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‘La situazione non potrà che peggiorare’

Dismissione degli automatici alle fermate e stop dei biglietti dall’autista. I prospettati cambiamenti annunciati da Autopostale preoccupano i sindacati

Di Vittoria De Feo

«Lo scopo di questa misura dovrebbe essere quello di migliorare la puntualità, ma resta da verificare se i benefici saranno reali». Non usa mezzi termini il responsabile regionale di Syndicom Marco Forte: «Con la sola possibilità di fare i biglietti a bordo tramite piccoli distributori, la situazione non potrà che peggiorare». Lo scorso luglio Autopostale Sa ha annunciato il progressivo smantellamento di gran parte dei distributori automatici di biglietti per l’insieme della comunità tariffale Arcobaleno che, entro la fine del 2026, passeranno da circa cinquecento a trenta sull’intero territorio. La dismissione è già iniziata. Ci troviamo quindi nel pieno di questa fase di transizione. Parallelamente non sarà nemmeno più possibile acquistare il biglietto direttamente dall’autista del bus, modalità ancora prevista, ci spiega Autopostale, “sulle linee extraurbane, ovvero dove non sono presenti distributori automatici alle fermate”. È inoltre notizia di qualche settimana fa che la vendita a bordo da parte del personale degli autobus sarà revocata dal prossimo 14 dicembre nei Grigioni. Una possibilità che, va da sé, ha diversi potenziali risvolti, soprattutto per quanto attiene alla puntualità dei mezzi e alla concentrazione degli autisti. Ed è precisamente in questi termini che Autopostale motiva la propria decisione: “La rimozione della vendita diretta da parte del conducente proprio ha l’obiettivo principale di migliorare la puntualità e ridurre il carico operativo del personale. Avremo benefici concreti in termini di puntualità, sicurezza, riduzione dei costi operativi, velocità nelle transazioni e maggiore controllo sui flussi finanziari”. Allo stesso tempo non vanno però trascurate le conseguenze per l’utenza, ma anche per i conducenti stessi. Sia durante questa fase di transizione, sia una volta ultimata. A tetto il progetto prevede l’installazione di mini distributori automatici su tutti i bus, per un totale di circa 510 apparecchi, dove sarà possibile pagare in modalità esclusivamente digitale.

‘Conducenti sempre in prima linea’

Per Forte, in questo contesto, una cosa è certa: «Almeno nel primo periodo, gli utenti abituati ad acquistare il biglietto presso i distributori automatici saranno disorientati. Questo comporterà un maggiore intervento da parte dei conducenti, con inevitabili ripercussioni anche sulla puntualità». Il sindacalista ha dubbi anche sui nuovi automatici che saranno installati sul mezzo. «I piccoli distributori che verranno messi a bordo – indica – potrebbero rappresentare un ostacolo per le persone con difficoltà nell’uso della tecnologia, con il rischio di multe per mancato acquisto». Non solo. «La procedura di emissione – aggiunge – richiederà tempo, come accade attualmente con le obliteratrici. Già oggi salire sul bus, cercare l’obliteratrice, trovare la carta per più corse e poi un posto a sedere è un processo che richiede diversi passaggi, spesso senza che l’utente possa tenersi saldamente una volta che il bus è ripartito. Questo genera ritardi e aumenta il rischio di cadute, soprattutto per le persone anziane». Insomma, le prospettive non sono rosee. Gli anziani, poi, sono solo un esempio. «Esistono molte categorie di utenti che necessitano di maggiore attenzione», rimarca Forte. «Quando si introducono cambiamenti di questo tipo – prosegue – è fondamentale considerare le esigenze di tutti, dagli anziani alle persone con necessità specifiche, soprattutto perché si tratta di un servizio pubblico che deve garantire accessibilità e sicurezza».

