‘Cauta apertura’ sulle nuove tecnologie di selezione
Avamprogetto di legge inviato in consultazione
Introdurre una procedura di autorizzazione basata sui rischi per le piante geneticamente modificate tramite nuove tecnologie di selezione. È questa la pista che intende seguire il Consiglio federale in un ambito soggetto a vivaci discussioni. Parlando di cauta apertura, mercoledì ha avviato una procedura di consultazione fino al 9 luglio su un avamprogetto di legge in merito.
Con questo approccio si potrebbero ridurre i prodotti fitosanitari nell’agricoltura e aumentare la tolleranza alla siccità delle piante utili, ha sottolineato il ministro dell’Ambiente Albert Rösti (Udc) in conferenza stampa a Berna, precisando che intende comunque tenere conto delle preoccupazioni della popolazione in materia di ingegneria genetica. Il bernese ha citato come esempio la peronospora della patata. “Con le nuove tecnologie di selezione, alcune varietà possono essere rese resistenti a questa malattia fungina”. Ciò ridurrebbe le perdite e aumenterebbe la sicurezza dell’approvvigionamento.
Non esente da rischi
In linea generale, la procedura di autorizzazione segue quanto previsto dalla Commissione europea, ma in più rafforzerà i meccanismi di controllo. Rösti ha puntualizzato che la nuova regolamentazione riguarderà piante che non contengono materiale genetico transgenico, ossia proveniente da un’altra specie. “I rischi sono quindi minori, ma non inesistenti”, ragione per cui vanno verificati, ha aggiunto il consigliere federale. Interpellato da un giornalista su quali potrebbero essere questi rischi, Rösti ha evocato la possibilità che una pianta diventi invasiva o si sviluppi in maniera non voluta, interferendo con gli organismi presenti nell’ambiente in cui vive. Sono considerate nuove tecnologie di selezione la mutagenesi (modificazione di materiale genetico della pianta in punti precisi senza introdurre materiale genetico esogeno) e la cisgenesi (introduzione in una pianta di materiale genetico proveniente dalla stessa specie o da una specie strettamente imparentata) mirate.
La legge prevede due procedure di autorizzazione distinte. La prima viene concessa sulla base della comparabilità delle piante ottenute mediante nuove tecnologie di selezione. In questo caso è possibile rinunciare a una valutazione dei rischi ambientali. La seconda invece prevede anche quest’ultimo passo.
Piante escluse dalla moratoria
Per garantire la libera scelta dei consumatori, sono previsti un’etichettatura e flussi di merci separati rispetto ai prodotti tradizionali. Infine, a prescindere dalla procedura di autorizzazione, ai fini della messa in commercio le piante dovranno apportare un valore aggiunto comprovato per l’agricoltura, l’ambiente o i consumatori.
Il Consiglio federale intende trasmettere al Parlamento il disegno di legge nel primo trimestre del 2026. Al contempo, prevede di prorogare la vigente moratoria sull’ingegneria genetica – in scadenza a fine 2025 – di altri cinque anni. Le piante ottenute mediante nuove tecnologie di selezione saranno escluse da tale moratoria e, dall’entrata in vigore della nuova legge, potrebbero quindi essere autorizzate. Un’iniziativa popolare lanciata lo scorso settembre, denominata ‘Per derrate alimentari senza organismi geneticamente modificati (Iniziativa per la protezione delle derrate alimentari)’, chiede regole severe per l’uso dell’ingegneria genetica nell’agricoltura svizzera. I suoi promotori – l’Associazione per alimenti senza Ogm, sostenuta da associazioni agricole, ambientali e di difesa dei consumatori – criticano duramente i piani del Consiglio federale. A loro avviso, i rischi posti dalle nuove tecnologie di selezione sono notevoli.
SVIZZERA
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2025-04-03T07:00:00.0000000Z
2025-04-03T07:00:00.0000000Z
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