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530 milioni in più all’esercito, 250 in meno alla cooperazione

La commissione finanze del Nazionale sul preventivo 2025

Di Stefano Guerra/Ats

Più soldi per esercito e agricoltura, meno per la cooperazione internazionale, asilo e personale della Confederazione. Nel segno di un “rispetto rigoroso del freno all’indebitamento”. Sono le priorità stabilite dalla Commissione delle finanze del Nazionale (CdF-N) al termine di tre giorni di intense deliberazioni sul preventivo 2025, che in dicembre darà filo da torcere al Parlamento.

Le ‘priorità’ sono in realtà quelle dettate dalla maggioranza borghese della CdF-N, che ritiene “inevitabili tagli in altri settori”, si legge in una nota dei Servizi del Parlamento. La presidente della commissione Sarah Wyss (Ps/Bs), che della maggioranza non fa parte, ha avuto mercoledì l’ingrato compito di illustrarle ai giornalisti di Palazzo federale, unitamente al suo vice Jacques Nicolet (Udc/Vd). Se tutte le proposte verranno avallate dalle Camere, ha spiegato la socialista basilese, il preventivo per il prossimo anno sarà (di poco) conforme al freno all’indebitamento. Se il Parlamento ci metterà del suo, decidendo uscite supplementari, il principio costituzionale che ‘impone’ l’equilibrio di bilancio verrebbe violato. “Questo preventivo è una grossa sfida”, ha detto Wyss. La priorità delle priorità è l’esercito. La commissione gli ha attribuito 530 milioni di franchi in più rispetto a quanto proposto dal Consiglio federale. La destra ne voleva ancora di più (660), ma ciò sarebbe stato in contrasto col freno all’indebitamento. E così alla fine si è trovato un punto d’incontro che consente di rispettare i dettami costituzionali. La CdF-N conferma peraltro l’obiettivo di un budget per la difesa pari all’1% del Prodotto interno lordo (Pil) già entro il 2030. Le due Camere si sono già espresse in tal senso, alzando di quattro miliardi (da 25,8 a 29,8) il limite di spesa dell’esercito per i prossimi quattro anni. Il Consiglio federale invece vorrebbe che le spese militari crescessero a un ritmo più lento. Per questo ha fissato solo al 2035 l’orizzonte temporale per il raggiungimento della soglia dell’1% del Pil.

Anche l’agricoltura dovrebbe ricevere più mezzi, secondo la commissione. Una buona parte dei 46 milioni è destinata ai pagamenti diretti, ha spiegato Jacques Nicolet. Sempre sul fronte delle uscite (perché di maggiori entrate, come di un aumento dell’Iva a favore dell’esercito, non s’è parlato granché), sono previsti budget leggermente più generosi per il traffico regionale passeggeri (+7,7 milioni), la politica regionale (+12,5 milioni), gli asili nido (+7,5 milioni) e la formazione (+8,4 milioni). Con 13 voti a 12, la CdF-N propone poi di rinunciare allo stralcio delle previste sovvenzioni per i treni notturni delle Ffs. Qui però è il Consiglio federale ad avere l’ultima parola, ha ricordato Sarah Wyss.

Decisioni contraddittorie

A perderci sono invece il personale della Confederazione (-70 milioni), l’asilo (-105) e, soprattutto, la cooperazione internazionale (-250). La sinistra e i Verdi liberali (“interruzione della tradizione umanitaria della Svizzera”) hanno tentato invano di evitare decurtazioni in quest’ultimo settore. Niente da fare. La maggioranza borghese ha tirato dritto, incurante degli appelli delle organizzazioni non governative (“politica finanziaria sulle spalle dei più poveri”), così come della decisione presa in settembre dal Consiglio degli Stati (che non ha voluto operare tagli sul credito quadro di 11,3 miliardi chiesto dal Consiglio federale), peraltro confermata di recente dalla Commissione della politica estera del Nazionale. Tagli per 250 milioni all’anno sono incompatibili con la strategia definita e l’intero aiuto allo sviluppo andrebbe reimpostato, ha detto il ministro degli Esteri Ignazio Cassis (Plr), stando a membri della CdF-N interpellati dal ‘Tages-Anzeiger’.

Il Consiglio federale ha potuto presentare un preventivo con un disavanzo ‘contenuto’ (426 milioni) solo grazie tra l’altro a una riduzione lineare dell’1,4% delle uscite debolmente vincolate (eccezione: l’esercito). Quello adottato dalla CdF-N (con 15 voti a 8 e un’astensione) prevede maggiori uscite per 95,9 milioni rispetto al disegno governativo. Cosa uscirà dalle deliberazioni del Parlamento, è tutto da vedere.

SVIZZERA / ESTERO

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2024-11-14T08:00:00.0000000Z

2024-11-14T08:00:00.0000000Z

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