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Chiarito l’incidente, resta l’apprensione sui controlli

Escluse verifiche sistematiche alle frontiere

Chiarite le dinamiche, restano le preoccupazioni. Le cause del deragliamento ferroviario nella Galleria del San Gottardo – incidente avvenuto il 10 agosto 2023, con i lavori di ripristino che sono durati oltre un anno – sono state messe nero su bianco nel rapporto del Sisi pubblicato nelle scorse settimane. Rapporto che dimostra come a causare il deragliamento sia stata la rottura di una ruota difettosa del convoglio merci in arrivo dall’estero. Restano però le preoccupazioni sulla possibilità che un evento del genere si possa ripetere. Da qui la serie di quesiti posti al Consiglio federale durante l’ora delle domande. Tra queste anche quelle dei consiglieri nazionali ticinesi Simone Gianini (Plr) e Bruno Storni (Ps). Nelle risposte il Consiglio federale mette in chiaro di essere attivo a livello internazionale per migliorare i controlli ai treni merci che transitano in Svizzera, ma esclude controlli sistematici alle frontiere come viene invece chiesto da più parti. “I controlli fisici alle frontiere – spiega il Consiglio federale rispondendo a un quesito di Gianini – hanno un effetto limitato a causa della scarsa visibilità dei componenti. La luce e le condizioni atmosferiche limitano ulteriormente la visibilità. Solo i difetti evidenti possono essere riconosciuti in modo affidabile. Le crepe nei dischi delle ruote, inoltre, difficilmente possono essere rilevate durante questi controlli”.

Diverse misure sul territorio nazionale

Il Consiglio federale ribadisce come tutta una serie di misure sia in fase di implementazione a livello nazionale. Tra queste, come afferma nella risposta a Storni, “il graduale abbandono da parte di Ffs Cargo dei freni con suole Ll (quelli all’origine dell’incidente, ndr) entro la fine del 2025”. Sempre a proposito di ulteriori misure di sicurezza: “Le Ffs hanno in programma l’installazione di rilevatori di deragliamento nei punti critici dell’asse del Gottardo, simili ai sistemi dell’Eurotunnel. Secondo le informazioni attuali – precisa il Consiglio federale nelle sue risposte a Gianini – questi non saranno collegati ai sistemi di controllo dei treni (compresa la Wayside Intelligence), ma direttamente agli impianti di sicurezza”. Allo stesso tempo, ricorda l’Esecutivo federale, le Ferrovie federali svizzere stanno ampliando i sistemi di controllo dei treni a livello di rete. Ad esempio, per rilevare i danni ai cuscinetti degli assi, i difetti dei freni e i superamenti del carico degli assi. In questa direzione va anche l’accoppiamento automatico digitale, una misura che dovrebbe essere implementata (in Svizzera e poi nel resto d’Europa) dopo 2026, quando entrerà in vigore la necessaria revisione della legge sul trasporto merci, con il credito necessario che è già stato votato dal parlamento.

Sul piano internazionale, invece, si continuerà a cercare di battere il chiodo con le autorità europee. “Il trasporto merci è un’attività internazionale – ricorda il Consiglio federale – continueremo a impegnarci per garantire che le raccomandazioni del Servizio d’inchiesta sulla sicurezza, in particolare l’adeguamento della manutenzione, siano attuate a livello europeo”. Sulle tratte di ingresso in Svizzera, spiega il governo federale, sono presenti alcuni dispositivi di controllo dei treni in grado di rilevare, ad esempio, ruote calde, freni a mano azionati o ruote fuori asse. Non esistono ancora, come detto, dispositivi di controllo dei treni in grado di rilevare la presenza di crepe nei dischi delle ruote. «Sono risposte in chiaroscuro – commenta Gianini –. Le misure interne e la presa di coscienza sono sicuramente positive, ma si potrebbe sicuramente fare di più per quanto riguarda i controlli dei treni che entrano in Svizzera. È una preoccupazione espressa anche dalle Ffs».

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2025-06-11T07:00:00.0000000Z

2025-06-11T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281586656550972

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