‘Ho iniziato con Reagan e Gorbaciov’
Nicola Giudicetti, 39 anni al servizio del Comune mesolcinese, ha passato la mano: ‘La scuola fiore all’occhiello, per le aggregazioni ipotizzabili tre comuni’
di Sebastiano Storelli
Nell’anno in cui Nicola Giudicetti si candidava la prima volta (1986) per il Municipio, Diego Armando Maradona segnava il gol del secolo allo stadio Azteca di Città del Messico, nei pressi della città di Pripyat esplodeva il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, a Reykjavik si incontravano faccia a faccia Ronald Reagan e Michail Gorbaciov, nei cieli della Florida si consumava la tragedia dello Space Shuttle Challenger, al cinema usciva ‘Il nome della rosa’ e da noi l’incendio in un magazzino della Sandoz a Schweizerhalle provocava uno dei più gravi disastri ambientali della storia svizzera. Tutti avvenimenti che hanno caratterizzato un anno che nei nostri ricordi sembra appartenere a una diversa era geologica. Dal 1° gennaio 1987 sono trentanove anni e sono un’eternità. Nicola Giudicetti li ha trascorsi quasi tutti i lunedì sera nella sala dei bottoni di Lostallo, 8 da municipale e ben 31 da sindaco. Una carica che il 65enne “sore” di economia (ora in pensione) alla Scuola cantonale di commercio ha deciso di abbandonare «dopo 13 legislature da tre anni e quasi 11 da sindaco, carica assunta ad inizio ’95». Una decisione «nata dalla consapevolezza della necessità, dopo 39 anni, di lasciare spazio a forze nuove. In tutti questi anni ho avuto la fortuna di poter lavorare con municipali di spessore, tuttavia non è mai facile scovare chi abbia la voglia di compiere quel passo in più che porta alla poltrona di sindaco. Adesso ho trovato un degno sostituto nella persona di Moreno Monticelli (ufficialmente in carica dal 1° gennaio, ndr), membro dell’Esecutivo da sei anni. Ho sempre svolto il mio ruolo con grande passione, ma non nego di aver dovuto sacrificare parte della vita privata, tra una riunione istituzionale e l’altra, tra un appuntamento e un impegno. Non ti accorgi del tempo che passa e intanto i bambini crescono e te li ritrovi adulti».
In quattro decenni è cambiata la società ed è cambiato pure il lavoro di sindaco.
«Di sicuro al giorno d’oggi girano molte più scartoffie, c’è molta più burocrazia. A livello pratico, invece, quando ho iniziato, sul mercato facevano la loro apparizione i primi computer, ma la contabilità veniva ancora tenuta prevalentemente a mano. In seguito, una volta diventato sindaco, ho potuto avvalermi dei primi programmi di gestione contabile. Personalmente, possedevo un personal computer già dal 1985-86, per cui la transizione è stata meno traumatica e, anzi, sono stato tra i principali fautori della transizione informatica».
Trentanove anni possono incidere parecchio anche nel rapporto con la popolazione.
«Quando ho iniziato la mia attività politica ero ancora molto giovane e in paese ci si conosceva tutti. Negli ultimi anni, per contro, la generazione più anziana se n’è andata ed è stata sostituita da persone provenienti da fuori. Un tempo chi viveva qui era ancorato al territorio, con un interesse agricolo, forestale o legato a piccole aziende: oggi la mobilità è più accentuata, molti giovani partono per gli studi e non li vedi più; la loro partenza è stata compensata da numerosi arrivi, tant’è che la popolazione nel suo complesso è cresciuta. Non fatico ad ammettere che molti abitanti non li conosco personalmente, nonostante Lostallo sia una comunità di 900 abitanti e non una città da 10’000».
In 13 legislature, i dossier passati dalle sue mani sono innumerevoli. Quale, tra quelli portati a buon fine, considera il suo fiore all’occhiello?
«Senza dubbio la costruzione della nuova scuola, un investimento da quasi 7 milioni reso possibile anche dall’entrata in vigore della nuova perequazione finanziaria del Cantone per un’infrastruttura inaugurata nel 2017. Proprio la scuola ha un ruolo integrativo delle famiglie molto importante. La nostra, con un piazzale immenso, sicura, accessibile a piedi o in bici dalle frazioni, è un gioiello a livello di valle. Proprio la scuola fa nascere quel forte attaccamento al territorio e alla comunità che ci aiuta a non essere solo un dormitorio. Il vecchio sistema di perequazione “premiava” i comuni con alti moltiplicatori. Non è mai stata la nostra politica: bisogna rendersene conto, la gente fa fatica a pagare le imposte. Siamo un Comune con un’imposta media pro capite pari a solo due terzi della media cantonale, ciò malgrado, con il nuovo sistema di perequazione abbiamo investito parecchio e ridotto il moltiplicatore dal 90% al 80%. La nuova perequazione ha imposto un sistema più equo nella ridistribuzione. Penso che, della nostra gestione oculata delle finanze, ne possiamo andar fieri».
