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Sei borse di creazione per artisti locali

Sono sei le borse di studio – dal valore di 15mila franchi l’una – assegnate per la creazione in ambito musicale e artistico. I bandi, pubblicati all’inizio di novembre e coordinati dall’Ufficio del sostegno alla cultura della Divisione della cultura e degli studi universitari, “hanno avuto un ottimo riscontro, con 30 candidature per la musica e 23 per le arti visive”, fa sapere il Decs in una nota. Le borse di creazione, va ricordato, sono finanziate dal Fondo Swisslos. “L’alto numero di progetti pervenuti – scrive sempre il Dipartimento educazione cultura e sport –attesta l’eccellente risposta del territorio a una delle priorità stabilite nelle Linee programmatiche cantonali di politica culturale 2024-27: il sostegno alla creazione”. Le valutazioni di merito sono state svolte dalle sottocommissioni settoriali della Commissione culturale consultiva e hanno premiato, per il settore musicale: Chiara Dubey che con il progetto “Inner Garden” intende rivolgere il proprio sguardo intimo e delicato verso un ritorno a ritmi organici, a un ascolto profondo, con una convincente ricchezza e raffinatezza di mezzi. Julie Meletta con “Rue des Martyrs” si esprime nella sua prima lingua madre, il francese, proponendo un viaggio nella propria biografia familiare, da cui emergono cinque personaggi femminili determinanti. La band Soulline che con “Ombre del Sud” intende lavorare a un concept album radicato nel territorio ticinese e nelle sue narrazioni popolari. Il tutto declinato in uno stile melodic death metal.

Nell’ambito delle arti visive le borse sono andate a: lo scultore Davide Barbieri, che usando materiali industriali lega la sua produzione ad archetipi floreali botanici ispirati al territorio: semplici attrezzi di giardino mutano in oggetti che evocano ricordi talvolta associati alla dimensione fanciullesca del gioco e del giocattolo senza perdere l’autenticità e il legame con l’ambiente originale. La pittrice Noemi Pfister, che avvalendosi di una pratica pittorica coerente e matura, capace di intrecciare storia dell’arte e immaginari contemporanei, offre una riflessione articolata sulle trasformazioni sociali, sulle forme di comunità e sul rapporto che abbiamo con le nuove abitudini del presente. L’artista Abdelaziz Zerrou che con il suo progetto dà vita a un’opera la quale – partendo da una reinterpretazione del dipinto Il canto dell’aurora di Luigi Rossi – mette in dialogo passato e presente, pittura e video, identità nazionale e storie di migrazione.

CANTONE

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2025-12-30T08:00:00.0000000Z

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https://epaper.laregione.ch/article/281590951926316

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