I ristorni tornano ai Comuni di frontiera
Dietrofront del governo italiano che ha deciso di restituire 37,6 milioni ai Comuni di frontiera, risorse riferite ai ristorni dei frontalieri 2026 (128 milioni di euro) che il Ministero delle finanze e dell’economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, aveva inizialmente spostato su altri capitoli di spesa. Fra questi: il sostegno dei salari nelle zone di confine, a favore di alcuni settori, primo fra tutti quello sanitario, alle prese con una emergenza sempre più grave, in buona parte dovuta alla fuga di medici e infermieri in Ticino. Tema caldissimo che Roma e Milano pensano di risolvere con la contestata “tassa sulla salute”. Il dietrofront del governo è dovuto al fatto che i ristorni dei frontalieri (da sempre) sono parte rilevante dell’accordo bilaterale Italia-Svizzera sulla fiscalità dei frontalieri. Accordo che, come ribadito in un recente incontro a Bellinzona da parte della Confederazione e del Ticino, stabilisce che i ristorni debbano andare tutti ai Comuni di frontiera. Principio ribadito anche in occasione dell’accordo del 2023 sulla nuova fiscalità dei frontalieri. Nulla da allora è stato cambiato e se il governo avesse confermato la sua decisione iniziale si sarebbe potuto aprire un contenzioso con la Svizzera.
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2025-12-20T08:00:00.0000000Z
2025-12-20T08:00:00.0000000Z
https://epaper.laregione.ch/article/281586656942044
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