‘Sulla legalizzazione molteplici criticità’
Il Consiglio di Stato esprime ‘uno scetticismo di fondo’ sul progetto di legge confezionato a Berna. ‘Si attenda la fine delle sperimentazioni in corso’
A.MA./GAG
L’avamprogetto di legge “presenta, a nostro avviso, molteplici criticità”. È severo il giudizio formulato dal Consiglio di Stato – nella consultazione avviata da Berna a fine agosto e chiusasi all’inizio di questo mese – sul progetto preliminare della Legge federale sui prodotti della canapa attraverso il quale la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale attua l’iniziativa parlamentare di Heinz Siegenthaler (Centro), depositata nel 2020. La richiesta del consigliere nazionale bernese: una regolamentazione del mercato della cannabis per una “migliore protezione” dei giovani e dei consumatori. Diversi gli obiettivi: affidare allo Stato “il controllo della produzione e del commercio”, separare il mercato destinato all’uso medico da quello ricreativo, ridurre il mercato nero abolendo la proibizione, regolamentare la tassazione, regolamentare la coltivazione personale. “In Svizzera sono 300mila le persone che consumano regolarmente la cannabis come sostanza psicoattiva”, scriveva Siegenthaler riferendosi a dati del 2018 pubblicati dal Consiglio federale: “Il vigente divieto di coltivare, commercializzare e consumare canapa della legge sugli stupefacenti non ha raggiunto sufficientemente lo scopo di proteggere la popolazione. Nonostante il divieto il consumo non diminuisce, il mercato nero prospera, non esistono controlli di qualità e di conseguenza non è garantita la protezione dei consumatori”.
Il governo ticinese esprime tuttavia “uno scetticismo di fondo”. Si dice scettico sulla scelta di dar seguito all’iniziativa di Siegenthaler “prima della fine delle valutazioni delle sperimentazioni pilota con cannabis attualmente in corso a seguito dell’introduzione del nuovo articolo 8a Legge federale sugli stupefacenti”. In vigore dal maggio 2021, ricorda il Consiglio di Stato, la norma consente “lo svolgimento di sperimentazioni scientifiche pilota con canapa limitate sotto il profilo territoriale e temporale”. L’obiettivo dei test, accompagnati da studi scientifici, è “di fornire le conoscenze sugli effetti di un accesso controllato alla canapa in termini di salute fisica e psichica delle consumatrici e dei consumatori legati al consumo”. Gli aspetti socioeconomici, le ripercussioni sulla capacità lavorativa o sulla famiglia e sulle relazioni sociali “sono altresì oggetto di valutazione”. Bellinzona reputa “opportuno” attendere le valutazioni finali di “tutti i progetti pilota”. Cosa che “permetterà di beneficiare al meglio delle esperienze maturate con i diversi modelli implementati e di mettere in atto una nuova legge solida”.
‘Difficoltà rilevanti di applicazione’
Tant’è che il progetto di normativa posto in consultazione non convince il Consiglio di Stato. Il quale, nel bocciarlo, scrive fra l’altro di “difficoltà rilevanti” nell’applicazione della legge. “Le autorità competenti per il controllo menzionano in particolare – annota l’Esecutivo cantonale – le quantità elevate permesse per il possesso dei prodotti della cannabis, che rendono complicata la distinzione tra chi ne produce per autoapprovvigionamento e chi commercia illegalmente”. Nell’imminenza di un controllo, avverte, “la sostanza posseduta in eccedenza potrà facilmente essere trasmessa a terzi e quindi ripartita”. Non solo: “L’autoapprovvigionamento può porre problemi anche nell’ottica della determinazione del proprietario delle piante, nel caso di un’abitazione condivisa da più persone”. Aggiunge il governo: “Considerata inoltre la possibilità di consumare nello spazio pubblico e di coltivare in autoapprovvigionamento, senza delimitazioni, si teme che la Polizia sia fortemente sollecitata per segnalazioni di situazioni dubbie e per controlli negli spazi pubblici. Sarebbero quindi auspicabili delle restrizioni e dei divieti di consumo negli spazi pubblici. Questi permetterebbero di proteggere le fasce vulnerabili della popolazione e faciliterebbero il compito delle forze dell’ordine nel far rispettare l’applicazione della legge”.
È poi “imprescindibile” l’introduzione di “un meccanismo di finanziamento”, che dia ai Cantoni “i mezzi sufficienti per finanziare l’esecuzione e le attività supplementari necessarie in termini di protezione della salute e dei giovani: attività di informazione; ampliamento dell’offerta di prevenzione, consulenza e terapia; riduzione dei danni attraverso un consumo a basso rischio; rafforzamento delle misure di promozione della salute e offerte complementari destinate ai gruppi vulnerabili per una protezione efficace dei giovani”. Così come per finanziare “i nuovi compiti attribuiti (rilascio di concessioni per i punti vendita o la sorveglianza della vendita; controlli sulla qualità e la sicurezza dei prodotti; esecuzione dei test d’acquisto; rispetto dei requisiti relativi all’imballaggio, alle informazioni sul prodotto e alle avvertenze; perseguimento penale delle infrazioni)”.
E ancora: “Viste le importanti lacune sperimentate con il tabacco e l’alcol nella protezione dei minori, con controlli dell’età spesso inefficaci o assenti, il commercio online regolamentato potrebbe semmai essere preso in considerazione solo dopo la realizzazione e la valutazione di progetti pilota specifici per la vendita online, al fine di colmare importanti falle nella protezione dei minori, nel controllo dell’età e nella messa in atto di misure preventive e di consulenza”.
Non è finita. Secondo il Consiglio di Stato, oltre alla “formazione” del personale di vendita, “è necessario l’inserimento di obblighi procedurali e strumenti concreti per offrire attivamente e tempestivamente consulenza ai clienti in caso di segnali di consumo problematico, promuovere un consumo il meno rischioso possibile”. Inoltre: “La definizione dei prodotti della canapa per uso orale deve essere formulata in modo tale da rendere chiara la distinzione tra i prodotti soggetti a questa legislazione e gli alimenti secondo la definizione della Legge sulle derrate alimentari; deve essere esclusa qualsiasi possibilità di confusione tra prodotti a base di canapa e alimenti in quanto questa confusione comporterebbe un rischio diretto per la salute delle consumatrici e dei consumatori”. Altra richiesta: “È fondamentale che sia definito un istituto che si occupi di analizzare questo genere di prodotti per una maggiore efficienza”.
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