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La tassa sulla salute adesso è ufficiale: ‘Ma faremo ricorso’

Augurusa (Cgil): ‘Procederemo alla Corte costituzionale’

di Marco Marelli

Nel fine settimana Roma ha dato una accelerazione sull’applicazione del cosiddetto ‘contributo di partecipazione al Servizio sanitario nazionale’ previsto per i vecchi frontalieri, un esercito di lavoratori italiani (oltre 80mila di cui 70mila lombardi) occupati nei cantoni Ticino (la stragrande maggioranza), Grigioni e Vallese prima del 17 luglio 2023, giorno in cui dopo una lunga gestazione (se ne parla da una decina di anni) è stato definitivamente approvato l’accordo italo-svizzero sulla nuova fiscalità dei frontalieri, in vigore dal 1° gennaio 2024. Venerdì scorso la Gazzetta ufficiale ha pubblicato il decreto del Ministero della salute che di concerto con quello dell’economia introduce ufficialmente il balzello, conosciuto come ‘tassa sulla salute’, osteggiata dalle Organizzazioni sindacali di categoria sia italiane che svizzere, in quanto la considerano una doppia imposizione fiscale, considerato che i vecchi frontalieri le tasse già le pagano in Svizzera.

I ristorni caleranno

Il 40% delle tasse pagate nella Confederazione viene annualmente riversato in Italia sotto forma di ristorni dei frontalieri a favore dei Comuni, delle Province e delle Comunità Montane di frontiera. Per il 2026 la Svizzera ha già comunicato che i ristorni ammontano a 128 milioni di euro. Una somma così rilevante non è mai stata raggiunta in passato. Per il futuro le previsioni dicono che è destinata a calare progressivamente, anche perché i ristorni cesseranno il 31 dicembre 2033.

La pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale del decreto ministeriale sta a significare che la tassa sulla salute è ora legge dello Stato, per cui deve essere applicata. Solo un intervento parlamentare (che è da escludere) o una decisione della Corte costituzionale (alla quale intendono ricorrere le Organizzazioni sindacali, convinte che siamo in presenza di una legge anticostituzionale) possono cancellare il balzello di cui si è incominciato a parlare con la legge di Bilancio 2024, ribadito dalla Finanziaria 2025. Un balzello che per due anni è rimasto sulla carta, in quanto si è confrontato con un macigno: il no, senza se e senza ma, della Svizzera che in mancanza di una base legale non ha fornito l’elenco dei vecchi frontalieri e soprattutto il reddito netto percepito da ognuno di loro. Base essenziale per quantificare la tassa sulla salute.

Il problema dell’autocertificazione

Come accertare la veridicità dell’autocertificazione? Fors’anche per questo Regione Lombardia che inizialmente dalla tassa sulla salute stimava di incassare annualmente 120 milioni di euro, ora ne ipotizza una novantina. Tornando al decreto ministeriale c’è da dire che sta scritto che i vecchi frontalieri pagheranno fra i 30 e i 200 euro al mese. E questo a iniziare dal 2024, per cui il balzello è retroattivo. Nel lungo documento ministeriale non vengono dettagliate le norme applicative. C’è però un passaggio che aumenta la preoccupazione (per non dire altro) dei vecchi frontalieri: si parla di “compartecipazione familiare”. Trattandosi di un contributo dovranno pagare anche i familiari? Insomma, c’è molto da chiarire.

Il decreto ministeriale che ha riscaldato gli animi dei diretti interessati non ha colto di sorpresa le Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, in quanto la strada era ormai tracciata. Gli incontri in Regione Lombardia, che si sono succeduti nelle ultime settimane, non lasciavano dubbi sul fatto che il balzello fosse in dirittura d’arrivo. I segretari nazionali dei frontalieri si riuniranno martedì 23 dicembre. Con il supporto di alcuni avvocati cercheranno come possono di muoversi prima che sia fissata la data del primo pagamento. Anticipa a ‘laRegione’ Giuseppe

Augurusa, segretario nazionale Cgil frontalieri: «Fermo restando che come sindacato confermiamo il ricorso alla Corte costituzionale, in quanto come più volte ribadito, a nostro giudizio, e in questo siamo supportati da numerosi costituzionalisti, questa legge è incostituzionale. Siamo dell’avviso, prima, di ricorrere alla giustizia tributaria, passaggio obbligato per arrivare alla Corte costituzionale. Il ricorso sarà da parte di uno o più vecchi frontalieri. Su questo aspetto non ci sono problemi».

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2025-12-22T08:00:00.0000000Z

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