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‘Freno’ controverso Resistenze agli Stati

Di un freno agli investimenti esteri (cinesi, soprattutto) in industrie considerate di importanza strategica si parla di questi tempi anche in Svizzera. In settembre il Consiglio nazionale ha approvato per 142 voti a 48 (Plr e parte dell’Udc) la cosiddetta Legge per la verifica degli investimenti, elaborata da un riluttante Consiglio federale dopo che il Parlamento aveva adottato una mozione che il ‘senatore’ Beat Rieder (Centro/Vs) aveva depositato sulla scia della vendita del gigante dell’agrochimica Syngenta per 43 miliardi di dollari a un’azienda cinese detenuta dallo Stato, Chem China. La normativa prevede che gli investimenti da parte di società estere, specie se controllate da uno Stato, in imprese svizzere attive in settori sensibili (materiale bellico, beni utilizzabili a fini civili e militari, reti elettriche, produzione di energia elettrica, approvvigionamento idrico e altri) debbano in futuro essere soggetti ad autorizzazioni.

Il cammino però sembra in salita. A novembre, la Commissione dell’economia e dei tributi (Cet-S) del Consiglio degli Stati ha proposto per 8 voti a 4 di non entrare nemmeno in materia. Dalla ponderazione degli interessi della politica economica da un lato e di quelli della politica di sicurezza dall’altro è emerso, stando quanto indicato da una nota dei servizi parlamentari, una netta prevalenza degli svantaggi.

Pro e contro

Essendo una piccola economia aperta, la Svizzera risentirebbe in modo massiccio dell’indebolimento dell’attrattiva della propria piazza economica e di una diminuita certezza giuridica. Investimenti diretti mediante capitali esteri, necessari e non problematici sotto il profilo strategico, verrebbero notevolmente ostacolati. Oltre a ciò, è probabile che la Svizzera dovrebbe fare i conti con misure di ritorsione da parte di altri Paesi.

Una minoranza della Cet-S propone invece di entrare in materia: alla luce del contesto geopolitico attuale, condurre quantomeno una discussione politica sull’introduzione di un controllo sugli investimenti è d’obbligo. La Svizzera, inoltre, non dispone attualmente di strumenti efficaci per tutelarsi da investimenti diretti che sotto il profilo strategico risulterebbero problematici.

Il Consiglio degli Stati esaminerà la proposta verosimilmente nella sessione primaverile 2025. In dicembre, il Parlamento ha deciso inoltre di esentare parzialmente l’industria siderurgica dalle tasse di utilizzo della rete elettrica per quattro anni. Lo sgravio ammonta in totale a 37,4 milioni di franchi. Le quattro aziende interessate potranno beneficiarne solo a certe condizioni.

ESTERO / SVIZZERA

it-ch

2025-01-04T08:00:00.0000000Z

2025-01-04T08:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281560886424876

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