guida della grande riforma Avs2030. Non si aumenta l’età di riferimento, ma i prepensionamenti vengono scoraggiati
Di Stefano Guerra
“Un aumento dell’età di riferimento [65 anni sia per gli uomini che per le donne, ndr] non entra in linea di conto”. È una delle poche certezze di ‘Avs2030’, l’attesa ‘grande’ riforma destinata a stabilizzare la situazione finanziaria del primo pilastro nel decennio 2030/2040. Il Consiglio federale mercoledì ne ha presentato le linee guida, tra le quali figurano pure una sorta di freno all’indebitamento e misure per rendere meno attrattivo il pensionamento anticipato. Per i dettagli però occorrerà attendere. Il Dipartimento federale dell’interno di Elisabeth Baume-Schneider (Ps) dovrà sottoporre un progetto preliminare all’Esecutivo entro la primavera 2026.
Il fabbisogno di finanziamento per il prossimo decennio dipenderà in effetti dal finanziamento della ‘13esima’. Approvata in votazione popolare nel marzo del 2024, questa verrà versata per la prima volta tra un anno, nel dicembre del 2026. Costerà tra i 4 e i 5 miliardi di franchi all’anno. Il Parlamento la sta tirando per le lunghe. Le due Camere non la vedono allo stesso modo. E la commissione competente Consiglio degli Stati ha rimandato alla prossima primavera qualsiasi decisione in merito. Il tergiversare del Parlamento obbliga dunque il Consiglio federale a ragionare su diversi scenari. Tre, per la precisione:
1. Il Legislativo opta per un finanziamento duraturo della 13esima mensilità: in questo caso non saranno necessarie misure supplementari sul fronte delle entrate per ‘Avs2030’. Le misure previste per modernizzare l’Avs (quelle per colmare le lacune contributive e promuovere la prosecuzione dell’impiego: ne parliamo più sotto) verrebbero mantenute.
2. Il Parlamento opta per un finanziamento limitato nel tempo della 13esima Avs: in questo caso il Consiglio federale propone di coprire il fabbisogno di finanziamento residuo tramite un aumento dell’Iva di 0,7 punti percentuali. Anche qui le misure di ‘modernizzazione’ verrebbero mantenute.
3. Il Parlamento non decide alcun finanziamento supplementare per la ‘13esima’: in tal caso si renderebbe necessario un aumento dell’Iva di 0,7 punti percentuali combinato a un incremento dei contributi di 0,2 punti percentuali o, in alternativa, un aumento dell’Iva di 0,9 punti percentuali (misure di ‘modernizzazione’: idem come sopra).
Freno all’indebitamento
Il Consiglio federale prevede poi di introdurre una sorta di freno all’indebitamento nel primo pilastro. In una nota lo definisce “meccanismo d’intervento politico per stabilizzare l’Avs”. Verrà azionato qualora la situazione del fondo di compensazione (le ‘riserve’ dell’Avs) dovesse deteriorarsi e si profilasse una riduzione a lungo termine del suo livello al di sotto del 90% delle uscite annuali dell’Avs (alla fine del 2024 tale fondo disponeva di 55,5 miliardi di franchi, pari al 108,8% delle uscite annuali). La misura non mancherà di far discutere.
Per il resto, il Governo punta in primo luogo a incentivare la prosecuzione dell’attività lavorativa fino al raggiungimento dell’età di riferimento e oltre. Svariate le misure previste. Tra le principali: l’aumento dagli attuali 16’800 franchi a 21’800 franchi del salario a partire dal quale vengono prelevati i contributi Avs, nonché il suo ‘aggancio’ al rincaro; l’armonizzazione dell’età minima per ritirare le prestazioni di vecchiaia nel 2° e nel 3° pilastro con quella dell’Avs (obiettivo: rendere meno attrattivo il pensionamento anticipato); l’abolizione dell’età massima nell’Avs (70 anni), oltre la quale attualmente non è possibile migliorare la propria rendita, anche se il lavoratore continua a pagare i contributi.
In secondo luogo, si tratta di rendere il sistema di riscossione dei contributi “più equo” ed “evitare le lacune contributive”. Qui le misure prospettate sono l’allineamento dell’aliquota contributiva degli ‘indipendenti’ a quello dei salariati per le fasce di reddito superiore e l’assoggettamento ai contributi Avs sia delle indennità giornaliere per malattia e infortunio, sia dei “dividendi insolitamente elevati che alcune imprese versano ai propri salariati azionisti”. Queste dovrebbero generare entrate supplementari per l’Avs pari a circa 700 milioni di franchi entro il 2040, precisa il Consiglio federale in una nota.
Il Governo, infine, getta uno sguardo all’orizzonte 2040. Con ‘Avs2030’ intende infatti “porre le basi” per “flessibilizzare l’età di riferimento”, esaminando “modelli alternativi”. Questi dovranno tenere conto, ad esempio, della “gravosità del lavoro, della professione o del livello di professione”. A tale scopo, i datori di lavoro saranno obbligati a fornire informazioni complementari al riguardo. Ma questa è musica di “una futura riforma”.
Solito scontro in vista
Solo abbozzate, le linee guida di ‘Avs2030’ già suscitano polemica. L’Unione sindacale svizzera plaude al fatto che non prevedano un innalzamento dell’età di riferimento. D’altro canto, l’Uss deplora che la riforma ponga l’accento sugli incentivi a lavorare oltre l’età di riferimento e afferma di volersi opporre a qualsiasi misura volta a rendere ancora più difficile l’accesso al pensionamento anticipato. Il Ps plaude alla “chiara volontà” di colmare alcune lacune e garantire una maggiore equità. Aggiunge che continuerà a impegnarsi a favore di un’Avs forte e finanziata in modo sostenibile, compresa la 13esima rendita, e contro una riduzione delle prestazioni e qualsiasi tentativo di aumentare l’età pensionabile.
Plr e datori di lavoro denunciano l’assenza di misure strutturali e una “pseudo-riforma”. Il partito avverte: combatterà con un referendum qualsiasi riforma dell’Avs che punti esclusivamente su un aumento delle entrate a scapito della classe media e delle piccole e medie imprese. I liberali radicali invocano peraltro un “adeguamento moderato” dell’età di riferimento. Lo stesso fa l’Unione svizzera degli imprenditori (Usi), che tuttavia vede di buon occhio le misure previste per incentivare il proseguimento dell’attività lavorativa e l’abolizione dell’età massima Avs.
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