A Berna semaforo rosso all’iniziativa ‘Strade più sicure’
Il Consiglio federale ritiene superata la proposta ticinese
Di Stefano Guerra
26 marzo 2025: al Centro di controllo veicoli pesanti di Giornico viene controllato un Tir che trasporta furgoni, diretto a nord e guidato da un 36enne macedone. Dalle verifiche tecniche emerge che nella parte inferiore sinistra del mezzo pesante, targato Macedonia del Nord, il braccio della sovrastruttura è inclinato a causa di una lacerazione importante del telaio. Risulta inoltre che il Tir supera di 10 centimetri la lunghezza massima legale (20,35 metri). Il rimorchio, si legge in un comunicato diffuso mercoledì dalla Polizia cantonale, “non garantisce i minimi criteri di solidità”. L’autista e il proprietario del mezzo vengono multati e denunciati per grave infrazione alla Legge federale sulla circolazione stradale.
Non sappiamo (ma è lecito dubitarne) se il Tir in questione fosse provvisto del controllo elettronico della stabilità, uno dei sistemi di sicurezza di cui tutti i mezzi pesanti immatricolati in Svizzera e in Europa devono essere dotati da una decina d’anni a questa parte. Stando al Consiglio federale, di questi sistemi (dispositivo avanzato di frenata d’emergenza, avviso di deviazione dalla corsia, sistema antibloccaggio, controllo della pressione degli pneumatici, controllo elettronico della stabilità) è equipaggiata ormai la “quasi totalità degli autocarri circolanti, mentre i mezzi più vecchi che ne sono privi sono utilizzati sempre meno”. Il governo lo scrive nella nota in cui fa sapere di considerare “già raggiunto nel complesso” l’obiettivo dell’iniziativa del Canton Ticino ‘Strade più sicure subito!’ e, pertanto, di non ritenere “più opportuno” metterla in vigore. Una conclusione “deludente”, dice a ‘laRegione’ Bruno Storni. Nel 2017, quand’era ancora in Gran Consiglio, il consigliere nazionale socialista aveva presentato l’iniziativa cantonale poi approvata all’unanimità dal legislativo cantonale, faticosamente avallata dalle commissioni parlamentari competenti a Berna e infine adottata nell’ottobre del 2021 dalle Camere federali, sotto forma di una modifica della Legge federale sulla circolazione stradale (LCStr).
Critiche da Bellinzona
La scelta del Consiglio federale non è dettata soltanto dall’“avanzato stato di ammodernamento del parco veicoli”. L’esecutivo rimanda anche ai risultati della procedura di consultazione svoltasi un anno fa, nella quale “la maggioranza dei soggetti interpellati, in particolare i Cantoni direttamente interessati, si è espressa in maniera critica” sulla revisione delle pertinenti ordinanze. Questa prevedeva in sostanza di consentire il transito lungo gli assi stradali transalpini (San Gottardo, San Bernardino, Sempione, Gran San Bernardo) esclusivamente agli autocarri dotati dei sistemi di assistenza richiesti. Deroghe erano previste ad esempio per i veicoli militari e della polizia, le ambulanze e i veicoli d’epoca. Il governo aveva per contro rinunciato a introdurre deroghe e proroghe all’obbligo di equipaggiamento per veicoli nazionali, in quanto avrebbero violato il divieto di discriminazione sancito dall’Accordo sui trasporti terrestri tra Svizzera e Ue.
Anche lo stesso Consiglio di Stato ticinese aveva avuto da ridire. Nel parere inoltrato a Berna poco meno di un anno fa, si dichiarava fondamentalmente non d’accordo. “Tale divieto – si legge nella presa di posizione – si applicherebbe solo agli assi autostradali. In tal senso il rischio di trasferire su strada cantonale il traffico dei veicoli non sottoposti a obbligo potrebbe causare minor sicurezza e maggiore inquinamento. Inoltre ciò creerebbe un onere importante per i trasportatori locali che si muovono tra Bellinzona e il Gottardo o il San Bernardino, i quali si troverebbero confrontati con necessità di adeguamento che i loro colleghi del resto del Ticino non avrebbero”. Tre anni e mezzo prima, l’esecutivo cantonale si era invece espresso a favore del progetto di revisione della LCStr elaborato dalla Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale.
‘Posizione masochistica’
Bruno Storni non le manda a dire: né al Consiglio federale, che “ha fatto melina” e che “non ha tenuto conto del fatto che praticamente ogni anno vengono aggiunti nuovi sistemi di sicurezza obbligatori per tutti i nuovi Tir immatricolati”; né al Consiglio di Stato, per la sua “posizione masochistica, in contraddizione con i dettami della politica di trasferimento del traffico dalla strada alla ferrovia”.
Il deputato di Gordola comunque non intende demordere. Potrebbe tornare alla carica in occasione di una prossima revisione della LCStr, per la quale non c’è ancora una data. “Vedremo cosa si potrà fare”, dice.
SVIZZERA
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2025-04-03T07:00:00.0000000Z
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