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Sui tiri contestati ‘verso una migliore convivenza’

Il divisionario Dattrino sulle attività dell’Esercito rumorose e i problemi con escursionisti e proprietari: ‘Valutiamo la possibilità di ridurre l’impatto in estate’

Di Marino Molinaro

Si va verso l’implementazione di soluzioni volte a mitigare l’impatto del tiro militare nella regione del Lago Sella situata sopra il Passo del San Gottardo, zona naturalistica di pregio molto apprezzata da escursionisti, pescatori, cercatori di cristalli, usata per il pascolo e dove sono presenti baite private un tempo di proprietà dell’Esercito. La novità positiva emerge da un recente incontro tra i vari portatori d’interesse durante il quale ogni rappresentante ha potuto confrontarsi con gli altri, comprenderne le ragioni, esporre attese e rimostranze, suggerire soluzioni e in fondo leggere ancora più nel dettaglio la situazione dopo i nostri due approfondimenti pubblicati l’11 settembre e il 24 settembre. Le possibili soluzioni, ora in fase di valutazione, saranno presentate pubblicamente nella primavera 2026. Focus sui tiri di combattimento esercitati da militari svizzeri ed esteri specialmente durante la bella stagione; tiri iniziati una quarantina d’anni fa, poi sospesi per un lungo periodo e infine ripresi intensamente nel 2023 vista la nuova delicata situazione geopolitica internazionale. Peraltro la piazza d’armi del Lago Sella è una delle poche a disposizione, se non l’unica, nell’arco alpino elvetico per questo tipo di operazioni. Proprietario il Patriziato di Airolo, che ha una convenzione con Armasuisse. La chiave di volta è costituita dal recente intervento del divisionario ticinese Maurizio Dattrino che ha assunto in prima persona la responsabilità del dossier con l’obiettivo di appianare le divergenze e implementare un modus operandi più condiviso, pur considerando le esigenze dell’Esercito.

Quanto detto finora

Diverse, ricordiamo, le problematiche emerse: in luglio e agosto un numero di giornate di tiro ritenuto eccessivo dagli altri utenti del territorio, zone di esercizio non sufficientemente segnalate tramite cartelli posti ai margini del comprensorio, escursionisti male indirizzati dalle sentinelle di tiro presenti con capacità linguistiche italiane insufficienti per fornire informazioni precise, considerato che di lì transita peraltro il molto frequentato Sentiero intercantonale delle quattro sorgenti. Una convivenza insomma problematica. Come uscirne? “Tramite i colloqui con i vari portatori d’interesse miriamo ad analizzare insieme le sfide e trovare delle soluzioni”, ci aveva spiegato due mesi fa una portavoce dell’Esercito confermando che la piazza di tiro sarà usata anche nei prossimi anni, che già si è fatto molto per mitigare l’impatto e che anche nel 2026 sarà da mettere in conto un numero di giornate di tiro simile a quello di quest’anno (ve ne sono state 18 a luglio, 14 ad agosto e 7 in settembre). Peraltro la convenzione vigente tra Armasuisse e Comune e Patriziato di Airolo, risalente al 2010, non impone periodi di blocco del tiro in nessuna parte dell’anno, fatta eccezione per gli orari, le pause e i giorni festivi locali. La stessa portavoce assicurava che è stata anche predisposta una cartellonistica multilingue dotata di mappe indicanti percorsi alternativi; che si esegue una pulizia generale dell’area in primavera e autunno; e che vi è un coordinamento rafforzato con Patriziato e affittuari tramite un responsabile di piazza designato. “Queste azioni migliorano sicurezza, trasparenza e gestione condivisa della piazza di tiro”, aggiungeva la portavoce.

