Crematorio pubblico, sarà iniziativa
Ps, Pc, Verdi, Mps, Fa, Avanti e Noce lanceranno il testo in autunno così da ‘avviare una riflessione sul ruolo del Comune nella gestione dei decessi’
Di Fabio Barenco
Un’iniziativa popolare comunale per far tornare in mani pubbliche il servizio di cremazione dei defunti a Bellinzona. «L’intenzione è quella di lanciarla in autunno», precisa a ‘laRegione’
Alessandro Lucchini a nome del comitato d’iniziativa del quale fanno parte consiglieri comunali del Partito Socialista, Partito Comunista, Verdi, Movimento per il Socialismo, Forum Alternativo, Avanti con Ticino&Lavoro e Noce. Consiglieri comunali che si erano opposti al nuovo Regolamento comunale sui cimiteri (approvato dal plenum lo scorso 7 aprile) proprio perché non vi figurava più il forno crematorio che dovrebbe quindi in futuro essere gestito da una società privata.
‘Un servizio comunale come già avviene in altre città svizzere’
Insomma, invece che un referendum – che, se accolto, annullerebbe la decisione del legislativo di accogliere il Regolamento il cui contenuto era condiviso, ad eccezione della mancata citazione del crematorio comunale – è stato optato per un’iniziativa popolare che richiede la raccolta di 3’000 firme in 100 giorni dal momento in cui viene depositata: “Questa opzione ci permette di avviare una riflessione politica di ampio respiro sul ruolo dell’ente pubblico nella gestione di un ambito tanto delicato e cruciale come quello della morte”, si afferma in un comunicato. L’idea è quindi quella di presentare un testo “che confermi la volontà di mantenere il forno crematorio sotto gestione pubblica, proponendo al contempo una riflessione più ampia sul significato e sulle responsabilità che l’ente pubblico dovrebbe assumere in questo ambito”. Concretamente? «Sostanzialmente l’idea è far sì che tutto quanto ruota attorno al decesso di una persona cara (compresi quindi i funerali) possa essere offerto quale servizio pubblico senza scopo di lucro, come già avviene in altre città svizzere», spiega Lucchini. «Ci prendiamo dunque del tempo per elaborare un testo che vada in questa direzione».
Timori sulla sostenibilità economica
Ricordiamo che tutto parte dalla decisione del Consiglio comunale di approvare il nuovo Regolamento comunale sui cimiteri. Regolamento nel quale non figura più il servizio di cremazione svolto con il forno di proprietà della Città. Contro questa esclusione, la Commissione della legislazione aveva presentato un rapporto di minoranza (che non ha però convinto il legislativo) nel quale si riteneva come tale orientamento non fosse condivisibile né sul piano politico, né su quello del principio del servizio pubblico, né dal punto di vista finanziario. Infatti l’intenzione del Municipio è quella di mettere a concorso la sostituzione del forno crematorio ormai vetusto – si ipotizza un investimento di circa un milione di franchi che l’esecutivo reputa economicamente non sostenibile – così come la sua gestione. E questo a causa in particolare del fatto che con l’apertura nel 2022 del forno di Carasso, le cremazioni nell’impianto comunale sono drasticamente diminuite: da 776 nel 2021 a 370 nel 2024. Durante il dibattito in Consiglio comunale il sindaco Mario Branda aveva inoltre aggiunto che in Ticino i funerali sono gestiti dalle pompe funebri, che indirizzano le salme nei vari crematori. Oltralpe, invece, il tutto è gestito dal servizio pubblico. Di conseguenza se le società private non dovessero più affidarsi al forno di proprietà della Città, si rischierebbe una perdita che andrebbe a pesare sulle finanze del Comune. Branda non aveva poi escluso che la Città “possa riscattare il forno dopo dieci anni pagando o dopo venti gratis”.
Per tariffe stabili e accessibili
Di fatto, quindi, con un concorso pubblico si va verso una privatizzazione del servizio. Una privatizzazione che, stando agli iniziativisti, porterebbe a prezzi più alti e, soprattutto, metterebbe in discussione una gestione etica, universale e centrata sulla dignità umana che sarebbe invece garantita se tale servizio continuasse a rimanere in mano pubblica, si sottolineava nel rapporto commissionale di minoranza. Partendo dai prezzi, un servizio di cremazione pubblico assicurerebbe tariffe stabili e accessibili. Come era tra l’altro il caso con il forno crematorio comunale che applicava finora tariffe inferiori rispetto ad altre realtà in Ticino gestite da aziende private. Tariffe inferiori, sia per la cremazione, ma anche per la sala cerimonie e le camere ardenti (che in ogni caso restano in mano all’ente pubblico). Nel rapporto di minoranza si evidenziava inoltre che in generale in Ticino la privatizzazione del settore ha fatto lievitare i prezzi, i quali sono fra i più alti della Svizzera (come ha indicato un’analisi di Mister Prezzi risalente al 2022), tranne quelli, appunto, del crematorio comunale. Inoltre, stando alle stime dei consiglieri comunali in questione, il forno crematorio risulterebbe essere finanziariamente sostenibile (tenendo conto anche dell’investimento di un milione di franchi per la sua sostituzione) pure con 370 cremazioni all’anno, come è stato il caso nel 2024. Tuttavia, la ferma convinzione di continuare ad avere a disposizione un forno crematorio gestito dall’ente pubblico non si basa solo su aspetti finanziari: gli aspetti economici dovrebbero infatti essere subordinati a principi di eticità, trasparenza e garanzia di un servizio universale e accessibile a tutta la popolazione. E questo dovrebbe valere, stando agli iniziativisti, per tutte le pratiche e usanze che concernono il decesso di una persona cara.
BELLINZONA E VALLI
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2025-04-24T07:00:00.0000000Z
2025-04-24T07:00:00.0000000Z
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