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L’Ocst: ‘Sui salari da Berna decisione deplorevole’

“Una decisione deplorevole, per vari motivi”. Così il sindacato Ocst definisce la recente decisione del Consiglio nazionale con cui si è sancito che i salari minimi negoziati nel quadro dei contratti collettivi di lavoro (Ccl) di obbligatorietà generale dovrebbero prevalere sui salari minimi cantonali. Ciò significa, per l’Organizzazione cristiano sociale ticinese, “che le lavoratrici e i lavoratori potrebbero ricevere un salario più basso del minimo cantonale, qualora un Ccl di obbligatorietà generale lo prevedesse”. Ed è una decisione “deplorevole” perché “in primo luogo i salari minimi cantonali sono salari minimi sociali e non economici. Questo significa che quanto stabilito dalla normativa cantonale è un livello salariale al di sotto del quale le lavoratrici e i lavoratori sono da considerare working poor”. Coloro che hanno proposto e accolto la mozione, scrive l’Ocst, “vogliono farci credere che il partenariato sociale ne esca rafforzato allorché il loro scopo è quello di indebolirlo. Inoltre, con questa modifica legale si viene meno al principio democratico e si va a demolire il castello del nostro ordinamento giuridico in materia di diritto del lavoro. In un colpo solo, il parlamento ha inibito la valenza democratica dei processi di adozione delle leggi nel nostro Paese e ha invertito il principio che nessun accordo privato possa primeggiare sul diritto imperativo posto in difesa della parte debole ai contratti; in questo caso le lavoratrici e i lavoratori”. E l’esempio è proprio in casa nostra: In Ticino. Perché “la Legge sul salario minimo ticinese contiene già una norma analoga a quanto deciso dal Consiglio nazionale e questo aspetto non è stato di aiuto al partenariato sociale, anzi ha generato alcuni contrasti. In particolare, come noto, la nascita di un sindacato (il caso TiSin, ndr) e di un’associazione padronale che, lungi dal fare gli interessi dei loro rappresentati, avevano il solo scopo di siglare contratti collettivi al di sotto del salario minimo cantonale. Questa aberrazione è stata arginata da una decisa opposizione dei sindacati sostenuti dalla popolazione, che aveva votato la Legge sul salario minimo. Il rischio è però che questo scenario si manifesti altrove e non sia contenuto”.

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2025-07-12T07:00:00.0000000Z

2025-07-12T07:00:00.0000000Z

https://epaper.laregione.ch/article/281608131452673

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