‘La carenza dei punti d’incontro bambino-genitore persiste’
La deputata dell’Udc Roberta Soldati rilancia il tema
Roberta Soldati
La democentrista rilancia il tema dei punti d’incontro dove i bambini possono incontrare il proprio genitore – papà o mamma – non affidatario. Lo fa con un’interrogazione al Consiglio di Stato. La deputata dell’Udc aveva già sollevato l’argomento nella scorsa legislatura con una mozione, con cui fra l’altro sollecitava un potenziamento dei punti d’incontro sul territorio. Mozione, depositata nel gennaio 2021, che il Consiglio di Stato, con messaggio dell’agosto dello stesso anno, e il parlamento avevano considerato evasa alla luce di quanto si stava facendo. Soldati ritiene però la situazione tutt’altro che soddisfacente. E questo sulla scorta anche della lettera indirizzata lo scorso giugno al governo e al Gran Consiglio dai presidenti delle Autorità di protezione (Arp), nella quale evidenziavano una serie di problemi nell’attuale organizzazione del settore tutele e curatele e nei servizi d’appoggio, esprimendo anche l’auspicio di un passaggio in tempi brevi al modello giudiziario, con l’istituzione delle Preture di protezione.
‘Fatto inaccettabile in uno Stato di diritto’
“Uno dei punti contenuti nella missiva (ribadito ancora in successive occasioni) – scrive Soldati – era la difficoltà di trovare disponibilità nei punti d’incontro per accogliere i diritti di visita sorvegliati bambino-genitore non affidatario. Seppure siano stati ampliati, essi non riescono a far fronte alla crescente richiesta, con conseguenti lunghi tempi di attesa, soprattutto laddove vi è la necessità di attuare dei diritti di visita frequenti (importanti per i bambini più piccoli). È pacifico che la carenza di questo servizio viola il principio fondamentale dei bambini di intrattenere un rapporto equilibrato e costante con il genitore non affidatario (mamma o papà)”. Quanto indicato dai presidenti delle Arp “è un segnale d’allarme, che non può essere ignorato, poiché dimostra che la carenza dei punti d’incontro persiste. Questo viola gravemente i diritti fondamentali dei minori. Secondo i dati emersi risultava già allora una lista di attesa di bambini che dovevano attendere per incontrare i genitori. Stante alle informazioni ricevute, tale lista è ancora in essere. Fatto inaccettabile in uno Stato di diritto!”, sottolinea l’autrice dell’interrogazione, per la quale “è fondamentale che il Consiglio di Stato prenda posizione sulle criticità emerse e pianifichi e attui i necessari correttivi”.
‘Quali i risultati del monitoraggio promesso?’
Diversi i quesiti posti al governo. Dal 2021 a oggi, domanda Soldati, è stato effettuato il monitoraggio della situazione “promesso” nel messaggio governativo dell’agosto 2021 sulla mozione da lei inoltrata? “Se sì, secondo quali criteri? Quali sono le criticità e i risultati emersi? Quali le soluzioni previste? Quali tempistiche di attuazione?”. Un aspetto “emerso in sede di analisi della mozione era che il diritto di visita presso i punti d’incontro era pressoché sempre di 1 ora ogni 15 giorni” e “che a causa della carenza del servizio essi non potevano essere incrementati”. Ebbene, “a oggi la situazione è rimasta invariata oppure ci sono stati dei miglioramenti?”. In caso affermativo, la parlamentare chiede che vengano specificati e dettagliati “i dati della frequenza e della durata dei diritti di visita esercitati presso tutti i punti d’incontro presenti sul territorio cantonale”. E ancora: attualmente quanti bambini risultano ‘in lista di attesa’ per poter accedere a un punto d’incontro “per esercitare il legittimo diritto di visita con il genitore non affidatario?”. Il governo come intende attivarsi “per potenziare in modo capillare i punti d’incontro come contenuto nella mozione del 25 gennaio 2021 e approvato come auspicio dal Gran Consiglio?”. La lista delle domande formulate da Soldati non è terminata: “Risulta che l’Associazione ticinese famiglie affidatarie (Atfa) abbia ricevuto un aumento del sussidio (in base alla legge famiglie) per la realizzazione di un centro nei pressi della Stazione di Lugano nel quale avrebbero potuto svolgersi dei diritti di visita sorvegliati: a quando l’apertura del centro?”. In che modo, poi, il Consiglio di Stato “ha implementato e concretizzato la tematica nel Piano d’azione cantonale contro la violenza?”. Il governo intende “avvalersi anche degli assistenti sociali attivi nei Comuni e delle associazioni civili per potenziare il servizio, ma anche il principio della capillarità territoriale, per le casistiche meno gravi?”.
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