Parliamo di territorio, lei non è mai stato un fautore delle aggregazioni…
«A suo tempo avevamo provato a concretizzare un’aggregazione di valle, ma una dopo l’altra erano giunte le defezioni e la nostra non era stata la prima, ci avevano preceduto Roveredo e Mesocco. Per quanto concerne Lostallo, che si trova a metà strada fra Roveredo e Mesocco, c’è sempre stato un dilemma: da che parte guardare, a sud o a nord? Se è vero che abbiamo convenzioni con Mesocco, ad esempio la casa anziani e i pompieri, collaboriamo anche a sud con l’azienda elettrica e con tutte le organizzazioni di valle (ambulanza, scuole secondarie, spitex, regione), che hanno sede a Roveredo. Tanti dei nostri abitanti lavorano nella bassa valle o in Ticino, per cui, rispetto a 30 anni fa, siamo assai più orientati verso sud. Personalmente, ritengo che un’aggregazione potrebbe essere ipotizzabile con l’obiettivo di creare tre comuni, uno nella bassa valle, uno di media valle e uno nell’alta valle. Ogni sposalizio va fatto con chi ha qualcosa da offrire, e dimostra serietà e continuità. Roveredo, comune che dovrebbe essere la guida per la valle, in questi ultimi 20 anni non è stato grande esempio di stabilità».
Lostallo e la Mesolcina stanno ancora cercando di rimarginare le ferite dell’alluvione dell’estate 2024. Il ricordo di quei giorni rimarrà indelebile.
«In primo luogo, quanto successo mi ha insegnato che è possibile imparare anche da una tragedia. Per me e per tutta la popolazione sono stati momenti molto difficili, resi ancora più drammatici dalla morte di tre persone, ma la solidarietà che tutti abbiamo potuto riscontrare è stata commovente e non ho vergogna ad ammettere che mi ha toccato nel profondo. Superato lo choc iniziale, tutti si sono rimboccati le maniche, anche le autorità che nei giorni scorsi ho avuto l’opportunità di ringraziare pubblicamente in occasione del collaudo della deponia 1 a Sorte: l’efficienza con cui tutti hanno lavorato, dal Cantone, passando per i servizi forestali, l’ufficio tecnico, gli ingegneri progettisti, le imprese e il Municipio merita di essere sottolineata. È così stato possibile costruire un’opera che proteggerà, se mai ce ne sarà ancora bisogno, la sponda sinistra di Sorte. Un’efficienza mostrata già nei giorni successivi all’alluvione. E qui devo sottolineare il ruolo del nuovo sindaco Moreno Monticelli, già attivo nel genio militare e negli interventi in caso di catastrofe, il quale nel giro di due giorni ha organizzato tutti i cantieri necessari a mettere in sicurezza le tre frazioni del Comune. Sono stati giorni e settimane difficili, ma alla fine penso di poter dire che la prova è stata superata».
E adesso come vede il futuro? La politica è un capitolo chiuso?
«Ho intenzione di starmene tranquillo per un po’. Rimarrò comunque impegnato in quanto segretario della sezione ticinese dell’Associazione svizzera fabbricanti mobili e serramenti. Continuerò a prestare attenzione a quanto succede a livello locale e regionale in particolare in campo energetico. Le riversioni delle centrali idroelettriche sono la più grande opportunità che avrà la valle nei prossimi 20 anni. Occorre lavorare e preparare il terreno. Continuerò a occuparmi pure dell’unione delle aziende elettriche, come presidente di Media Mesolcina Energia. Abbiamo raggruppato le aziende elettriche di Soazza, Lostallo e Grono, recuperando l’anno scorso le reti di Grono dalla Sopracenerina. A Grono nel 2025 d’un colpo si sono visti la bolletta ridotta di 9 centesimi al kWh. Adesso in ballo ci sono le reti della zona industriale di San Vittore e un discorso aperto per accogliere le altre aziende elettriche comunali di valle».
BELLINZONA E VALLI
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2025-12-31T08:00:00.0000000Z
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https://epaper.laregione.ch/article/281616721732209
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