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‘Sgarbo istituzionale’ ‘Fuga in avanti’

Il ricorso dell’Udc fa storcere il naso a chi opera nel settore. Piazzini (Catef): ‘È inopportuno’. Montorfani (ex Svit): ‘Mina gli equilibri raggiunti’

di Andrea Manna e Giacomo Agosta

«Questo passo lo ritengo uno sgarbo al governo e soprattutto al parlamento. Non solo: parlando sempre a titolo personale, lo considero inopportuno». Interpellato dalla ‘Regione’,

Gianluigi Piazzini, alla testa della Camera ticinese dell’economia fondiaria (Catef), non usa giri di parole nel prendere le distanze dalla decisione dell’Udc di impugnare davanti al Tribunale federale, per il tramite del proprio consigliere nazionale Paolo Pamini, l’aumento del 15 per cento delle stime immobiliari approvato dal Gran Consiglio nell’ambito del Preventivo 2026 del Cantone. Un ricorso con cui i democentristi sperano – Tf permettendo – di far saltare il citato ritocco verso l’alto (e dunque questa revisione parziale), anticipare quella generale, ora agendata per il 2035, e, soprattutto, sottoporre al più presto – prima di qualsiasi revisione, anche solo parziale – al voto dei cittadini l’iniziativa popolare costituzionale da loro lanciata nel 2022 con il sostegno di esponenti di altri partiti borghesi (più di 17mila le firme raccolte) per neutralizzare fiscalmente l’incremento dei valori di stima. Incremento/raddoppio derivante dalla revisione generale, un passaggio obbligato dato che un verdetto pronunciato a suo tempo dalla stessa alta Corte obbliga ad avere stime pari almeno al 70 per cento del valore di mercato (in Ticino al momento sono intorno al 40). Tale l’intento, al netto ovviamente di quella che sarà la sentenza dei giudici di Mon Repos. «Certo, se poi – riprende sarcastico Piazzini, dal 1991 al 2007 deputato del Ppd (oggi Centro) al Gran Consiglio, membro fra le altre delle allora commissioni Tributaria e Pianificazione del territorio – ci aggiungiamo quanto ha dichiarato Pamini al ‘Corriere del Ticino’, e cioè che l’obiettivo ultimo dell’Udc è di fare del Ticino la Florida della Svizzera per attirare i super ricchi, la frittata è fatta: con un simile orientamento se l’iniziativa costituzionale fosse sottoposta a breve al voto popolare, non avrebbe molte possibilità di essere accolta. Addio alla neutralizzazione».

‘Calma, step by step’

Sul tavolo, continua il presidente dell’associazione ticinese dei proprietari immobiliari, «abbiamo la proposta di un aumento del 15% con un allungo decennale per arrivare a una revisione generale nel 2035 e dall’altra parte una proposta di neutralizzazione della revisione generale. In poche parole, in gioco vi è la revisione generale delle stime. La facciamo a breve oppure fra dieci anni e nel frattempo aumentiamo del 15% le stime attuali? La proposta del Consiglio di Stato del 15% con allungo decennale è stata approvata dal Gran Consiglio e, a parte il rispetto istituzionale, non è un’idea malsana. Anzi! Uno strappo delle stime, dopo quello già effettuato una decina d’anni fa, mantenendo quindi sul tavolo una discreta riserva per l’immediato futuro, mi sembra una buona e soprattutto sicura soluzione. La neutralizzazione dell’aumento delle stime, vedi iniziativa costituzionale, dovrà infatti prima superare lo scoglio della votazione popolare per poi confrontarsi con l’implementazione delle necessarie modifiche legislative. Una trentina! Un’esposizione defatigante a ricorsi e a freccette. Inoltre, come ho già detto, non premia sicuramente l’incauta affermazione ‘portiamoci a casa i ricconi’! Per farla breve – osserva ancora Piazzini – meglio la soluzione avallata dal parlamento: è un dato acquisito. Non da ultimo fra dieci anni quanto rimarrà sul tavolo sarà sicuramente lievitato. Ci penserà il mercato a creare valore aggiunto». Il presidente della Catef condivide pertanto la decisione presa la scorsa settimana dal Gran Consiglio di rimandare l’iniziativa dell’Udc in commissione per i «necessari» approfondimenti. «In Ticino – ricorda – ci sono proprietari, ma anche inquilini e persone che si trovano in oggettive difficoltà finanziarie, quelle che, per esempio, hanno votato a fine settembre le iniziative sui premi di cassa malati. Insomma, calma e step by step».

‘Conseguenze più negative che positive’

«Ovviamente non fa mai piacere avere aumenti che si riflettono sulle imposte. Penso però che il 15 per cento, in questo momento, possa essere ragionevole», afferma a titolo personale

Alberto Montorfani, ex segretario per il Ticino dell’Associazione svizzera dell’economia immobiliare e quindi attento conoscitore del settore. «La soluzione trovata è frutto di un compromesso politico». Ovvero: la revisione parziale ora e quella complessiva solo tra dieci anni con quindi la possibilità di trovare delle soluzioni, come ad esempio la neutralizzazione fiscale. «Una fuga in avanti in questo momento potrebbe avere conseguenze più negative che positive. Si andrebbe a rimettere in discussione un Preventivo e un equilibrio politico raggiunto con fatica e sacrifici da tutte le parti».

Sempre a proposito di revisione delle stime. Sull’aumento del 15 per cento a sollevare dei dubbi è anche la Lega dei ticinesi, che con un’interpellanza di Daniele Caverzasio chiede al Consiglio di Stato quali saranno le conseguenze per i cittadini. Il deputato chiede in particolare cosa cambierà a livello di sussidi. “La stima immobiliare – scrive Caverzasio – non è un dato neutro. Incide direttamente sul patrimonio imponibile, sul reddito determinante e, di conseguenza, sull’accesso ad aiuti sociali fondamentali, in particolare ai sussidi per i premi dell’assicurazione malattia (Ripam)”.

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2025-12-23T08:00:00.0000000Z

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