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Isabella: ‘È importante e non costa niente’

Il rapporto commissionale di Amalia Mirante

(Avanti con Ticino&Lavoro), favorevole all’iniziativa, di firme non ne ha molte. Ha quella della relatrice, chiaramente. Quelle del Centro, ci mancherebbe. Roberta Passardi unica del Plr, mentre Danilo Forini per il Ps e Marco Noi per i Verdi lo hanno firmato ma con riserva. Detta breve: il tutto rischia di naufragare in aula. Ed è questo il pericolo che vede il deputato del Centro Claudio Isabella, che conferma come «in commissione abbiamo visto che si cercava qualsivoglia motivo per non dire sì a questa iniziativa cantonale che d’accordo non riguarda moltissime persone, i casi in Ticino sono meno di una decina l’anno, ma per queste persone è un argomento importantissimo».

Isabella, ripensando ai lavori commissionali, stigmatizza un po’ le motivazioni addotte per non appoggiare la proposta di protezione dal licenziamento per 16 settimane delle neomamme adottive: «Si è detto di tutto – conferma il granconsigliere del Centro –. C’è chi dice no o vorrebbe dire no perché si parla solo di madri e non di adozioni da parte di coppie omosessuali, c’è chi dice che non serve a nulla perché a Berna le iniziative cantonali ticinesi non passano mai, c’è anche chi afferma che le mamme adottive sono diverse da quelle biologiche perché non hanno problemi fisici dovuti al parto e quindi non c’è la motivazione...».

Invece, riprende Isabella, che è anche sindacalista Ocst, «questa protezione dal licenziamento è importante perché, purtroppo, anche per chi adotta le prime settimane portano situazioni particolari e difficili, che non permettono alla lavoratrice di essere completamente a disposizione del datore di lavoro e di essere maggiormente flessibile». Nel senso che «evidentemente bisogna passare del tempo con il bambino, ci sono assenze magari maggiori nelle prime settimane, appunto per star vicino al neoarrivato». L’idea, spiega ancora Isabella, «è proteggere queste persone e il loro posto di lavoro. Non diciamo che debbano essere pagate ore non lavorate, ma solo difendere il lavoro di chi sceglie di adottare un bambino». Persone che «spesso fanno parte di una coppia che non può avere figli biologici, che hanno già passato momenti dolorosi, che decidono di affrontare comunque un percorso lungo e complicato». In più, «questa iniziativa cantonale non porta né maggiori costi ai datori di lavoro, né allo Stato, né davvero a nessuno. Chiede una semplice parificazione».

CANTONE

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2024-09-16T07:00:00.0000000Z

2024-09-16T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281586655982805

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