‘Atteso un chiarimento giuridico’

Ma c’è ancora margine di miglioramento. Ne è convinto il divisionario Maurizio Dattrino, comandante della Divisione territoriale 3 responsabile delle questioni militari nei cantoni di Uri, Svitto, Zugo, Grigioni e Ticino. Anzitutto ritiene «molto positivo» l’esito del recente incontro avuto con i portatori d’interesse. Ossia Patriziato e Comune di Airolo, Organizzazione turistica regionale, Ufficio cantonale della mobilità lenta, Ticino Sentieri, Armasuisse, Esercito e proprietari di cascine ed ex casermette, taluni particolarmente infastiditi dal rumore. «Come primo passo – dettaglia Dattrino – attendiamo entro fine anno un chiarimento giuridico sui contratti di vendita dei nostri stabili e sul contratto di utilizzo della piazza d’armi firmato col Patriziato. In entrambi i casi le procedure sono state gestite da Armasuisse», la società responsabile degli acquisti e delle infrastrutture per conto dell’Esercito. «Armasuisse sta verificando la situazione dei proprietari coinvolti per definire diritti e obblighi legati all’acquisto di beni già di proprietà della Confederazione e connessi alla riattivazione della piazza di tiro».

Piazza unica da suddividere in sottozone

Per quanto riguarda l’intensità, «in linea generale stiamo valutando la possibilità di ridurre i tiri nel periodo estivo e puntiamo a una migliore convivenza, ma soluzioni definitive al momento non ne abbiamo ancora», spiega Dattrino: «Riconosciuto il problema di comunicazione iniziale fra le parti, che ha purtroppo originato incomprensioni, durante il recente incontro è stato per me importante ascoltare le rimostranze e capire nel dettaglio la situazione. In ogni caso puntiamo a trovare un compromesso che possa andare bene a tutti». In particolare per quanto riguarda gli esercizi di tiro sul terreno, si stanno approfondendo delle opzioni, per esempio suddividere in quattro o cinque sottozone l’attuale grande piazza di tiro che comprende pressoché l’intera area montana attorno al Lago Sella: ne verrebbero così attivate solo una o due per volta, lasciando le altre tre o quattro a disposizione degli escursionisti. Il tutto debitamente segnalato, sorvegliato e gestito da sentinelle istruite a fornire le giuste informazioni, contrariamente a quanto successo alcune volte quando erano presenti sentinelle di tiro non italofone.

Le scuse per gli errori comunicativi

Anche Massimo Lombardi, rappresentante di vari portatori d’interesse, guarda con fiducia al nuovo modus operandi: «L’incontro di metà novembre è stato anche l’occasione per l’Esercito di scusarsi degli errori commessi sul piano della comunicazione, quando la piazza di tiro è stata riattivata. In ogni caso già quest’anno vi sono stati significativi miglioramenti e ciò dimostra che la situazione è presa seriamente in considerazione». Guardando al 2026, «è importante segnalare la volontà dell’Esercito di garantire la percorribilità dei principali sentieri, di fornire un’ancora migliore informazione agli escursionisti e di prevedere delle concessioni specialmente nel mese di agosto, il più importante dal profilo turistico. Confido che le giornate di tiro siano ridotte al minimo indispensabile. Bene anche, per tutti noi, la volontà di incaricare un responsabile della piazza di tiro, presente fisicamente sul posto per accertare il rispetto di tutte le norme. Un punto aperto è quello del rumore, sia per i possessori di cascine, sia per gli escursionisti che potrebbero transitare, pur in totale sicurezza, vicino a un’area di tiro in esercizio».

Si pensa a un sentiero alternativo

Dal canto suo il Patriziato ha già beneficiato quest’anno, da parte della truppa, di una manutenzione della strada che dalla diga porta in fondo al lago, mentre all’alpatore è stata garantita la sistemazione di una piazza di mungitura. Sul tavolo anche la suggestione dell’Otr, sottoposta alle parti dal direttore

Juri Clericetti, affinché il sentiero maggiormente toccato dagli esercizi di tiro e dal rumore sia spostato verso sud, lungo un altro percorso in parte da creare, ciò che richiede però l’accordo del Cantone (ci sarebbe) e una spesa di circa 40/50mila franchi (da cofinanziare, se sarà il caso, a più mani).

BELLINZONA E VALLI

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2025-11-29T08:00:00.0000000Z

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