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Il Parco Robinson come ideologia

Cordoglio a Locarno per la morte, a 84 anni, dello storico animatore Alfredo Salvisberg. Il commosso ricordo di Carlo Bizzozero e del pastore Angelo Cassano

Di Davide Martinoni

«Il suo tratto caratteristico è sempre stato la grande passione che ci metteva: una passione infinita, come il suo amore per la vita». Fa venire i brividi, il ricordo di Carlo Bizzozero per Alfredo Salvisberg, classe ’41. Di Alfredo, Carlo era stato il “capo”, in Comune a Locarno. Capo ma soprattutto collaboratore al Parco Robinson e alla colonia diurna: due realtà, un tempo gettonatissime, che Salvisberg considerava casa sua. Alfredo è stato, a Locarno, un emblema delle attività giovanili all’aria aperta. La sua creatura era il Parco Robinson, ma quello delle origini, dove la manualità nella costruzione delle capanne, l’amore per la natura, il contatto con essa e la cura dei rapporti interpersonali rendevano il mondo, per un pomeriggio, un mondo ideale. Quell’ideale che chi ha frequentato il Parco Robinson, e conosciuto Salvisberg, ancora oggi custodisce nel cuore.

‘Curava la qualità delle relazioni’

«Ho conosciuto Alfredo a metà degli anni 80, quando il Municipio aveva deciso di nominarmi responsabile di tutto il settore delle attività socio-educative giovanili – ricorda Bizzozero –. Ero partito con l’asilo nido, poi è arrivato il doposcuola, nell’83 la Colonia Vandoni e nell’85 c’era stata questa proposta del Parco Robinson del compianto capodicastero dottor Buzzi. Era un discorso di continuità educativa che poi è stato avviato e proseguito per anni con Alfredo, con il quale ho lavorato fianco a fianco in un periodo in cui i direttori erano sul campo per fare tutto, e non dietro a una scrivania. Io, all’Alfredo, ho sempre lasciato grande libertà». Per il loro Parco Robinson Bizzozero e Salvisberg si erano recati oltre Gottardo, dove altri già erano in attività: «Era stato grazie a lui, che là aveva dei contatti. In seguito il suo lavoro è stato nutrito dalla passione per quello che faceva, anche nella ricerca della qualità delle relazioni con i ragazzi in età preadolescenziale».

Tutto nasceva dal Cantiere della Gioventù

Quell’idea, ma più ancora quell’ideale, nasceva dal Cantiere della Gioventù di Locarno, epocale progetto post-sessantottino di cui Salvisberg, nel ’71, era stato promotore unitamente al militante socialista e pacifista Gerold Meyer, a Felice Hepp e Pietro Künzle. In cinque settimane, tra la fine di aprile e l’inizio di giugno, il Cantiere coinvolse migliaia di giovani che ne sarebbero rimasti influenzati negli anni a venire. In un contesto di libertà espressiva e di impegno politico si era tra l’altro cominciato a parlare di autogestione: un miraggio che in città sarebbe poi stato inseguito, con alterne fortune, nei trent’anni a seguire.

In equilibrio con la natura

Il suo modello di vita comunitaria Salvisberg l’aveva appunto ricreato in seguito al Parco Robinson – e poi, dal ’92, nella colonia diurna che ne era la naturale appendice estiva – sui germogli di una lunga e appassionata esperienza scout (da lì il nomignolo Kim, che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita). «L’orto collettivo, l’allevamento delle galline e dei conigli erano espressioni del suo incrollabile idealismo. Alfredo – sorride Bizzozero – da buon svizzero tedesco era molto scrupoloso, a volte un po’ dogmatico e con le sue teorie. All’inizio, l’idea della colonia diurna in cui lo avevo coinvolto non lo aveva esaltato, forse perché ne sentiva la pressione come impegno; poi però ne aveva pienamente condiviso gli ideali constatando anche i vantaggi che portava: avevamo 80-90 ragazzi, che dalla colonia si spostavano al Parco Robinson durante il resto dell’anno. Con loro svolgevamo anche un lavoro di sensibilizzazione ecologica, ripulendo la golena e promuovendo l’utilizzo dei bidoni della spazzatura contro quello che in seguito abbiamo cominciato a chiamare “littering”. Alfredo era attentissimo a rispettare gli equilibri della natura. Il suo era uno slancio continuo verso un mondo migliore».

Un altro sentito ricordo giunge dal pastore Angelo Cassano, di cui Salvisberg, per oltre 20 anni, è stato «un braccio destro, oltre che un grande amico», in seno alla Chiesa evangelica riformata di Locarno e dintorni. «Cosa dire di Alfredo? Era una persona attiva, umile e disponibile e poneva sempre al centro le questioni della vita. Si interrogava come se fosse ancora adolescente; di un adolescente serbava la curiosità e non solo per le questioni bibliche, ma anche per quelle sociali legate al Vangelo». A Cassano, Salvisberg raccontava del Parco Robinson, «in un tempo in cui non c’era Internet ma il lavoro e la costruzione delle capanne. In quel sistema arcaico di lavorare Alfredo era nel suo mondo, che diceva di considerare “una favola in mezzo a Locarno”». Proprio Angelo Cassano celebrerà lunedì prossimo, 17 marzo, la cerimonia funebre, prevista dalle 15 nella Chiesa San Nicola di Bari a Quartino. Alla moglie Daniela, alle figlie Miriam, Martina e Ursenna e a tutti i familiari vadano le più sentite condoglianze da parte della nostra redazione.

LOCARNO E VALLI

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2025-03-15T07:00:00.0000000Z

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