L’ultimo tassello: molto più di un blocco operatorio
Inaugurata la struttura da 26 milioni dotata di sei sale e indispensabile in vista della Saleggina. Funzionalità e qualità degli spazi evitando il ‘non luogo’
Di Marino Molinaro
Fuori l’involucro la cui facciata mossa assomiglia otticamente a una garza e, sotto di essa, dentro, il cuore pulsante di un’infrastruttura sanitaria e tecnologica di prim’ordine che rappresenta l’elemento centrale di ogni ospedale acuto. Ecco svelato, nella sua essenza, il nuovo blocco operatorio del San Giovanni: costato 26 milioni e dotato di sei sale per interventi chirurgici distribuite su un unico piano anziché negli attuali tre, è stato ricavato sull’ultimo terreno ancora edificabile dell’intero comparto dove da 85 anni esatti (la data è proprio quella del 14 aprile 1940) esercita l’ospedale di Bellinzona, non più ampliabile dopo questa ultima fase. Per il primo colpo di bisturi bisognerà attendere giugno, una volta ultimato l’allestimento tecnologico.
Un taglio comunque ieri c’è stato e ha riguardato il proverbiale nastro, alla presenza delle autorità, dei vertici dell’Ente ospedaliero cantonale e di tutti coloro che hanno preso parte all’impresa resasi necessaria considerata la vetustà dell’attuale blocco. Giunto a fine vita con i suoi oltre trent’anni di attività, 250mila interventi eseguiti e quattromila bambini nati con taglio cesareo, non sarebbe stato in grado di funzionare adeguatamente sul medio termine nel rispetto degli standard di qualità imposti e in attesa che alla Saleggina entri in funzione il nuovo ospedale con orizzonte 2035/40 e forse anche oltre.
‘Verso la medicina ambulatoriale’
«La novità odierna – ha sottolineato il direttore Eoc, Glauco Martinetti – rappresenta uno dei molteplici importanti investimenti voluti per assicurare continuità e un ciclo di vita completo alle infrastrutture ospedaliere ticinesi in base al concetto multisito: nel 2022 è stata inaugurata la nuova ala del Beata Vergine di Mendrisio; a Locarno si stanno ultimando i lavori preparatori per la quarta ala ambulatoriale della Carità; a Lugano sono quasi pronti i due piani aggiuntivi del
Cardiocentro che verranno man mano occupati dai vari reparti una volta iniziata la ristrutturazione completa della torre del Civico». A Bellinzona l’operazione è doppia, visto che lo scorso novembre è stato inaugurato il nuovo Pronto soccorso per adulti e pazienti pediatrici. «Stiamo traghettando l’Eoc verso la medicina ambulatoriale che costa meno e ha una gestione post operatoria più corta. Il Ticino in questo ambito è virtuoso e si posiziona già molto bene, visto che i costi di degenza in ospedale a carico della LAMal ammontano al 16% del totale, ossia la metà della media nazionale e di poco sotto al settore ambulatoriale pari al 17%». Da notare che dei 7’050 interventi eseguiti l’anno scorso al San Giovanni, il 70% è stato gestito in degenza e il 30% in regime di day hospital.
Il ‘de profundis’ in 60 pagine
A fare gli onori di casa il direttore dell’ospedale regionale Alessandro Bressan che ha parlato di iter invero non facile ma che ha permesso di non sospendere mai l’attività nel corso dei lavori di realizzazione: «Ripresa nel 2022 dopo la sospensione dovuta alla pandemia, la procedura era cominciata nel 2016 sulla base di un rapporto dell’Ufficio del medico cantonale. Dalle 60 pagine emergeva una situazione di non conformità dell’obsoleto blocco operatorio dotato di cinque sale. Ciò nonostante il nostro team interdisciplinare ha saputo aggiornarlo e usarlo in modo ottimale ancora per diverso tempo, risultando tutt’oggi uno dei più utilizzati in Ticino. Tuttavia a questo punto non è più ristrutturabile». Peraltro quello nuovo, che accoglierà l’intera chirurgia pediatrica ticinese, entro fine anno sarà certificato Iso 9001, fra i primi in Svizzera a esserlo. Il San Giovanni «si conferma un elemento fondamentale della rete multisito dell’Eoc e in questo contesto la concretizzazione del nuovo ospedale alla Saleggina rappresenta un elemento imprescindibile e centrale per la sanità ticinese», ha sottolineato il consigliere di Stato Raffaele De
Rosa, direttore del Dipartimento sanità e socialità. Il sindaco Mario Branda ha però anche ricordato che con l’opzione Saleggina i vari attori coinvolti «devono anzitutto fare i conti con ineludibili elementi pianificatori di natura federale», ossia la ricerca di terreni da dezonare altrove per compensare le superfici necessarie al nuovo ospedale. Questa fase è stata avviata di comune accordo fra Cantone, Città ed Eoc e dovrebbe portare i frutti sperati entro fine anno.
A proposito di spazi e superfici, l’architetto Lorenzo Orsi – a capo del consorzio ‘Apertis Verbis’ che si è aggiudicato la progettazione – si è augurato che il nuovo blocco operatorio «sia allo stesso momento un vero luogo e un ambiente di lavoro funzionale». Dettaglio: la struttura metallica portante è stata concepita per essere un giorno smontata, mentre il fulcro della struttura è rappresentato dalla centrale che distribuisce alle sei sale gli strumenti chirurgici debitamente igienizzati e pronti all’uso. Una novantina le ditte e gli artigiani che hanno preso parte ai lavori di costruzione, coordinati dal capoprogetto Jonathan Raffa, responsabile del Servizio tecnico del San Giovanni: «La missione era garantire due esigenze basilari. Il funzionamento in continuo del blocco operatorio e un ambiente all’avanguardia e confortevole per i collaboratori e i pazienti».
Il giusto tempo
Già, i pazienti. L’impressione, visitando gli spazi, è che sia stata riservata molta attenzione a ogni fase dell’intervento chirurgico. Ad esempio, rispetto a oggi la fase del risveglio post operatorio beneficerà di una superficie maggiore che permetterà di migliorare l’approccio nei confronti del paziente in una fase delicata del decorso. «Si tende a pensare che la sala operatoria sia un ‘non luogo’ impersonale dove un utente entra, riceve un servizio ed esce come può accadere in qualsiasi centro commerciale», ha sottolineato il direttore sanitario Andrea Saporito: «Abbiamo ovviamente mirato a una struttura all’avanguardia, pensata fra le altre cose per migliorare il flusso dei pazienti e rendere il tutto più performante nel pieno rispetto delle normative. In particolare, abbiamo voluto concepirla come un luogo vero dove l’efficienza e la qualità delle prestazioni erogate sono sì l’obiettivo principale, ma dove ci si può ancora chiamare per nome. E vi possa essere sempre il giusto tempo da riservare al paziente, anche solo per rivolgergli un sorriso, un saluto».
BELLINZONA E VALLI
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2025-04-15T07:00:00.0000000Z
2025-04-15T07:00:00.0000000Z
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