Dopo dieci giorni di trattative è stata annunciata la squadra dei ministri guidata da Francois Bayrou che su X si è detto “fiero” di questo “collettivo d’esperienza per riconciliare e ripristinare la fiducia di tutti i francesi”, dopo i mesi caotici seguiti alla decisione del presidente Macron di sciogliere il parlamento. Nell’esecutivo 18 donne su un totale di 35 ministri. Spicca la nomina di due ex premier, Elisabeth Borne e Manuel Valls, nonché un tandem particolarmente marcato a destra: il falco dei Républicains noto per il pugno duro contro i migranti clandestini, Bruno Retailleau, confermato al ministero dell’Interno, e il macroniano Gérald Darmanin alla Giustizia. Le nomine non sembrano soddisfare né il cartello di sinistra né i lepenisti. Critiche anche per i 19 confermati rispetto al governo uscente guidato da Michel Barnier. Sorpresa al ministero dell’Economia, dove va un outsider, Eric Lombard: toccherà a lui condurre in porto la Legge di Bilancio 2025 e rassicurare partner europei e mercati finanziari sui disastrati conti pubblici francesi.