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Definitiva la condanna per diffamazione

La strage di Erba sembra una storia infinita. È infatti diventata definitiva la condanna a 2 anni e 6 mesi per Azouz Marzouk, colpevole di diffamazione aggravata nei confronti di Beppe e Pietro Castagna. La sentenza a carico di Marzouk è arrivata intonsa fino alla Cassazione (che ha giudicato inammissibile il ricorso del difensore del tunisino), così come era stata letta il 6 marzo 2023 dal gup di Como Veronica Dal Pozzo, che nelle motivazioni aveva definito la condotta diffamatori di Marzouk “di gravità estrema”, raddoppiando la richiesta di condanna del pubblico ministero. La strage per il tunisino aveva un fine economico: “Indagate sulla famiglia, mio figlio conosceva l’assassino... Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggere le carte per capire che qualcuno voleva l’eredità di mia moglie”. In quella frase il giudice comasco aveva ritenuto chiarissimo il riferimento ai due ex cognati sottolineando uno “speciale disvalore, al fine di favorire una corrente innocentista e revisionista del processo, risolvendosi in una vera e propria campagna di disinformazione, fatta di sibilline allusioni ed eclatanti denigrazioni, brutalmente lesiva della reputazione dei fratelli Castagna” esponendoli “al pubblico disprezzo e al ludibrio della loro immagine”. Marzouk da qualche anno è tornato a Lecco con la nuova compagna e le tre figlie, per evitare il carcere ha chiesto di essere messo ai servizi sociali. Nel frattempo oggi, martedì 25 marzo, i giudici della quinta sezione della Corte di Cassazione discuteranno il ricorso dei difensori di Rosa Bazzi e Olindo Romano, contro la sentenza del 10 luglio 2024 della Corte d’Appello di Brescia che aveva dichiarato inammissibile la richiesta di revisione della condanna all’ergastolo, da anni definitiva, dei coniugi di Erba. L’ennesimo ricorso consta in oltre un centinaio di pagine e numerosi allegati. Gli avvocati dei Romano incentrano il nuovo atto sull’asserita mancata verifica, nel merito, di quelle che per la difesa sarebbero nuove prove in grado di scagionare Rosa e Olindo. Se i giudici della Suprema Corte dovessero respingere il ricorso, dopo quasi 19 anni si dovrebbe chiudere per sempre il capitolo giudiziario sulla strage di Erba.

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2025-03-25T07:00:00.0000000Z

2025-03-25T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281599541295045

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