‘Dalle urne un segnale chiaro, lo si rispetti’
Presentate dal Ps cinque proposte di emendamento, alcune insindacabili, in vista del dibattito in parlamento al via lunedì. Riget: ‘Il Centro da che parte sta?’
di Vittoria De Feo e Andrea Manna
È un Preventivo dell’incertezza quello che si apprestano a discutere i partiti nella sessione di Gran Consiglio al via lunedì prossimo. Quattro rapporti, anzi, tre. Uno di maggioranza, stilato da Plr e Centro. Due di minoranza, uno di Ps e Verdi, l’altro di Lega e Udc, unitesi all’ultimo minuto dopo il ritiro del rapporto democentrista. Con la presentazione ieri a Bellinzona dei punti non negoziabili del Partito socialista, poi, è iniziato anche il ballo degli emendamenti. Cinque le proposte di correttivi indicate dai socialisti, alcune delle quali insindacabili che, se condivise da Plr e Centro, potrebbero eventualmente portare il Ps dalla parte della maggioranza.
‘La palla è nelle mani del Gran Consiglio’
I paletti li fissa la copresidente Laura Riget. «Il 28 settembre dalle urne è uscito un segnale chiarissimo. La popolazione ticinese ha inequivocabilmente confermato che i premi di cassa malati sono un problema urgente chiedendo misure concrete per difendere il proprio potere d’acquisto. Il giorno stesso il governo ha iniziato a parlare di applicare le due iniziative solo nel 2028 e tre giorni dopo ha presentato il Preventivo 2026», ricorda la socialista. Un documento, continua, «in cui non si trova traccia né della nostra iniziativa per il 10%, né di quella per la deducibilità integrale dei premi della Lega». Addirittura: «Si trova invece la proposta di tagliare nuovamente i sussidi di cassa malati, questa volta 6,5 milioni, agendo sulle soglie Laps. Anche se ci si nasconde dietro a tecnicismi, gli effetti di questi tagli sono reali. Ancora una volta – deplora Riget – il governo non capisce la gravità della situazione». Un Esecutivo che non sembra però imparare dai propri errori. «I tagli proposti dal Consiglio di Stato – indica ancora la copresidente del Ps – sono stati impediti nel 2024 dal parlamento anche grazie alla forte mobilitazione dei cittadini in piazza, nel 2025 visto il referendum del comitato ‘Stop ai tagli’ e il cambiamento di posizionamento del Centro dopo l’annuncio della distribuzione degli utili della Bns, la Banca nazionale svizzera». In vista del 2026, prosegue, «il governo mostra ancora una volta la sua insensibilità». Ma l’ultima parola, sostiene Riget, non è ancora detta: «Ora la palla è infatti nelle mani del Parlamento, e soprattutto dei partiti del centro e del centrodestra». La socialista lancia quindi un appello al Gran Consiglio e, in particolare, al Centro: «Settimana prossima potete dimostrare se avete davvero a cuore la volontà popolare, come affermato a parole da ormai mesi, e se sarete coerenti con le vostre decisioni degli ultimi due anni di impedire nuovi tagli incomprensibili ai sussidi di cassa malati».
Le proposte per filo e per segno
A presentare per filo e per segno i cinque emendamenti è il capogruppo Ivo Durisch. Il primo rivendica «lo stralcio del taglio di 6,5 milioni dei sussidi di cassa malati Ripam. La proposta del governo – spiega – viene ripresa dal rapporto di maggioranza nonostante il chiaro ‘sì’ popolare al potenziamento dei sussidi stessi. Considerando il disavanzo previsto nel rapporto, poi, rinunciare a questo taglio non farebbe scattare il meccanismo del freno al disavanzo». Il secondo emendamento chiede un’implementazione parziale dell’iniziativa per il 10% vincolata all’arrivo degli utili della Bns. «La nostra proposta – illustra il capogruppo – prevede un’entrata in vigore a partire dal prossimo 1° gennaio attraverso un anno transitorio che tiene conto delle difficoltà operative, con un aumento di 1,2 punti delle costanti dell’attuale formula. Questa modifica aumenterebbe del 20% il numero di beneficiari e permetterebbe alle famiglie del ceto medio di ottenere un sussidio maggiorato di circa 2mila franchi all’anno». Non solo. «Per rendere l’emendamento ancora più votabile – aggiunge Durisch – subordiniamo l’aumento delle costanti al versamento di almeno due quote degli utili della Bns, pari a circa 57 milioni». Il terzo emendamento auspica dal canto suo, modificando una proposta del rapporto di Plr e Centro, un finanziamento solidale delle due iniziative votate in settembre, agendo in maniera equilibrata su entrate e uscite, il quarto vuole l’abrogazione del riversamento dei costi delle cure a domicilio sui pazienti e il quinto mira infine a un rafforzamento della revisione parziale delle stime immobiliari.