Sull’utilizzo dei futuri apparecchi di vendita, rileva inoltre Forte, «il personale riceverà una formazione di base, ma non sarà previsto che i conducenti forniscano una consulenza specifica alla clientela». Resta il fatto, sottolinea, «che i conducenti sono in prima linea e continueranno a raccogliere, e in parte subire, richieste e lamentele da parte degli utenti. Saranno loro a doverci ‘mettere la faccia’, anche se non è richiesto che diano spiegazioni dettagliate». Quel che «è certo è che verranno sollecitati». Questo anche perché «molte persone, soprattutto anziane, sono ancora legate alla figura del conducente e si aspettano un tipo di servizio che oggi non è più previsto. In passato era calcolato più tempo per l’assistenza alla clientela prima della partenza, mentre ora questo tempo è stato ridotto».

‘Il contante dovrebbe restare un’opzione’

«In questa fase di transizione – dice dal canto suo il segretario sindacale del Sev Angelo Stroppini –, fintanto che sarà possibile acquistare il biglietto dall’autista, la mole di lavoro per i conducenti sarà superiore al solito». All’interno del Sev, il Sindacato del personale dei trasporti, Stroppini si occupa, tra le altre cose, delle Fart, la società per le Ferrovie e autolinee regionali ticinesi attiva nel Locarnese, e delle Autolinee bleniesi. Per Stroppini il discorso è chiaro: «In questi anni si è fatto molto in Ticino per il trasporto pubblico e il suo successo non è certo un caso. Ma una cosa resta imprescindibile, deve essere il più attrattivo, il più comodo e il più semplice possibile». E questo vale «anche per le modalità di pagamento. Poter acquistare il proprio titolo di trasporto anche con i contanti, nonostante la digitalizzazione che avanza, dovrebbe restare un’opzione. Non solo per le persone anziane, ma anche per i turisti». Sui veicoli, ricordiamo, saranno in futuro presenti terminali automatici self-service dove sarà però possibile pagare solo con strumenti digitali. Per chi non dispone di strumenti digitali, afferma Autopostale, “sarà disponibile una carta valore prepagata, acquistabile in contanti presso sportelli delle imprese di trasporto”. Ed evidenzia: “Solo circa il 3-4% delle vendite di titoli di trasporto avviene direttamente dall’autista e il volume di queste transazioni è in costante decrescita”. In questi mesi gli autisti sono, come detto, più sollecitati, probabilmente anche viste le prime rimozioni degli automatici in diverse fermate. «Da un lato si continua a erogare i biglietti alla cassa sul bus, dall’altro, quando serve, si informa anche la clientela sui prospettati cambiamenti». Tasto dolente per il sindacalista, «la progressiva perdita del contatto umano a favore dell’elettronica». Tra gli autisti, osserva, «non c’è una percezione univoca. C’è chi vede di buon occhio questi cambiamenti, chi meno. Questo rispecchia un po’ il sentimento generale della società». Tra i vantaggi di questo cambiamento, un auspicato incremento della puntualità e meno discussioni con gli utenti. Che l’utenza sarà sufficientemente informata delle novità è una preoccupazione per gli autisti? «I conducenti sono già sottoposti a parecchio stress, a partire dalle strade sempre più trafficate fino alle esigenze di puntualità. È chiaro – sottolinea Stroppini – che come sindacato, qualora dovessero emergere problemi con l’utenza, sosterremo le preoccupazioni del personale. Credo comunque che anche le stesse aziende dei trasporti abbiano una certa sensibilità nel capire che in una fase introduttiva non per forza va tutto liscio, e sapranno nel caso intervenire con aggiustamenti». Tiene infine a precisare Stroppini: «Avere un servizio pubblico capillare e reattivo ha un costo. Un costo che è anche influenzato dalle decisioni politiche. Pagare in contanti ha un impatto su questi costi, ma anche sulla qualità del servizio offerto. Il nodo sta nel capire quale importanza e massima attrattività si vuole attribuire al servizio pubblico».

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2025-11-28T08:00:00.0000000Z

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