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Da medico a medico: Msf invita Ignazio Cassis a discuterne

Si moltiplicano le critiche al ticinese e al governo

Delusa dalle recenti dichiarazioni del consigliere federale Ignazio Cassis sulla situazione a Gaza, che hanno provocato reazioni anche tra i parlamentari sia di destra che di sinistra (due mozioni firmate Ps sono state depositate ieri), Medici senza frontiere (Msf) invita il ministro degli Esteri a discutere con la stessa Ong della situazione nella Striscia. “Siamo legittimati” a parlarne dato che “siamo sul posto, riceviamo pazienti” e vogliamo “raccontargli quello che vediamo” e le difficoltà dell’assistenza umanitaria, ha affermato la presidente di Msf Svizzera, Micaela Serafini, durante un’azione di protesta a Ginevra davanti alla sede dell’Onu. Msf ha 1’200 collaboratori sul posto, di cui diverse decine internazionali e fino a poco tempo fa anche due svizzeri. Queste persone sono “frustrate” e anche loro risentono delle restrizioni, mangiano solo una volta al giorno pur continuando il loro impegno. Le scorte di farmaci si riducono di giorno in giorno.

Martedì Cassis si è espresso ai microfoni della Rsi e della Rts sollevando un polverone di critiche, sia a livello politico che tra gli operatori attivi sul terreno. Il ticinese ha tra le altre cose spiegato perché la Svizzera non ha firmato la lettera sottoscritta da 22 Paesi europei che chiedevano che gli aiuti fossero gestiti dalle Nazioni Unite e dalle Ong attive in ambito umanitario. A suo avviso, la missiva è un “processo alle intenzioni contro una fondazione di cui non sapevamo nulla”. Il riferimento è alla Gaza Humanitarian Foundation, (Ghf), organizzazione sostenuta dagli Stati Uniti e da Israele che da qualche giorno sta distribuendo aiuti nella Striscia.

Lettere aperte, appelli (uno firmato persino dalle ex consigliere federali Ruth Dreifuss e Micheline Calmy-Rey, un altro da una sessantina di ex diplomatici), petizioni, proteste di piazza: Ignazio Cassis e il Consiglio federale sono da settimane sotto pressione per la loro discrezione (chiamiamola così) in merito alla tragedia in corso a Gaza. Il ‘Tages-Anzeiger’ ha riferito ieri che oltre 200 collaboratori attuali del Dipartimento

federale degli affari esteri (Dfae) hanno sottoscritto una lettera (la sua esistenza era stata rivelata dal ‘SonntagsBlick’) nella quale chiedono al loro capo di condannare “chiaramente” le azioni dell’esercito israeliano. Anche l’intero Consiglio federale viene criticato, per non aver condannato in maniera sufficientemente esplicita le “massicce violazioni del diritto umanitario”.

Intanto, oltre 1’200 medici hanno firmato un manifesto di Médecins du Monde (MdM) Svizzera che chiede al Consiglio federale di “intraprendere azioni concrete” per garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario nella Striscia di Gaza. L’organizzazione rileva che “la violenza contro i civili e le strutture mediche ha raggiunto livelli senza precedenti”.

SVIZZERA

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2025-06-06T07:00:00.0000000Z

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https://epaper.laregione.ch/article/281569476672500

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