E in cambio il Ps su cosa è disposto a cedere? «Il Preventivo – rimarca Riget – contiene tantissime misure che non ci piacciono. Qualora dovessero passare i nostri emendamenti e se non dovessero venir approvate proposte peggiorative della destra, dovessimo astenerci o in parte sostenere il rapporto di maggioranza, sarebbe dare tantissimo in cambio». È ad ogni modo ancora presto per avere certezze: «In base a come evolverà la situazione e a seconda del dibattito, sapremo scegliere come comportarci. Siamo consapevoli che la situazione è difficile e vogliamo evitare la gestione provvisoria». Interviene Durisch: «Una cosa è chiara, senza passi in avanti nella giusta direzione, non ci sarà nessun voto. Questo Preventivo è sull’orlo della bocciatura». Gli fa eco Riget: «Senza un’apertura e un’approvazione degli emendamenti, in particolare quello dei sussidi, non ci stiamo».
Non da ultimo, il vicepresidente del Ps Danilo Forini si sofferma sui risvolti concreti della proposta del governo sui sussidi di cassa malati. «In questi giorni, ed è stato tema anche di un’interpellanza di Durisch, nonostante il Preventivo non sia ancora stato discusso, stanno arrivando le decisioni sulle richieste di sussidio Ripam. Ci sono famiglie monoparentali con figli adolescenti a carico che, con un reddito imponibile di 54mila franchi, si vedono le proprie domande respinte. Sono misure che fanno male».
I paletti dell’Mps
Restando a sinistra, anche l’Mps, attraverso i suoi deputati Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi, propone una serie di emendamenti. A cominciare da quello concernente il decreto governativo sull’entrata in vigore delle due iniziative sui premi di cassa malati. «Chiediamo che sia quella socialista sia quella leghista vengano attuate, integralmente, il prossimo anno, con effetto retroattivo al 1°gennaio 2026 – spiega Pronzini –. Il verdetto popolare è stato chiarissimo. La volontà dei cittadini e delle cittadine va rispettata. Senza se e senza ma. E va rispettata applicando al più presto le due iniziative in modo completo». L’Mps si oppone poi ai tagli contemplati dal Preventivo, così come alla mancata sostituzione dei dipendenti cantonali partenti: «E questo indipendentemente da ogni percentuale», puntualizza Pronzini. Il Movimento per il socialismo sollecita inoltre «un recupero» del carovita non riconosciuto agli statali a partire dal 2022: «Ragion per cui chiediamo un adeguamento del 3% dei salari». Sul fronte delle entrate l’Mps propone, con riferimento all’aggiornamento straordinario delle stime immobiliari, che queste siano aumentate del “35%”. E che la revisione generale delle stesse sia anticipata al “2030”. Il tutto «per allinearci quanto prima al reale valore del parco immobiliare ticinese e quindi alle indicazioni giurisprudenziali del Tribunale federale», afferma Pronzini. C’è di più in relazione alla voce entrate. «Chiediamo anche – aggiunge il parlamentare – un aumento dell’aliquota sui grandi patrimoni, anche per finanziare l’iniziativa del 10% sulle casse malati».
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2025-12-12T08:00:00.0000000Z
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