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‘L’imbarbarimento del dibattito non aiuta nessuno’

Fiorenzo Dadò (Centro): ‘Noi ci opponiamo a questi modi’

Di Jacopo Scarinci

«L’imbarbarimento del dibattito, dei rapporti tra le persone, una crescente volontà e difficoltà nel trovare delle intese politiche ma non solo, è sempre più evidente, anche da noi». Manca poco a Natale, il Preventivo è alle spalle e votato, la panettonata del Centro sta per partire, ma prima – davanti al Comitato cantonale riunitosi a Massagno – il presidente Fiorenzo Dadò non si lascia andare più di tanto al clima di festa, ma ripercorre il recente passato con non poca preoccupazione per il futuro.

«Forse in sala non avete idea di quante difficoltà, quante discussioni, riunioni, telefonate abbiamo fatto in questi mesi per riuscire a portare a buon fine anche solo un Preventivo, o un progetto importante come il tram-treno del Luganese – ha detto Dadò al suo ‘parlamentino’ –, e a Bellinzona, avrete visto, sono pure volati gli stracci, le parole forti… per non parlare della televisione, dove abbiamo sentito persino consiglieri di Stato che insultano, sbugiardano, o che usano linguaggi da osteria». Con un più che ovvio riferimento alla querelle tra la frazione Udc in Gran Consiglio e il direttore del Dt Claudio Zali. E davanti a tutto questo, chiede e si chiede Dadò, cosa può fare il Centro? Semplice: «Noi possiamo e dobbiamo opporci! Con responsabilità e buonsenso. Opporci non con gli insulti o la sguaiataggine, ma con la forza degli argomenti».

Partendo da «alcuni esempi positivi di sana e proficua collaborazione con gli altri partiti che ci hanno permesso di portare a buon fine alcuni progetti e alcune iniziative importanti per la collettività. A Berna, grazie a una convergenza tra il nostro Partito e altre forze politiche, è stata approvata in questi giorni la nostra iniziativa cantonale per la protezione dal licenziamento delle mamme adottive, scongiurato un taglio di fondi per le zone periferiche e promossi maggiori aiuti per combattere la violenza sulle donne. La collaborazione che abbiamo avuto con Fabio Regazzi, Giorgio Fonio e Maurizio Agustoni, ma anche con Amalia Mirante, anche in questo come in altri casi è stata ottimale e i frutti si sono visti». A Bellinzona, ed è storia dell’altro giorno, «dopo che Lega e Ps si sono defilati, siamo riusciti con il Plr a dotare lo Stato di un Preventivo per il prossimo anno e far approvare il credito molto importante per il Luganese, che permetterà di dare finalmente avvio al progetto di tram-treno, del quale se ne sta discutendo da oramai 20 anni». Senza dimenticare «la ciliegina sulla torta, la riuscita dell’iniziativa sugli smartphone a scuola, con 11mila firme raccolte assieme a molti altri partiti». Sulla prima tappa al Consiglio degli Stati dell’iniziativa cantonale ticinese per parificare le neomamme adottive nella protezione dal licenziamento nelle prime 16 settimane, la butta sull’ironia il vicepresidente e deputato al Nazionale

Giorgio Fonio: «Da sinistra chiedono sempre come fanno a stare nello stesso partito Fonio e Regazzi, beh questa iniziativa sociale agli Stati è passata col voto di Fabio mentre qui in Gran Consiglio la sinistra non l’ha votata...». Lo stesso Fabio Regazzi dal canto suo afferma che «Giorgio mi ha avvicinato e mi ha segnalato l’iniziativa, dicendomi che avevamo bisogno di aiuto, era a rischio: bene, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare». Citazione di Zali? No, «si dice così nell’hockey», se la cava il ‘senatore’. Il consigliere di Stato del Centro, Raffaele De Rosa, ricorda come «il fatto che al termine di un percorso tortuoso il parlamento abbia approvato il Preventivo è un segnale importante, nei momenti complessi servono rigore e capacità di mostrare responsabilità, visione e unità d’intenti. Vanno curate le crepe prima che diventino fratture: il nostro partito questo lo sa fare bene». Il capogruppo in Gran Consiglio Maurizio Agustoni, partendo dal Vangelo secondo Luca e papa Leone XIV, parlando di pace e del suo bisogno ammonisce: «La corsa all’acquisto di armi non porta alla concordia tra nazioni, le opinioni pubbliche hanno il dovere di richiamare le autorità politiche a un approccio meno disinvolto nei confronti della guerra».

CANTONE

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2025-12-20T08:00:00.0000000Z

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