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Ok alla mediazione, no all’ombudsman statale

Il plenum accoglie parzialmente l’iniziativa Ghisletta

Di Andrea Manna

Era l’ultimo tema dell’ultima seduta parlamentare dell’anno. Il verdetto dell’aula: sì alla procedura di mediazione, ma no all’ombudsman statale. Aderendo alla richiesta della commissione ‘Giustizia e diritti’, il plenum del Gran Consiglio ha ieri accolto – parzialmente – l’iniziativa depositata nel 2020 da Raoul Ghisletta con cui l’allora deputato socialista proponeva di istituire “un organo di mediazione” per favorire la soluzione delle controversie fra cittadini e Amministrazione pubblica. Ovvero, di istituire «la figura del difensore civico o ombudsman», chiamata a «esaminare con obiettività i reclami provenienti dalla popolazione nei confronti dei servizi dell’Amministrazione», ha chiarito in parlamento Daria Lepori, che ha ripreso l’iniziativa Ghisletta. Una figura, ha ricordato la granconsigliera del Ps, che «esiste già in altri sette Cantoni e in cinque grandi Città svizzere». L’iniziativa è stata tuttavia approvata parzialmente e cioè, per citare il rapporto della ‘Giustizia e diritti’ (relatori il leghista Alessandro Mazzoleni e la stessa Lepori), “limitatamente al principio generale che la procedura di mediazione sia promossa e resa possibile con l’introduzione della necessaria base legale, anche nell’ambito amministrativo”. Questo “senza dar seguito alla proposta di creazione di un organo di mediazione (‘Ombudsstelle’)”, considerando “preferibile attendere il progetto di legge del Consiglio di Stato” concernente appunto la procedura di mediazione. Insomma la commissione parlamentare, si sostiene sempre nel rapporto, “non ritiene opportuno che venga creato un apposito organo di mediazione nell’Amministrazione cantonale”. Anche perché qualora “sorgesse un litigio” tra cittadini e quest’ultima, l’organo di mediazione essendo “alle dipendenze dell’Amministrazione” non riuscirebbe a garantire “la sua massima indipendenza e oggettività”, requisiti “indispensabili” per la buona riuscita della mediazione. Diverso il discorso “per la procedura di mediazione in quanto tale, atta a risolvere, nel contesto di una procedura alternativa, i conflitti fra le parti”.

Dopo il voto di ieri non resta che attendere quindi il Consiglio di Stato. «Quando avremo davanti, spero presto, il progetto di legge governativo volto a promuovere e regolamentare la mediazione in ogni ambito del diritto, compreso quello amministrativo, capiremo – ha dichiarato Lepori – quali margini di manovra ci saranno per recuperare la proposta iniziale». Quella avanzata cinque anni fa da Ghisletta: l’istituzione di un organo di mediazione. Di un ombudsman ‘statale’.

Promuovere la mediazione, ha affermato il co-relatore Alessandro Mazzoleni, «significa anche contribuire, per quanto possibile, a sgravare la giustizia da incarti che possono essere evasi in modo più rapido, meno conflittuale e spesso più soddisfacente per tutte le parti coinvolte, senza passare da sentenze di tribunali». Rafforzare la mediazione «significa promuovere una giustizia più vicina alle persone e più orientata alla soluzione concreta dei conflitti». Detto questo, ha aggiunto il presidente della ‘Giustizia e diritti’, «un punto per noi essenziale, e sul quale il rapporto è molto chiaro, riguarda il ruolo dello Stato: la mediazione non deve essere garantita né gestita direttamente dallo Stato, proprio per assicurare l’indipendenza, la fiducia e la neutralità del procedimento». Un organo di mediazione statale «non sarebbe opportuno e rischierebbe di snaturare l’essenza stessa della mediazione». In Ticino, ha evidenziato Mazzoleni, «ci sono già mediatori e mediatrici altamente qualificati, che operano con competenza e professionalità». Ebbene, in governo è pendente «un progetto per regolamentare l’attività dei mediatori attivi sul nostro territorio, con l’obiettivo di garantire standard di qualità a tutela dei cittadini: colgo l’occasione per sollecitare questo importante progetto, affinché la mediazione possa essere avviata con la massima rapidità e con tutte le necessarie garanzie». Per tali ragioni il rapporto commissionale «propone di sostenere l’iniziativa nei termini da noi definiti, consentendo che la mediazione diventi possibile e accessibile in tutte le procedure giuridiche del nostro Cantone, anche in ambito amministrativo, come strumento a disposizione dei cittadini: non imposto ma proposto».

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2025-12-19T08:00:00.0000000Z

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